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Sabatini: "A Roma si capisce poco di calcio. L'esonero di De Rossi è una cosa abominevole"

di Gabriele Chiocchio

È un fiume in piena Walter Sabatini il giorno dopo la notizia dell'esonero di Daniele De Rossi da parte della Roma. L'ex direttore sportivo giallorosso, che non solo conosce benissimo l'ambiente, ma anche l'ormai ex allenatore, ha usato parole chiarissime per esprimere il suo pensiero nell'intervista esclusiva rilasciata a TMW: "Perché è stato licenziato? Per un'arroganza cieca, posso pensare solamente questo. E non mi riferisco alla proprietà. Ci sono impiegati che pensano di essere dirigenti e che sono stati contaminati da un virus pericolosissimo, un delirio di onnipotenza che fa pensare loro di essere autorizzati a fare qualsiasi cosa".

Che danno è per la Roma?
"Oltre a uno strazio umano, è uno strazio tecnico perché la squadra si stava avvicinando molto a un modello che le consentisse di fare risultati. A Genova nel primo tempo ha sfiorato la perfezione tatticamente. Ci sono margini di miglioramento, ma interrompere un rapporto così bruscamente è veramente una cosa abominevole, anche da un punto di vista professionale"

Viene il dubbio che il mercato non sia stato fatto seguendo le indicazioni di De Rossi.
"Sulla campagna acquisti posso solo dire che è stata fatta con ritardo, ma è giusta. Hanno messo dentro la rosa caratteristiche che prima non c'erano. Non attacco quella, anche se inizialmente De Rossi ha dovuto mandare in campo una formazione sperimentale perché i calciatori erano arrivati qualche giorno prima. Il problema è il rispetto per il ruolo e il lavoro degli altri, non è possibile aver licenziato De Rossi. Chi capisce un po' di calcio, e non è obbligatorio visto che evidentemente a quelle latitudini se ne capisce poco, sa che c'era crescita importante. Era una cosa irreversibile, mandare via De Rossi è veramente incomprensibile".

Qualcuno, almeno questa volta, si aspettava un messaggio da parte dei Friedkin.
"Evidentemente loro ritengono la comunicazione inutile perché non ne fanno, non hanno presentato neanche il direttore sportivo. Sono i tifosi che devono ascoltare la società e questo non è mai stato permesso alla Roma. Forse non hanno capito bene il valore emotivo del romanismo, che è una forma di tifoseria esclusiva, alla quale va dato spazio, ma senza esagerare. Un piccolo contraddittorio con la tifoseria va mantenuto sempre, ma la loro scelta è strategica, la loro comunicazione è questa".

Juric fa al caso della Roma?
"Mi chiedo se l'allenatore fa al caso del calcio, che ha un linguaggio universale. Non ho molto da dire, Juric è un ottimo allenatore, un allenatore di personalità, è stato il vero primo allievo di Gasperini, ha sempre lavorato bene sotto il profilo tattico-nervoso, è una scelta che capisco e posso anche condividere, anche se con me sarebbe rimasto De Rossi per altri 10 anni".

Pensa che ci possa essere una presa di posizione dei tifosi a favore di De Rossi?
"Che vadano contro la proprietà è escluso perché hanno tirato fuori i loro soldi per la Roma, non è mai stata attaccata e trovo sia giusto. Non credo facciano i Friedkin questi impicci, anche se potrebbero evitarli. C'è una piccola casta non all'altezza, ma che crede di esserlo e combina guai da tutte le parti".


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