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Santon: "Voglio restare a Roma e vincere un trofeo. Ci alleniamo tutti i giorni seguendo il programma che ci ha dato la società"

di Alessandro Pau

Il terzino giallorosso Davide Santon è intervenuto ieri in una diretta Instagram. Innanzitutto ha risposto a delle domande a risposta secca:

Mare o montagna?
“Mare”.

Vino o birra?
“Birra”.

Bionda o rossa?
“Bionda”.

Italia o Inghilterra?
“Italia, anche se in Inghilterra ho trovato moglie”.

Jeans o tuta?
“Tuta”.

Netflix o cinema?
“Netflix”.

Colpo di testa o scivolata?
“Colpo di testa”.

Cane o gatto?
“Cane, ne ho uno”.

Difesa a 4 o a 3?
“Non fa differenza”.

Fallo di reazione o no?
“No, con tutte queste telecamere non conviene”.

Colazione dolce o salata?
“Dolce”.

Scaldamuscoli sì o no?
“Dipende dal freddo”.

Terzino in difesa o ala a centrocampo?
“Il mio ruolo è il terzino, ma mi piacerebbe fare l’ala”.

Vincere con gol allo scadere o salvataggio sulla linea?
“Gol allo scadere”.

Barca a vela o spiaggia?
“Preferisco la barca a motore, ma la spiaggia è unica”.

Testaccio o Campo dei fiori?
“Testaccio”.

Autocertificazione o #iorestoacasa?
“Io resto a casa”.

Destra o sinistra in campo?
“È uguale”.

Poi ha risposto a delle domande, ecco le sue dichiarazioni:

Look da quarantena?
“Maglietta, pantaloncino, comodo per stare a casa. Ci alleniamo e stiamo con la famiglia”.

Vi state allenando?
“Sì, tutti i giorni seguiamo il programma. Oggi è giorno libero. Stanno decidendo se riprendere e dobbiamo restare in forma. Ognuno di noi ha un programma personalizzato”.

Cosa fai a casa?
“Sto con i figli, ci divertiamo, per fortuna abbiamo un bel giardino”.

Il rimpianto più grande della tua carriera?
“Sono stato un po’ sfortunato perché ho avuto un infortunio appena arrivato ai massimi livelli, quello mi ha condizionato tutta la carriera perché dopo un infortunio non sei più libero come prima. Ho risentito di quello, ma rimpianti veri e propri no. Ho sempre dato il 100%, anche se ovviamente ci sono delle volte in cui va bene e altre male”.

Il compagno che scherza di più?
“Prima che andassi via Florenzi, ma anche Pellegrini, Cristante, Spinazzola, Mancini. In questi giorni scriviamo nel gruppo e loro sono i più simpatici”.

Com’è Kolarov nello spogliatoio?
“È un esempio, una brava persona. Sono molto legato a lui”.

Vuoi restate a Roma?
“Certo, qui sto bene. Ho il desiderio di vincere qualcosa con questa squadra. Si sta benissimo qui in città, anche se molto grande. Ci vogliono sempre 40-50 minuti di macchina per spostarsi. Si possono fare passeggiate in centro o al mare. Il clima poi è sempre molto caldo”.

Che ti dice il 24/02/2009?
“Non mi ricordo molto le date, ma so che quello è stato l’anno di esordio in A. Mi ricordo l’esordio assoluto in prima squadra in Coppa Italia contro la Roma. Il 24 febbraio ho esordito in Champions contro il Manchester United. Avere di fronte Ronaldo? Ero piccolo, non avevo la coscienza di cosa stavo facendo, e fino a qualche mese prima giocavo alla Playstation con lui. È stata una bella sensazione e a fine gara è stato lui ad abbracciarmi. Poi gli ho chiesto di scambiare la maglia, me l’ha promessa al ritorno e lo ha fatto senza che glielo chiedessi”.

Come hai gestito la popolarità all’inizio della tua carriera?
“Non mi sono mai montato la testa, sono sempre stato umile, siamo persone come ogni altra. In Italia però si paragonano subito i giovani ai campioni. I giocator devono dimostrare. Io ho fatto bene a 18 anni ma questo non vuol dire che sono un campione. Sono pochi i campioni nel mondo. Sono quelli che fanno la differenza nelle partite che contano. I giovani bisogna farli crescere col tempo”.

(Il fratello lo prende in giro: "Sei scarso")
"Vorrei vederti ai miei livelli (ride, ndr). Ci vediamo dopo su Call of Duty nell’1 vs 1”.

Ci tieni ad abbinare i colori?
“Ogni giocatore ha degli accordi con degli sponsor, quindi sono loro a decidere il tipo di scarpino da utilizzare in base a ciò che ci invia”.

Segui il basket?
“Non molto, ma ogni tanto mi capita di vedere un po’ di NBA. Mi piacerebbe una volta vedere una partita dal vivo, non l’ho mai fatto. È uno sport che mi piace ma non lo seguo molto”.

Dove giochi meglio?
“Dipende dove mi mette il mister, quest’anno mi sto trovando bene a destra”.

Hai segnato solo un gol, come mai?
“Perché è difficile far gol, l’importante è che vinca la squadra. Avrei potuto fare qualche gol in più”.

Sullo stop al campionato
“È una tragedia che ha colpito tutti, speriamo si risolva presto”.

Che numero avresti scelto se la 18 fosse stata occupata?
“Dovevo vedere cosa c’era a disposizione. Quando sono arrivato era il 2018, il 18 era libero e l’ho preso, altrimenti non so cosa avrei preso”.

Non hai quindi un numero fortunato?
“Ci sarebbe il 17, mi ha portato sia fortuna che sfortuna in carriera, l’ho anche tatuato. Il mio primo Scudetto era il diciassettesimo dell’Inter, il mio unico gol l’ho segnato il 17 e anche il mio infortuno è avvenuto un 17”.

Come è stato il tuo arrivo al Newcastle?
“Non parlavo inglese, all’inizio è stata dura perché mi dovevo abituare all’ambiente. La maggior parte delle volte piove. Il Newcastle mi è rimasto nel cuore. Oltre ad aver conosciuto mia moglie, che mi ha cambiato la vita. Sono rimasto affezionato alla città, una volta all’anno torno a Newcastle. Superato il primo periodo sono stato bene”.

Com’è Mourinho come allenatore?
“È l’allenatore che mi ha lanciato, ha sempre creduto in me. Più che un allenatore è stato un motivatore per me, mi ha aiutato tantissimo”.

Hai un mental coach?
“Sì, ora lo sento per telefono. Fa sempre bene”.

Come vedi Dzeko capitano?
"Edin è una grandissima persona e può fare benissimo il capitano come sta facendo. Sono fiero di giocare con lui perché è un grandissimo giocatore".

Con quale compagno passeresti la quarantena?
"Con Florenzi e Pellegrini".

Florenzi rimane alla Roma secondo te?
"Sento Alessandro ogni giorno, ma parliamo di tutto tranne che di mercato, al momento non possiamo saperlo".


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