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Sterchele: "Olsen? All'inizio ero scettico, ma è veramente un bravo portiere"

di Marco Rossi Mercanti

Giorgio Sterchele, doppio ex di Cagliari e Roma, è intervenuto all'AS Roma Match Program:

Cosa non andò della sua esperienza alla Roma?
“Premetto che Roma è stata una tappa molto importante della mia carriera, dove ho imparato tanto e disputato gare di alto livello”.

Ok, ma poi?
“Poi, evidentemente, non ero totalmente adeguato per questa realtà. Diciamo che il mio rendimento fu anche condizionato dall’andamento generale della squadra. Ci salvammo alle ultime giornate con Sella e Liedholm in panchina. Segno che non furono i portieri il problema di quella stagione”.

Il girone di andata ci fu lei trai i pali. Al ritorno, invece, trovarono spazio Cervone e pure Gianluca Berti.
“Sì, Giovanni fu rimesso in rosa dopo qualche problema fisico e incomprensione con i dirigenti di allora. Cervone resta uno dei migliori interpreti del ruolo con cui ho avuto a che fare nella mia vita”.

Eravate concorrenti, ma leali.
“Assolutamente. Io ho imparato tanto da Giovanni. A livello tecnico e di personalità mi ha trasmesso molto. Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto. Devo dire che anche da Franco Tancredi ebbi modo di apprendere parecchio. Poi fu proprio lui uno di quelli a volermi alla Roma. Un grande riconoscimento per il mio valore”.

Tancredi?
“Esattamente. Venne a vedermi più volte quando giocavo nel Vicenza e alla fine mi trasferii alla corte di Mazzone. Il mister mi notò giocare in provincia e, insieme al direttore sportivo Mascetti, mi portò nella Capitale. Col Vicenza vinsi il campionato di Serie B, ebbi una bella vetrina”.

Però fu Carlos Bianchi a farla giocare con continuità.
“E di questo lo ringrazierò sempre. Peccato che, successivamente, la Roma non diede seguito all’ottimo inizio di campionato. Bianchi aveva una mentalità da tecnico diversa rispetto ai colleghi della Serie A, non era propriamente consona al campionato italiano. Ricordo che non vedeva di buon occhio nemmeno Totti…”.

Non una scelta lungimirante.
“No, assolutamente. Stava per andare alla Sampdoria nel mercato di gennaio, poi Francesco fece ricredere l’allenatore nel torneo Città di Roma dove fu grande protagonista. E rimase in giallorosso. Totti è stata l’ultima bandiera del calcio italiano. Ha dato la sua carriera per la Roma e uno così non lo rivedremo più”.

Sterchele, invece, nello stesso mercato di gennaio passò al Cagliari.
“Mi volle ancora una volta Mazzone. Facemmo un girone di ritorno collezionando tanti punti, ma non fu sufficiente. Arrivammo allo spareggio. Pure quella piazza mi è rimasta nel cuore come Roma. La gente sarda è incredibile. Ma a Roma forse mi lega qualche affetto in più…”.

Ad esempio?
“Mio figlio, di 24 anni, tifa Roma. E pure io sono rimasto un bel simpatizzante”.

Che pensa della Roma di oggi?
“È una squadra che ha un progetto molto interessante. I giovani proposti sono molto forti e, se negli anni prossimi resteranno tutti, la Roma sarà una della squadre migliori del campionato. Senza dubbio. Capisco l’inquietudine dei tifosi, ma non si può avere sempre tutto e subito”.

Olsen?
“È veramente un bravo portiere. Ero scettico all’inizio, poi si è guadagnato la fiducia con ottime prestazioni. Alla Roma c’è un preparatore dei portieri molto bravo come Marco Savorani. Ha lavorato alla grande con Szczesny e Alisson. Sta facendo lo stesso con lo svedese. Scelgono bene i portieri, ma li allenano altrettanto bene”.

Anche lei oggi è preparatore dei portieri, per la società dilettantistica Este.
“Mi diverto, ma non nego che mi piacerebbe lavorare a tempo pieno per una società professionistica. Anche di Serie B”.

Com’è la sua giornata tipo?
“La mattina sono occupato, vado a caccia o a pesca. Il pomeriggio alleno i portieri. Vivo da solo in provincia di Vicenza dove sono nato. Ho un appartamento vicino a quello di mia madre. Lei è al piano di sopra, io vivo di sotto. Mio figlio ha preso la sua strada ed è giusto che sia così. Io mi sono separato e non ci penso minimamente a rifarmi una vita. Sto benissimo per conto mio”.

Alberto Malesani, in una recente intervista, si è lamentato per il circuito dei social che – a suo dire – avrebbe minato la sua professionalità evidenziando solo passaggi folcloristici nelle conferenze stampa. Su di lei è stato fatto un giochetto simile, facendo girare una sua immagine in cui non sarebbe pienamente in forma. Le ha dato fastidio?
“Ho avuto modo di vedere quella foto, ma non mi ha fatto troppo effetto. Un po’ di pancetta ce l’ho, non lo nego. Ma non mi interessano particolarmente queste cose. Cerco di essere più che apparire, ma mi rendo conto che nel calcio di oggi si notano anche determinate cose. Forse sbaglio, però guardo avanti e continuo ad andare per la mia strada”.


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