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Prandelli: "Zaniolo ha forza e capacità tecnica, tornerà ancora più forte". AUDIO!

di Marco Rossi Mercanti

L'allenatore Cesare Prandelli si è collegato ai microfoni di TMW Radio, intervenendo in diretta nel corso della trasmissione Stadio Aperto:

Pirlo alla Juventus?
"Ho sempre detto che la Juventus non può impazzire in 24 ore, se gli hanno dato la panchina è per gli aspetti umani e caratteriale, tecnicamente ancora non è giudicabile. Conoscendolo, penso che anche Pirlo abbia valutato ogni aspetto prima di accettare, uno di questi è un campione del Mondo che sa quali tasti toccare con i grandi calciatori".

Tonali è una boccata d'ossigeno per il Milan e per la Serie A, pensando ad altre situazioni come Verratti?
"La storia di Verratti è facile da leggere: giocava in Serie B e l'avevamo messo nei trenta per l'Europeo, avevamo visto le sue qualità importanti. L'affare Tonali è che a metà del campionato sapesse già di poter trovare una squadra a lui congeniale: alla fine è stata una scelta romantica, legata alla maglia del Milan. Importante per il calcio italiano".

Barella sembra abbia fatto uno step importante in avanti...
"Un giovane sì, ma già a Cagliari era un leader, aveva dimostrato personalità e carattere. Arrivando in una big si è affinato e mi sembra sia migliorato dal punto di vista collaborativo: nei rossoblu spesso decideva lui le situazioni, qui si è integrato nel sistema Inter".

Le neopromosse quest'anno possono evitare il classico due retrocesse su tre?
"Inizialmente possono anche stupire, ma dipende sempre dal momento di difficoltà. Tutte ce l'hanno: se le neo-promosse lì stanno compatte, si ricordano di come hanno ottenuto la promozione, allora possono sovvertire i pronostici, altrimenti è dura. In Italia il risultato condiziona tantissimo tutto".

Tra queste lo Spezia del suo ex calciatore Italiano.
"Sono contento, è sempre stato un ragazzo attento, disponibile, che voleva imparare. Parlava con il noi e non con l'io, mi piaceva per questo. Gli allenatori sono sempre in discussione: serve trovare una società solida e forte, se c'è questa allora si può arrivare a far vedere le proprie idee di gioco".

Quanto peserà il secondo infortunio grave per Zaniolo?
"Ha forza fisica e capacità tecnica. Nella memoria abbiamo uno come Ancelotti che ha vissuto la stessa situazione per poi vincere tutto: sono sicuro che tornerà ancora più forte".

Chiesa deve trovare il suo ruolo?
"Per me non devi considerarlo una punta, ma un esterno: in quel ruolo ti fa 10 gol e 15 assist. Se però prima fa un ruolo, poi un altro ed infine un altro ancora, diventa difficile. Trovargli un ruolo specifico ti farebbe dire che lì hai chi fa la differenza".

Piccini torna in Serie A.
"Giusto che abbia fatto esperienza, e confido nella capacità dell'Atalanta di trovare giocatori specifici nel ruolo in cui servono. E adatti all'allenatore. Per esempio la Fiorentina ha cinque-sei giocatori importanti a centrocampo e voglio vedere come si adatteranno al gioco di Iachini. Spero che li abbia richiesti tutti lui... Non è polemica ma considerazione da allenatore cui capitavano queste cose: servono i giocatori funzionali".

Chi la possibile sorpresa?
"La Fiorentina ha un reparto offensivo importante e un centrocampo molto tecnico, voglio vedere come giocheranno per valorizzare questi, ma possono essere la sorpresa. Poi c'è Amrabat, giocatore straordinario, e voglio capire cosa si intende per dire che vogliono farlo giocare regista. Ci sarebbero tanti discorsi da fare".

Cosa potrà fare Romero all'Atalanta?
"Mentalmente e fisicamente è forte, l'unica cosa è che quando parte non sa fermarsi, a volte serve temporeggiare. La scuola Atalanta però ha dimostrato che ogni difensore ha compiti precisi: marcatura, copertura o cercare l'anticipo. E su questo lui è molto forte".

Ora la sfida per la Dea sarà rimanere lassù.
"Lo si diceva anche due anni fa, ma arrivano sempre tra le prime quattro. Non sono più una sorpresa, ma la squadra da battere: hanno continuità e consapevolezza, chi arriva all'Atalanta sa che deve lavorare tanto fisicamente, magari all'inizio puoi fare fatica ma poi capisci quanto è importante il lato fisico in questo calcio".

Un calciatore che ha allenato è Cancelo. Si esagera nel dire che era lecito attendersi uno step in più da parte sua?
"Io ho litigato con tutti per farlo giocare: nessuno era d'accordo con me ma l'ho messo terzino quando era un'ala destra. Devastante nell'uno-contro-uno, chiaro che sul lato difensivo ha margini di miglioramento. Ma è così, devi saperlo accettare e adattare la squadra a questa sua capacità offensiva. Ho sempre stravisto per lui, poi il resto dipende dalle motivazioni. Inter, Juventus e Manchester City non sono comunque tre squadre da poco".

C'è reticenza ad accettarli questi terzini in una difesa a quattro?
"Io li prenderei tutta la vita i giocatori come Cancelo".

Preferirebbe tornare ad allenare un club o riprovarci con una Nazionale?
"Ad una Nazionale ho detto di no già qualche mese fa, per me è stata solo l'Italia, non mi ci vedrei bene su altre".

Con un altro ruolo?
"Il punto è capire se c'è una società che ha voglia di iniziare un progetto, parola che nel calcio viene usata poco. Bisogna però guardare più in là rispetto ai due mesi. Potrei farti l'esempio del Lipsia, che dieci anni fa erano tra i dilettanti e poco tempo fa in semifinale di Champions League. Invece qui guardiamo il risultato della domenica e gli allenatori sono in discussione dopo dieci giorni. Serve trovare un visionario".


Cesare Prandelli intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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