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Perez: "Il modo migliore per rimediare al 6-1 è eliminare il Bodø/Glimt. Con Mourinho sono migliorato"

di Marco Rossi Mercanti

L’attaccante della Roma Carles Perez ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano spagnolo AS. Queste le sue dichiarazioni:

La stagione?
“La mia stagione non è stata facile perché ho giocato poco, ma come ho detto dopo la partita contro la Salernitana, devo sfruttare le occasioni. L’importante è lavorare e aspettare il momento giusto, adesso arrivano le partite importanti e dopo l’ultimo ho dimostrato di voler essere importante”.

Com’è il tuo rapporto con Mourinho?
“Mourinho è un allenatore che ti motiva, se ti elogia pubblicamente è gratificante. Da bambino sogni di essere allenato da tecnici top come lui o Guardiola. Ho capito la sua filosofia, le sue esigenze e so cosa vuole. Sono migliorato come giocatore e, nonostante giochi poco, mi incoraggia sempre e mi ha reso più forte mentalmente”.

Ti alleni spesso nei tiri in porta a fine allenamento.
“Sì, ho un personal trainer da 4 anni, un nutrizionista e tutto questo mi ha aiutato. Lo chiamano lavoro silenzioso”.

È stato difficile adattarti al calcio italiano?
“Con il Barcellona giocavo più libero, qui ho imparato a giocare anche più arretrato e ho iniziato con Fonseca. Questo è il calcio, devi imparare a giocare dove te lo chiede il mister. Amo giocare come esterno, ma ho imparato a giocare anche più dietro”.

Rimpianti per non aver proseguito con il Barcellona?
“Tutto passa attraverso il tempo, con me c’erano anche giocatori forti come Cucurella e Alena. Ho lasciato il Barcellona due anni fa e posso dirti che vorrei che tutto andasse bene per loro. Se sono un calciatore professionista, lo devo a loro”.

Quanto sei cambiato nei due anni fuori Barcellona?
“Fisicamente sono cambiato, ma anche mentalmente. Non è facile lasciare la tua casa, la tua famiglia, i tuoi amici, ma il sogno che stai vivendo ti costringe a crescere e maturare. Tatticamente ho imparato molto, in Italia ci sono meno spazi, delle volte si difende anche a 5”.

Preferisci qualificarti in Champions League o vincere la Conference League?
“Se ci qualifichiamo per la Champions, vuol dire che avremmo fatto grandi cose. La Conference League, però, è un trofeo nuovo ed è pur sempre un titolo per i tifosi, che lo avrebbero per tutta la storia. Giovedì il pubblico ci darà una grande spinta”.

Avete avuto diversi problemi contro il Bodø/Glimt.
“Il 6-1 è stata una partita complicata per molti aspetti, tra tempo e campo sintetico. Sono cose che capitano una volta sola nella vita e bisogna voltare pagine. Il modo migliore per rimediare è vincere e qualificarsi in semifinale”.

Ti aspetti di giocare di più dopo il gol contro la Salernitana?
“Lo spero, se non partirò titolare contro il Bodø/Glimt lavorerò per le prossime partite”.

Vi aspettano Napoli e Inter in campionato.
“Sono due match chiave per vedere se riusciremo a raggiungere la Juventus per il quarto posto. Nelle ultime 10 partite siamo quelli che hanno totalizzato più punti, vogliamo continuare così”.

Cosa vi mancava a inizio stagione?
“Serviva un periodo di adattamento con il nuovo tecnico, adesso capiamo meglio ciò che vuole, i giocatori si conoscono meglio e si vede”.

Borja Mayoral e Villar sono andati via, tu invece perché hai deciso di restare?
“Si tratta di cogliere le opportunità. La Roma è un grande club e, pur giocando meno, voglio avere successo qui. Mi sento bene, è casa mia, sto bene con le persone e i tifosi. Andare in un’altra squadra e giocare di più sarebbe stato facile, ma voglio lottare per questa maglia”.


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