Roma TV - Losi: "Voglio tagliare il nastro del nuovo stadio con Pallotta. La Coppa delle Fiere? Quando la vinsi non la passai a nessuno"
Fonte: Roma TV
Giacomo Losi, ex Core de Roma e capitano giallorosso, parteciperà alle 19 alla rubrica fotografica "Slideshow" di Roma TV, come ricordato dal profilo Twitter della Roma:
"L'ospite di Roma Slideshow di oggi sarà Giacomo Losi! Seguitelo alle 19".
Ecco le sue dichiarazioni:
Il Castello di Soncino
“Non mi facevano entrare quando ero piccolo, chissà quante volte ci sono andato al Castello di Soncino per entrarvi. Era il nostro vanto”.
Sacerdoti
“Con lui divenni uno dei titolari, fu il mio primo presidente. Mi consegnò una busta, non seppi cosa ci fu dentro. C’era un assegno di mezzo milione, per me fu qualcosa di incredibile, ci comprai un terreno”.
Via Quintino Sella
“La mia prima casa, abitavo in una pensione. L’allora direttore generale della Roma mi accompagnò lì, e vicino vi era un ristorante dove mangiavamo con i compagni. Mangiammo nella stanza per risparmiare, nella mia stanza vi erano tre letti. Prima eravamo tre, poi rimasi soli”.
Haller
“Fu il mio primo allenatore, facemmo un grande campionato, mi fece debuttare dopo due sconfitte contro Lazio e Napoli. Quando riprendemmo gli allenamenti per giocare con l’Inter, che lottava per lo scudetto, mi disse che avrei giocato. Dal martedì alla domenica dormii poche ore, perché per me sarebbe stata la partita della vita. I tifosi romani si agitavano con i fazzolettini, quando entrai in campo passò l’agitazione e vincemmo 3-0”.
Partenza per il Venezuela
“Fu una delle nostre prime tournée, io sono il secondo, poi ci sono altri miei compagni. Fummo una delle prime squadre a fare questi viaggi”.
Un Roma-Torino
“È uno dei tanti Roma-Torino. Deviai il pallone per mandarlo in angolo, mi sembra che vincemmo 1-0. Alle spalle la gente era da tutte le parti”.
Il gol contro la Sampdoria
“Saltai alle spalle del mio avversario, mi sembra Bernasconi, lo anticipai e segnai il gol del 3-2. Ricordo che giocammo in 9, fu una partita storica, inoltre avevo un dolore incredibile alla gamba. Quando segnai, esultai alla grande, eravamo anche passati in svantaggio. Fu un gol che passò alla storia, match indimenticabile”.
La Coppa delle Fiere
“Pesava moltissimo, non la passai a nessuno. La finale con il Birmingham, fu un momento importantissimo. Non è una coppetta come tanti dicono, fu difficile vincerla. In semifinale e finale facemmo tre partite, perché quando si pareggiava si faceva la ripetizione. La finale la vincemmo 2-0 con Lojacono e Pestrini”.
La prima Coppa Italia
“La vincemmo a Torino, dopo aver pareggiato 0-0 a Roma. Ribaltammo il pronostico e vincemmo 1-0, poi De Sisti alzò anche la Coppa Disciplina. Vincerla fu eccezionale”.
“Piedone” Manfredini
“Il suo soprannome gli fu dato in questo modo: uscendo dall’aereo, un fotografo lo inquadrò dal basso ed il suo piede nella foto risultò grossissimo. Fu un grande centravanti, uno dei migliori, un rapinatore dell’area di rigore”.
Taccola
“Purtroppo non c’è più, poteva diventare un grande centravanti, c’è mancato nel momento più importante della sua carriera”.
Anacleto “Quinto”
“Eravamo quinti o sesti in classifica quando fu presidente, quindi lo chiamarono così. Alle sue spalle c’era anche il dottore. Era un presidente passionale, non ce ne sono più come lui”.
Ghiggia
“Quando lo conobbi avevo 19 anni, con il suo gol batté il Brasile. In allenamento giocavo sempre contro di lui. I miei compagni chiedevano sempre chi fosse, non pensavano fosse così bravo con quella corporatura”.
L’infortunio di Tommasin
“La barella non c’era, quindi lo portai fuori io sino al sottopassaggio. Si era fatto male ad una gamba dopo uno scontro”.
Un match giocato a Bologna
“Mi infortunai, il medico non riuscì a terminare di farmi la fasciatura. Io strappai la garza e andai a recuperare un pallone molto pericoloso”.
Con la Nazionale
“Giocammo contro Israele, fu una grande emozione, fu una delle prime partite. Vincemmo 4-2, erano nel nostro girone di qualificazione, poi vincemmo anche il ritorno 6-0. Mi rimasero impressi i tifosi israeliani, che cantarono Volare di Domenico Modugno, pensando fosse l’inno italiano”.
Helenio Herrera
“Voleva farci vincere parecchio, vincemmo una Coppa Italia. Avrei voluto che avesse fatto altri due campionati con me. Alla fine di quel campionato non giocai più, io volevo rimanere a vita con la Roma e purtroppo è andata come andata”.
Il suo primo capitano
“Giocava in Nazionale, era un giocatore, Venturi, molto bravo. Onorò la maglia azzurra”.
Losi non più giovane
“Stavo ancora dando il massimo per la mia squadra”.
Totti
“È uno dei più grandi giocatori al mondo, non italiano, dovrebbe essere in ogni squadra. Gli auguro ogni bene del mondo”.
De Rossi
“Daniele è un altro grande giocatore, dopo Totti continuerà questa storia dei capitani, merita anche lui il meglio, è un ragazzo di cuore. L’ho visto crescere, ho sempre detto che avrebbe dato qualcosa in più alla squadra”.
Pallotta
“Ho iniziato a conoscerlo, ha iniziato a conoscere la storia della Roma. Se uno non la conosce non può apprezzarla e non può dichiararsi tifoso della Roma. Ci fa partecipi di tante manifestazioni, come la Hall of Fame. Mi auguro che il suo grande lavoro continui, tutti aspettiamo lo stadio, mi auguro per vederlo, voglio accompagnarlo quando taglierà il nastro”.
Hall of Fame
“Fu un giorno indimenticabile, ringrazio Pallotta che ci ha fatto conoscere a chi non ci conosceva”.
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— AS Roma (@OfficialASRoma) 3 Ottobre 2014