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Spalletti: "Vedremo se ci saranno ricadute. Il mio destino dipende da me. Arrivare secondi sarebbe straordinario"

di Simone Ducci

Spalletti alla Rai a fine partita

"Ricadute? Lo vedremo, bisogna far scorrere è chiaro che è una sconfitta che ci dispiace. Gol? La Roma ha fatto abbastanza bene in generale poi è chiaro che quando sei penalizzato da un 2-0 devi essere bravo e pronto, abbiamo avuto un paio di chances prima di subire il gol e dopo è stato difficile, perché si rischia di perdere la testa, di allungarsi troppo e lasciare degli spazi dove è facile inserirsi ed è successo nella ripresa. Bisogna avere più equilibrio. Bisogna prendere atto del verdetto del campo e fare analisi corrette mettendoci dentro tutti gli elementi che determinano il lavoro fatto. Si sono sbagliati quei due appuntamenti importanti e si è usciti per poco, la differenza sono 2 gol ma non è stato fatto tutto male, poi è chiaro che prendendo gol cambia la psicologia. Tutto quel lavoro che è stato fatto rimane, siamo una buona squadra. Le parole sul mio addio? Il mio destino ce l'ho in mano io e dipende da me, non l'ho messo in mano ai nostri avversari casomai l'ho messo in mano ai miei giocatori. I ragionamenti con i miei vengono da un lungo periodo, quando si arriva al punto che si alza l'asticella bisogna prendersi delle responsabilità, ora è chiaro che c'è un altro traguardo da superare, che determina l'eliminazione da questa competizione e c'è un altro lavoro da fare, cioè le restanti partite che ci mancano e la posizione in classifica, il secondo posto sarebbe straordinario, di grande riguardo. Quando siamo partiti l'anno scorso eravamo a -12 dal Napoli ora ci siamo insieme, stiamo cercando di diminuire il gap con la Juventus, quindi complessivamente il lavoro è stato fatto, non dobbiamo rimanere su questa sconfitta. Il mio futuro è arrivare più in su possibile. Fino al punto di non essere eliminati dalle competizioni, devo creare l'attenzione massima per portare a casa la qualificazione, io sono stato al gioco per certi versi che siamo fortissimi, ho reso partecipi i giocatori e tutti dicono che la Roma deve vincere, ma se non lo faccio mi dite che ho lavorato bene (ride). Con il Lione si poteva passare il turno, anche stasera non siamo stati bravissimi nell'aspettare gli episodi che dovevamo portare a casa per lo scorrimento della partita. Si dice che siamo bravi, ma di qualcuno sarà la responsabilità. Dove abbiamo perso la qualificazione? L'abbiamo persa con il gol di Immobile nella prima partita".

Spalletti in conferenza stampa (a cura dell’inviato all’Olimpico Gabriele Chiocchio)

“Da cosa sono deluso di più? Mi delude il fatto di essere uscito. Poi questa partita è stata determinata dal risultato dell’andata. Però la partita l’avevamo iniziata bene, col piglio giusto. Bisognava essere bravi a sfruttare quello che sarebbe passato, è difficile creare moltissimo con una squadra che si mette dietro, con tre centrali fisici e due di corsa sulle fasce. Abbiamo creato un paio di occasioni che potevano determinare qualcosa in più. Se le avessimo sfruttate, sarebbe venuta fuori un’altra partita. Cosa manca? Quando i risultati sono composti in questa maniera, bisogna solo aver pazienza e lavorare. Si vede che la squadra commette degli errori, delle ingenuità, come nel secondo gol in cui ci siamo fatti trovare lunghi e larghi, facendo un fuorigioco senza presupposti. Sono errori che non vanno commessi. L’equilibrio, la testa in qualche momento non ha avuto quella continuità che deve avere in questa fasi così importanti. Non c’è andata neanche benissimo, se faccio la conta degli episodi. C’è da alzare il livello di professionalità, di lavoro, di attenzione, da dare continuità a questo lavoro e cercare di portare in fondo una classifica più importante possibile. In tutti questi incontri, tutti questi momenti fondamentali c’è anche questa posizione di classifica. Anche la Lazio sta facendo molto bene, la partita la puoi perdere, ti può andar male. Ma il lavoro nel pacchetto dei 18 mesi è evidente, viene fuori. Ci sono dei numeri, tu devi portare a casa tanti numeri per riempire un’analisi che ti vede in una classifica così importante. Quando sei partito eri davanti tanti punti, quando siamo partiti eravamo a 12 punti dal Napoli. Il Napoli ha venduto Higuain ma preso giocatori forti. Andiamo avanti e lavoriamo, se nell’incontro fondamentale c’è l’episodio che ti gira contro o che non riesci a sfruttare o in cui abbassi il tuo livello di potenzialità non salta per aria tutto. Si tira una riga, ci ho provato diverse volte, ma sul passato non ho potuto incidere. Sul futuro qualcosa sono riuscito a fare. Domani c’è da ragionare in modo corretto, prendere atto e rendersi conto della realtà, poi rimetterci sopra quelle attenzioni, quella competenza, quel lavoro che bisogna avere per rimanere in questo gruppo di squadre che sono in cima. Se si riesce, il lavoro è stato fatto bene lo stesso. Se il discorso è che devi vincere e chiedi ai giocatori, ti rispondono di sì. Si dice sempre in quella maniera, poi quelle che arrivano seconde, terze, quarte hanno fatto un lavoro, c’è uno star lì che merita un’attenzione e merita considerazione. Ma è una sconfitta che fa male, come contro il Lione ero convinto di riuscire a passare il turno. Quando trovi una difesa così chiusa c’era da metterci qualche uno contro uno, abbiamo sfondato poco nonostante sia stata portata pressione. Per lunghi tratti della partita abbiamo perso palla e risoffocando, a volte abbiamo esagerato andando lunghi e lasciando spazi a giocatori di qualità che ti ripartono. Abbiamo subìto 3-4 ripartenze brutte, sono corse a testa bassa. Abbiamo fatto tante cose bene, abbiamo riconquistato subito palla, è chiaro che se la prima volta che vengono si prende gol e la seconda si lascia tutto quel campo… è così. Sono 25 anni che sono in uno spogliatoio. Questa era una partita importante e carico tutto su questa partita, questa è andata. Ognuno poi gli dà il condimento che vuole. Il rapporto dentro lo spogliatoio è iniziato il primo giorno. In una settimana tu parli su quello che deve essere la mentalità, l’obiettivo. Nel rapporto tra intenzioni generali, chi siamo, dove vogliamo arrivare, si tocca quasi tutti i giorni. C’era questa partita che era importante, da mettergli quel peso. A quale fattore ricollegare l’eliminazione? Ci si mette un po’ di tutto, quello fondamentale è sempre riuscire a sfruttare quei 2-3 palloni che ti passano per fare gol. Prima ho detto alle televisioni che non dovevamo prendere il secondo gol nella partita di andata, Abbiamo giocato una partita a viso aperto, sono stati un po’ più chiusi di noi. In questo fatto tattico c’è l’insidia che poi tu ti senti superiore e provi a spingere: ti ritrovi i due terzini aperti, il centrocampista che ha tentato di sforare, perdi palla ed equilibrio. Bisogna che qualche volta tu ci batta il naso, diventa facile presentarti il conto. Se non ci batti il naso… noi l’abbiamo battuto. Non abbiamo preso gol impossibili o risultati difficili da digerire. Se lo dici e la partita la porti in fondo e la perdi per una bischerata. Diventa difficile perché non ci hai battuto il naso. Il ritorno della Curva Sud? È un valore aggiunto che vuol dire punti. Si fa sempre gli stessi giochi di parole, a volte si gioca anche sui nomi. È come averli qui, è come sentire il cuore lo stesso e via dicendo, sono giochi di parole per dare forza e considerazione a un dato di fatto importante, perché il movimento che ha dietro una squadra come la Roma ce l’hanno in pochi. Secondo me se fossero stati presenti la squadra ne avrebbe beneficiato. I giocatori ne hanno parlato dentro lo spogliatoio prima di arrivare a questa partita che ci tenevano per la loro professione e per il fatto di non poter sbagliare in riferimento alla presenza dei tifosi. Ci dispiace che proprio quando sono rientrati è coinciso con l’eliminazione. Se stanno vicini alla squadra, diventa ancora più forte di quello che non ha fatto vedere in questa stagione. Se basta o se non basta ce lo diremo in fondo”.

Spalletti a Roma TV a fine partita

“La partita? Siamo entrati con il piglio giusto, ci sono stati due-tre episodi in area di rigore avversaria in cui avremmo dovuto essere più pronti. Nel tentativo di forzare bisognava mantenere l’equilibrio. Il primo comandamento di oggi era non prendere gol. Alla loro prima occasione abbiamo preso gol ed è diventato ancora più difficile. Buona la prima mezz’ora? Sì però poi cominci a perdere metri e poi prendi le ripartenze. Come sta la squadra? Il contraccolpo può esserci. Stasera sei distrutto. Siamo andati a salutare la Curva perché era importante, poi però quando non hai nulla in mano ti dispiace. Poi però bisogna guardare in faccia la realtà e fare un bilancio dei 18 mesi. Ci può stare di perdere una partita. Contro il Lione e la Lazio abbiamo perso uno scontro su due. A volte bisognerebbe solo cambiare qualche episodio. I numeri per valutare la squadra sono lì. Un po’ di numeri positivi somigliano a un lavoro fatto. Domani ci racconteremo la verità. Io ho provato a modificare il passato senza riuscirci, sul futuro qualcosa ho fatto. Quando ho tentato di modificare il passato ho sempre perso. Più rimpianti per il derby di andata o per quello di stasera? La valutazione è nell’insieme. Preferisco una squadra che non va a rischiare di fare l’1-1 ma che non prende il 2-0 nell’andata. I giocatori però vengono attratti dalla partita. Non è facile per un calciatore rimanere in equilibrio e rendersi conto di determinate situazioni. Avendo l’imposizione di ribaltare il risultato è un problema e ogni tanto succede di perdere gli equilibri”.   


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