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Paulo Sergio: "Mi sarebbe piaciuto lavorare con Mourinho"

di Gabriele Chiocchio

Paulo Sergio, attaccante della Roma dal 1997 al 1999, ha parlato del club giallorosso ai microfoni di Sportitalia.

La Roma vince con la Juve ed è quarta. Che ne pensi della stagione dei giallorossi, fin qui?
«La Roma aveva bisogno di un po’ di tempo. Mourinho dopo essere arrivato aveva solo necessità di costruire la squadra che voleva. Ora infatti è lì a combattere con le altre. E poi sono riaffiorati dei ricordi, domenica…».

Possiamo immaginare quale, in particolare.
«Eh sì, vedere questa partita mi ha ricordato di quel mio bel gol alla Juve, quando vincemmo 2 a 0 (nel campionato 1998-’99, n.d.r.), con la grande attesa che precedette quel match. Sono contento che Mancini abbia fatto quel gran tiro e che la squadra abbia messo in piedi una prestazione così importante».

Hai avuto tanti grandi allenatori: pensi che ti sarebbe piaciuto lavorare anche con Mourinho?
«Hai detto bene, ho avuto molti bravi tecnici, con i quali mi sono trovato benissimo a lavorarci. Alla Roma con Zeman abbiamo fatto due belle stagioni, dopo le quali Capello ha vinto lo Scudetto. Ma sì, con un allenatore come Mou deve essere bello lavorarci assieme e quindi ne sarei stato curioso».

Mou è l’uomo giusto per far vincere ancora la Roma, dopo la Conference League?
«Abbiamo visto lo scorso anno come José sia stato capace di far vincere un trofeo ad una squadra che da anni non vinceva nulla. Questo dimostra che lui è un vincente e vuole vincere: alza l’asticella, la Roma con lui può fare di più. Questo vogliono vedere i tifosi. Un passo alla volta, vediamo cosa potrà fare in Europa League, dove ci sono comunque molte squadre forti».

Dybala è uno dei pochi di pura fantasia rimasti oggi, come lo eravate tu e Totti. Ti piace?
«Paulo mi piace molto. Anche perché si chiama Paulo appunto: noi siamo tutti belli da vedere in campo (ride, n.d.r.). È un calciatore che sta migliorando la Roma ed anche lui si sta trovando bene nella capitale, è felice».

Hai conosciuto due tifoserie molto passionali: ti hanno stupito di più i fan della Roma o quelli brasiliani?
«Entrambi. Ho giocato nel Corinthians: quando non vincevamo, dovevamo fare delle riunioni con i tifosi. Arrivo in Europa e penso: “Ok, ora queste cose non ci saranno più”. Perdiamo un paio di derby e mi ritrovo a fare le riunioni con i tifosi giallorossi (ride, n.d.r.). Sono entrambe tifoserie che fanno commuovere per il supporto che danno».

Verrai a Roma a festeggiare se la Magica dovesse vincere un trofeo?
«Ci sono stato due anni fa, ma non allo stadio. Vorrei tornare sì, ed andare in curva. Magari già quest’anno o il prossimo, per fare un po’ di festa insieme».


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