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Osvaldo: "Sono qui per prendermi una rivincita, sono più maturo. Preferisco giocare centrale"

di Gabriele Chiocchio
Alessandro Milza - Oroeporpora.it

Le parole del nuovo acquisto della Roma, Pablo Daniel Osvaldo

Questi anni in Spagna sono stati un salto di qualità o non ti abbiamo capito quando sei andato via?
“Entrambe. In Spagna mi sono trovato bene, ho trovato un allenatore che mi ha dato continuità che in Italia ho avuto solo a Lecce. Mi son trovato bene dall’inizio, sono cresciuto rispetto a quando ero in Italia”.

Sei più punta centrale o esterno?
“Gioco come punta centrale, poi è vero che Zeman mi utilizzava anche come esterno”.

Si parla molto del costo del tuo cartellino, è un peso?
“Mi avete pagato poco! (ride, ndr) Non mi piace parlare tanto, io parlo sul campo. Avrete tempo di vedermi e di giudicare voi stessi, secondo me la Roma ha fatto la cosa giusta. Sono convinto di far bene, sono contento di essere in Italia perché ho voglia di rivincita”.

Cosa pensi della sostituzione di Totti?
“Sono scelte che non mi riguardano, se devo dire una cosa su Francesco, per me sarebbe un onore giocare con lui. Lo vedevo quando ancora non ero professionista, è un onore condividere lo spogliatoio con lui e spero di condividere anche il campo”.

L’eliminazione in Europa?
“Mi è dispiaciuta l’eliminazione perché ero già un giocatore della Roma. L’anno però è lungo, abbiamo il campionato e faremo cose importanti”.

Hai parlato con Luis Enrique?
“Poco, sinceramente. Non abbiamo ancora parlato di cosa voglia lui in campo, credo ci sarà tempo”.

Possibile concorrenza con Totti?
“Possiamo giocare anche insieme. Dovete chiedere all’allenatore. Io son venuto qui per giocare, capisco che ho dei compagni che hanno qualità importanti. Totti è un fuoriclasse, gli altri sono tutti uguali”.

Tanti gol in Spagna, pochi in Italia. C’è differenza tra Spagna e Italia?
“Se mi avessero dato continuità ne avrei fatti di più. A Bologna appena arrivato giocavo, poi ho perso continuità. Il problema è che giocavo poco, se fai una partita sì e quattro no è difficile fare gol. Poi sono andato in Spagna e ho trovato fiducia e continuità per fare bene”.

Si può dire che ti rifai a Batistuta?
“Bati è stato sempre il mio idolo, non lo so se gli somiglio o no. Spero di fare almeno la metà di quello che ha fatto, perché anche qui lui ha fatto benissimo”.

A Firenze ti ricordano per i gol alla Juventus e al Torino, decisivo per la Champions. Ti senti di promettere qualcosa?
“Spero che i tifosi mi ricordino per aver fatto 20 gol, non per due”.

Il ritorno in Italia è anche per la Nazionale?
“Non ci penso, poi certe cose arrivano da sole se devono. Penso solo a fare bene con la Roma”.

Non c’è più De La Pena. Gli hai parlato?
“Ho parlato con lui anche perché è un grande amico. Gli avevo detto che volevo venire alla Roma, ma non abbiamo parlato di tattica. Mi ha detto che gli faceva piacere che io venissi, ora mi dispiace non trovarlo. Spero che torni”.

Pensi che questa sia la svolta della tua carriera?
“Spero di sì, ho molta fiducia in me e so che posso fare bene, poi sarà il campo a parlare. Sono venuto per riuscire a fare bene qui in Italia e ho scelto la Roma perché è una grande squadra”.

Cosa manca alla Roma?
“Non lo so, ho visto la partita e ho visto che la Roma ha giocato bene, avendo un po’ di sfortuna. Loro stavano tutti dietro e non c’erano spazi per arrivare in porta, poi sono venuti in contropiede e hanno segnato. Spero di poter essere incisivo e di fare bene”.

DiBenedetto ha detto che l’eliminazione può essere un vantaggio. Sei d’accordo?
“Sicuramente uscire non è mai un vantaggio, ci dispiace a tutti ma è andata così. Dobbiamo guardare avanti, abbiamo il campionato e potremo fare cose importanti”.

La pressione di Roma è diversa da quella di Firenze?
“So che è una grande squadra, che ci sono attaccanti importanti e so anche che non è né Firenze né l’Espanyol. Come in tutte le grandi squadre, maggiore è la squadra, maggiore è la responsabilità. Mi piace entrare in campo e sentire la pressione della gente, che in Spagna mi stava mancando perché non è la stessa cosa. Sono contento che la Roma abbia avuto fiducia in me”.

Hai fatto tesoro dell’esperienza nel nostro campionato? Cosa non rifaresti?
“Sotto il profilo caratteriale non ho mai avuto problemi con nessuno, la stampa ha esagerato. Potete parlare con chiunque, mai avuto problemi con nessuno. Poi è vero che ho un carattere forte perché mi piace vincere. Sono un bravo ragazzo, non mi piace litigare. Avete idee sbagliate su di me”.

A Lecce giocavi nel 4-3-3, potresti giocare nelle due posizioni esterne?
“A Lecce ho avuto continuità, poi è vero che mi sono trovato bene anche a Firenze. Io mi posso adattare a qualsiasi situazione, però quelle cose le vedrà il mister. Come ho detto prima, se chiedi a me, mi piace giocare come centravanti”.

Ti sei fatto un’idea del progetto della Roma?
“Come in tutti i progetti all’inizio bisogna avere pazienza e abbiamo bisogno di tempo, questo non vuol dire che non si possa vincere all’inizio. Sarà più difficile perché dobbiamo conoscerci. Penso che questa cosa non voglia dire che dobbiamo perdere tutte le partite perché c’è un progetto nuovo, anzi penso che ci sia voglia di far bene e questo può essere un vantaggio”.

Hanno tutti scommesso sul tuo talento, ma hanno avuto dubbi sul carattere. Ora che hai 25 anni, ti senti di aver fatto un salto di qualità dal punto di vista della maturità?
“Sì. A volte quando uno gioca fa degli errori, penso di essere cresciuto come persona, poi come giocatore è normale crescere quando si ha continuità. Mi sento più maturo e questa è la cosa più importante”.

Hai la maglia numero 9, cosa rappresenta?
“Mi piace il numero 9, è andato via Mirko Vucinic ed era libero. Niente di speciale comunque, il numero conta poco, quello che conta è ciò che fai sul campo”.


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