Toni: "Fin quando le cose sono andate bene ho avuto un ottimo rapporto con la società"
Fonte: Teleradiostereo
Le parole di Luca Toni a Teleradiostereo
“Io e Francesco venivamo da due infortuni, per giocare assieme visto che siamo due prime punte ci voleva un sistema diverso, la Roma non era abituata, normalmente gioca con una sola punta, poi Mirko stava bene, era un periodo di forma pazzesco e si accentrava molto. Poi il mister faceva altre scelte, per un periodo ci siamo alternati in attacco io e Francesco. Poi la società alla fine ha fatto altre scelte”.
Ma tu e Totti non potevate proprio giocare insieme?
“Penso che assieme abbiamo fatto cose buone, ma per giocare assieme serviva un sistema di gioco che la Roma non ha mai usato. Abbiamo fato buone gare assieme e io non ho segnato ma ci sono andato vicino, come a parma o Bari. Poi Mirko era in una condizione spaventosa e quindi doveva giocare. Lo dico senza nessuna polemica”.
E, visto che non vuoi fare polemiche, come ti sei lasciato con la società?
"Da giocatore vedi l’ambiente nei tuoi confronti. Con la società ho avuto un ottimo rapporto quando le cose andavano bene, poi giocando meno ho visto rapporti più freddi, ho visto meno entusiasmo di tenermi. La società ha fatto altre scelte”.
Adesso chi è che ti cerca con più insistenza? Il Genoa di Preziosi?
“Preziosi mi sta chiamando, ma prima devo parlare col Bayern. Non ci saranno problemi, faranno il possibile per aiutarmi. Ma Preziosi cerca di fare pazzie per averti e senti la voglia di averti. Si valuterà, ma in quindici giorni vorrei sistemarmi per fare la preparazione”.
Ma la Roma ti ha fatto una proposta per farti restare?
“Mah, non è questione... Se uno ti vuole ti metti al tavolo e trovi una soluzione. Lo vedi subito se ti vogliono. Penso la società abbia fatto altre scelte. Adesso credo, non so, sia ufficiale l’arrivo di Adriano. Offerte possono avermele fatte, ma ti rendi conto se vogliono tenerti o no, lo capisci subito”.
Con i tifosi però il rapporto è stato sempre splendido…
“Sì, da parte dei tifosi sì. Quando le cose andavo bene ma anche quando non giocavo mi facevano i complimenti, mi dicevano di lottare e insieme abbiamo lottato. Era un obiettivo troppo importante. Anche andando via da Roma c’era gente sotto casa a chiedermi l’autografo”.
Che bilancio fai di questa avventura?
“Sono stati sei mesi intensi, sono arrivato con la Roma quinta e siamo arrivati a un passo dal sogno. Ho visto cose bellissime. Roma è una piazza importante, ha Roma ha un grande seguito. Ma sono scelte. Mi porto dentro questi sei mesi belli, vediamo che succederà”.
Quando hai capito che la Roma non voleva riscattarti?
“Quando le cose andavano bene c’era voglia di tenermi. Poi, per giocare io e Francesco bisognava cambiare modo di giocare. A quel punto c’è stato un raffreddamento”.
Te la senti di fare un in bocca al lupo alla nazionale per i mondiali?
“Fare un in bocca al lupo alla nazionale mi fa piacere, mi è dispiaciuto non andare ma sono tifoso dell’Italia, io un mondiale l’ho già vinto fortunatamente, non è che sono invidioso, al massimo ne vinciamo un altro”.
E ad Adriano fai gli auguri per l’avventura romanista?
“Io auguro il bene di qualunque giocatore della Roma, a lui e a chi altro arriverà. Sicuramente”.
Con Francesco vi siete parlati dopo l’addio alla Roma?
“No, l’ho visto l’ultima partita e ci scherzavo, gli ho detto ‘corro più io di Adriano’. Abbiamo scherzato fino all’ultimo giorno”.
Saresti rimasto a fare la riserva alla Roma ma con una Champions da giocare?
“Dipende da tante cose. Ho fatto la C, la B, la A. Certo, la Champions, la Roma erano piazze importanti. Nessuno ti garantisce il posto, bisogna sempre lottare per averlo. Ma un conto è lottare sapendo che c’è voglia di avere Toni in squadra…”.
Con Ranieri che rapporto avevi?
“Un rapporto schietto, con lui gioca chi sta bene, lui guarda solo il campo. Non abbiamo avuto grande dialogo, diciamo una via di mezzo. Ci siamo salutati con affetto. Mi ha dato la possibilità di rimettermi in gioco, abbiamo vissuto sei mesi stupendi”.
Con l’Inter avete avuto la sensazione di potercela fare?
“Sì, è stata la serata della svolta. Il gol all’Inter sotto la Sud e quella corsa me la porterò dentro per sempre. Ci abbiamo creduto fino all’ultima partita, speravamo che a Siena ci facessero un regalo. Invece…”.
Quanto rammarico avete per la partita con la Samp?
“Hai toppato una partita. Non ne hai sbagliata nessuna tranne quella in una cavalcata pazzesca di sei mesi. Per cercare di vincerla l’abbiamo persa, ma pareggiare o perdere era uguale. L’Inter purtroppo ne aveva toppate tre o quattro prima, noi in sei mesi non avevamo sbagliato mai. Poi loro avevano alla fine un calendario più semplice. Purtroppo topparne una in sei mesi è normale”.
E per quel Lazio-Inter che sensazioni hai avuto?
“Lazio-Inter l’hanno vista tutti. Abbiamo ‘rosicato’, ma purtroppo è così. È successo ma se l’aspettavano tutti”.
Adesso che hai giocato nella Roma che differenze ci sono col giocare in una grande come il Bayern?
“In Germania, se giochi nel Bayern che sei già forte non sei tutelato. In Italia se un fallo è a metà fischiano per la grande. In Germania se fischi un rigore dubbio a una squadra forte sei rovinato, ti dicono: ‘sono già forti, li aiuti anche?’. Nella Roma se c’era qualche fischio nelle partite importanti non era mai a tuo favore. Con la Samp se ci danno quel rigore magari vinci lo scudetto. Poi siamo arrivati corti per un punto”.
Quali ricordi ti tieni?
“Il primo giorno è stato pazzesco, con la Lodigiani. Poi il gol sotto la Sud con l’Inter lo ricorderò sempre, ci ha fatto sognare. Per cinque minuti non ho capito più niente”.
Cosa dovrebbe fare la Roma per colmare la lacuna con l’Inter?
“È chiaro, dovrebbe prendere grossi campioni. La Roma non ha 20 campioni come l’Inter. Devi prendere giocatori forti, è l’unica maniera. Così devono fare tutte, prendere giocatori forti per colmare il gap. Poi dipende dall’allenatore, dall’entusiasmo…”.
Che differenza c’è tra Bayern e Roma?
“La differenza è che il Bayern ha davvero tanti soldi”.
Adesso cosa cercherai?
“Ho voglia di un progetto dove mettermi in gioco, due anni o tre cambia poco. Voglio un progetto che mi affascini. La priorità è stare in Italia, dall’estero ho offerte importanti ma preferisco l’Italia”.
Un saluto con cui congedarti da Roma?
“Ringrazio tutti, anche se non abbiamo raggiunto il sogno”.