.

Pastore: "Finalmente ho potuto rigiocare due gare in tre giorni grazie allo staff e alla fiducia di Fonseca"

di Redazione Vocegiallorossa

Javier Pastore ha rilasciato delle dichiarazioni a Radio Sucesos: “Il mio grande desiderio è quello di ritirami dopo aver giocato al Talleres, ma ovviamente ci sono molti fattori da valutare. Sicuramente se tornerò in Argentina vorrei farlo al momento giusto e non solo per fare presenza: andrò al Talleres per lottare per un posto da titolare. Non voglio andare lì solamente per quello che ho fatto in Europa, ma per quello che ancora potrò fare. Di questa idea parlo molto con mia moglie. Lei è italiana e immaginerete sicuramente la sua reazione ogni volta che le esprimo il mio desiderio di tornare a Cordoba. Ma siamo andati più di una volta e a lei piace molto la città. Bisogna però pensare ai bambini, al loro ambientamento e alla scuola, ma il mio desiderio è quello di chiudere al Talleres, senza ombra di dubbio. Sono molto legato a loro. Gli scorsi anni ero molto fuori di casa e i miei figli erano più piccoli e stavano sempre con la madre. Adesso invece ho maggiori responsabilità e sono più affezionati a me”.

Sugli infortuni: “Gli ultimi due anni non sono stati buoni. Ora invece ho trovato persone che mi stanno aiutando a uscire da queste lesioni che mi hanno fermato a lungo. A inizio stagione ho subito parlato con il nuovo staff dei preparatori che è subentrato con Fonseca e gli ho spiegato la mia situazione. Avevo bisogno del loro aiuto. Finalmente, dopo tanto tempo, ho potuto giocare due partite in tre giorni. Grazie allo staff, grazie a Fonseca per la fiducia”.

Sul PSG: “Avevo ancora un contratto con loro ma ho deciso di andare via perché non avevo più spazio in squadra. Non mi sentivo più importante per il club, a causa dell’arrivo dopo alcuni giovani. Ho deciso di venire alla Roma per continuare a sentirmi un giocatore ancora importante e competere per ogni partita”.

Sull'esperienza di De Rossi al Boca: “Con Daniele ho condiviso lo spogliatoio per un anno. Ha 36 anni ma sembra un ragazzino di 18, non vuole smettere di giocare a calcio. Si allena ogni giorno come se fosse l’ultimo. Quando è partito per l’Argentina ho subito pensato che sarebbe stato un giocatore molto importante per il Boca Juniors, anche se so benissimo che il calcio argentino è più complicato di quanto si possa immaginare. Daniele era abituato a un altro calcio in Italia dove tatticamente faceva la differenza. È arrivato al Boca in un momento difficile, dopo la finale persa contro il River a Madrid. Forse è anche per questo che è stato più complicato il suo inserimento tra i titolari”.


Altre notizie
PUBBLICITÀ