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Scala: "La Roma deve pensare di arrivare in fondo all'Europa League. Non c'è un giorno che non pensi alla mia avventura in giallorosso"

di Vincenzo Pennisi

L’ex allenatore di Parma e Shakhtar Donetsk, Nevio Scala, è intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 durante la trasmissione Borderò. Queste le sue parole:

Giocare con la difesa alta è stato scellerato?
“Per incontrare la Roma qualsiasi tipo di difesa sarebbe stata scellerata perché la Roma è stata favolosa in tutte le zone del campo, perciò si tratta di scelte sia coraggiose che rischiose, ma possono produrre ottimi risultati. Di fronte i giallorossi di ieri sera, però, c’era poco da fare”.

Che cosa sta mancando al Parma? Crede nella salvezza dei ducali?
 “La partita di domenica sarà vitale per il Parma perché in caso di sconfitta sarà dura ottenere la salvezza: ci spero molto, ma crederci è diverso perché la situazione è critica. Nel caso in cui i ducali non riuscissero a fare punti e le altre dovessero farlo, la situazione si complicherebbe ancora di più”.

L’Atalanta di Gasperini è paragonabile al suo Parma?
“Non si può paragonare l’Atalanta di ora al mio Parma: era un calcio diverso non condizionato da pressioni esterne e da parametri economici. Era un calcio che si viveva con grande semplicità e siamo arrivati a vincere in maniera quasi impalpabile perché tra il conquistare trofei o meno non c’era differenza. C’era molta più sicurezza nei nostri mezzi”.

Rinnoverebbe il contratto di Fonseca?
 “Sì, perché ho molta stima di lui. Quando allenava lo Shakhtar Donetsk avevo sentito che aveva chiesto informazioni sul come mi atteggiavo nei confronti dei calciatori in momenti di difficoltà, perciò la trovo una persona molto umile; per questo mi piace. È concreto, parla senza peli sulla lingua dei problemi che ha, quindi lo stimo molto. Ho stima anche di Allegri viste le sue capacità, ma non potrei scegliere uno o l’altro perché non conosco le prospettive del calciomercato e le conseguenti proiezioni che vanno fatte”.

Una carriera piena di vittorie in campo e in panchina. È rimasto nel cuore di tanti tifosi anche della Roma...
“Ricordo ancora quel Roma-Brescia del 1966, il mio debutto in campo in uno stadio Olimpico pieno fino all’orlo. Non c’è un giorno in cui non pensi a quella mia avventura in giallorosso”.

La Roma può arrivare in fondo in Europa League?
“La Roma deve pensare di arrivarci perché altrimenti non sarebbe giusto che giochi quella competizione, quindi deve credere di poter far bene. La Coppa si vince con umiltà e tanto lavoro: nessuno è imbattibile, però ci vuole anche tanta fortuna e la capacità di non prendere gol in casa perché se no tutto si complica di più”.


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