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Roma Radio, Cassetti: "Il derby è un'occasione"

di Luca d'Alessandro
Fonte: Roma Radio

Marco Cassetti, a cinque anni dal gol segnato al derby, è intervenuto a Roma Radio:
«Io, come Balzaretti, siamo quei giocatori che nessuno si aspetta. Dopo le interviste fatte da me a bordocampo, sono rientrato negli spogliatoi ec’è stata la festa. Il giorno dopo ho portato mio figlio alla scuola calcio e c’erano le troupe televisive ad aspettarmi».

Che significa Roma per te?
«Mi son sentito subito a mio agio a Roma e la gente mi ha fatto sentire importante. Mia figlia è nata a Roma e sarebbe molto difficile lasciare la città».

Il derby di Roma?
«Essendo calciatori in Italia ne senti parlare, ma non è mai come viverlo già dal primo giorno dove l’input è: “Ricordati del derby“. La sera a Trigoria in ritiro, mi ricordo la faccia smorta di De Rossi ero con Tonetto e gli dissi: “Ma se sta lui così, figuriamoci noi"»

La Roma può essere in testa vincendo domenica...
«Avrei preferito un’altra partita. Le due squadre vengono da due grandi vittorie. Arrivano tutte e due a livello mentale molto bene. Sarà importante entrare con la motivazione giusta in campo e dimenticare che ti può valere il primo posto, perché il derby è una partita a parte».

È una diminutio il fatto che sia così sentito a Roma?
«Non penso è un’occasione, una partita che vincendola ti carica moltissimo a livello mentale e ti permette di affrontare le altre partite con tranquillità».

Esiste una ricetta per vivere al meglio il derby?
«Non c’è, basta vedere la gente dal pullman durante il viaggio da Trigoria allo Stadio per caricarti»

Ricordi del gol?
«Ricordo tutta l’azione, tutto. A distanza di cinque anni non ho visto la palla entrare. Una volta vista la traiettoria ero partito per esultare. Ho pensato: "adesso cosa faccio?". Ho cominciato a saltare i cartelloni, poi ho pensato che mancavano altri dieci minuti e son tornato indietro».

Quante volte lo hai rivisto?
«Un’infinità, rimarrà sempre nella storia dei derby e dentro di me».

Vincere molte partite 0-1 in trasferta è segno di concretezza?
«Sì, perché rischi poco in fase difensiva, dove la Roma è molto compatta. Vedo molto bene la Roma, meno spettacolare rispetto alla scorsa stagione, ma alla fine in Italia conta il risultato».

Per ottenere i risultati devi abbassare lo spettacolo?
«Devi chiamare più giocatori in fase offensiva e concedere di più dietro se vuoi imporre un gioco spettacolare. Alla fine sono i 3 punti che contano».

Maicon era un tuo punto di riferimento, come lo vedi?
«Uno che deve affrontare Maicon sulla sua fascia non è mai contento. Tutti dicono non sia il Maicon straripante degli altri anni, ma non la vedo così. Il mio allenatore diceva piuttosto che andare avanti 15 volte fatte male, meglio 2 fatte bene».

Quanto è importante la personalità nel derby?
«È importante il carattere, perché è una partita che si gioca sotto l’aspetto nervoso».

Ti sei trovato nel derby ad alzare la voce?
«Nel derby ancora di più, Lichtsteiner era uno dei più fastidiosi, perché protestava sempre con l’arbitro. Anche con Radu ho avuto qualche problema a fine partita, non ci sono derby che sono finiti in stile terzo tempo del rugby».

Scendendo in campo ti accorgevi dell’ambiente?
«A me piaceva guardare la coreografia ed era una cosa che mi fomentava, poi durante la partita entri nella concentrazione del match e tante cose fai fatica a sentirle».

Cosa ti piace di più di questa Roma?
«La solidità e la personalità di giocare la palla. Posso tornare su Roma-Bayern in cui tutti hanno criticato Garcia. Per me è stata una mossa coraggiosa. Ha giocato come sa fare lui contro i più forti d’Europa per testare la sua squadra e vedere a che livello fosse arrivata».

Analogie tra la tua Roma e questa?
«Sì, Totti e De Rossi (ride, ndr). Sono due squadre diverse, questa Roma è superiore nelle individualità, noi puntavamo sulla forza del gruppo».

Strootman?
«È un acquisto di gennaio, un giocatore straordinario».

Sul gol di Astori?
«Ho riguardato le immagini la sera, dopo che ho sentito molte polemiche. È stato molto bravo l’arbitro, ma dalle immagini la palla è entrata, poi sono riusciti a tirar fuori immagini con il palo e la palla non si vedeva, strano. Possiamo tornare sul discorso che gli arbitri addizionali di porta servono a poco».

Torti arbitrali, farne un alibi è controproducente come diceva Tommasi?
«Lo penso pure io. Anche a noi è successo di subirli come in Roma-Inter 2-1 con il gol di Milito in fuorigioco. Alla fine abbiamo vinto e chi vince ha sempre ragione».

Nainggolan?
«Penso che sia migliorato ancora rispetto a Cagliari, ed è normale giocando insieme a grandi campioni. In questo momento è un centrocampista completo, un Vidal meno offensivo, dando quantita e qualità».
 


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