TRIGORIA - Tiago Pinto: "Nessuno scontro con Mourinho. Lukaku? Non mi conviene dire quando ho capito che sarebbe stato possibile. Ossessionato da sempre da Renato Sanches". VIDEO!
Fonte: Dall'inviato a Trigoria, Marco Campanella
Il GM della Roma Tiago Pinto ha parlato ieri in conferenza stampa per commentare alcuni temi del calciomercato. Vocegiallorossa.it ha seguito l’evento live fornendo la diretta testuale delle parole del portoghese.
Domanda di Vocegiallorossa.it - Quando ha capito che l’operazione Lukaku è potuta diventare fattibile? Che giorni sono stati a Londra e come ha convinto il Chelsea e il calciatore?
“Non mi conviene dire quando l’ho capito che sia stato possibile. Ho tanti difetti ma non sono bugiardo. Lukaku tre mesi fa non potevo prenderlo. Ho un buon rapporto con le persone che lo seguono. Ci sono situazioni nelle quali i primi di luglio sono impossibili e dopo, se ci sono i momenti giusti, cercare di sfruttarli ed è quello che è successo. Per Lukaku l’intervento dell’allenatore è stato importante, anche per il rapporto che hanno avuto. Voi avete visto il coinvolgimento personale dei proprietari e questo hanno semplificato molto il mio lavoro. Si sono messi dentro la trattativa e hanno sbloccato delle cose. Per tutti questi giocatori come Lukaku, Dybala e come altri che avevo in testa, il segreto è sempre lo stesso: devi aspettare e monitorare la situazione e aspettare il momento giusto dove tu puoi convincere loro e poi devi essere veloce. Con Lukaku abbiamo fatto 4-5 giorni, con Paulo 5 giorni. Se poi cominci a parlare troppo perdi l'opportunità".
Il rinnovo di Mourinho?
“Faccio una piccola introduzione: ho sempre detto che non parlo tanto ma sono sempre disponibile a parlare di mercato. Oggi sono qua e ci sono anche altre domande su altri temi. Io ho sempre rispettato le mie parole. I rinnovi sono temi importanti e li trattiamo sempre bene. Siamo carichi e motivati per riprendere quello che è il nostro obiettivo e le nostre forze per portare a casa i risultati. Tutti i temi che sono importanti per la società, come i contratti, li affrontiamo internamente”.
La Roma continuerà a investire sui giovani?
“Quando comincia una sessione di mercato io penso che noi abbiamo bisogno di mettere insieme tre piani: uno è quello tecnico, cerchiamo sempre di fare una squadra migliore. Se facciamo il paragone tra i giocatori che sono andati via con quelli che sono venuti secondo me la squadra è migliorata: abbiamo più soluzioni. Dopo abbiamo il piano economico: siamo dentro un settlement agreement, dove in due anni dobbiamo riuscire a spendere con la squadra il 70% di quelli che sono i ricavi del club. Quindi mentre alcuni direttori sportivi si godevano le vacanze io sono andato tutto giugno a cercare di portare a casa dei risultati economici. Dopo c’è anche il piano strategico: per un club come la Roma per uscire da questa situazione deve prendere dei giocatori giovani e con prospettive future, con anche risultati a fini economici. Se avessi pagato 20 milioni di euro per Ndicka e 20 per Aouar magari questa domanda non era messa così, sono tutti e due Under 25 che hanno tanta esperienza. Con i paletti che abbiamo stiamo cercando di equilibrare tutti questi tre piani e potete capire che non è semplice. Dall'arrivo di Mourinho il settore giovanile è sempre stata una parte principale della strategia: lui dal primo giorno ci ha sempre puntato. Oggi abbiamo due giocatori come Zalewski e Bove che fanno parte della prima squadra. Il fatto che abbiamo aumentato il monte ingaggi è vero, ma siamo riusciti a mettere questi tre piani insieme”.
Marcos Leonardo?
“Lui è un obiettivo. Questi giocatori di prospettiva rientrano nei nostri piani. Oggi questi giocatori hanno valori importanti”.
Con questa Roma la rosa ha l’obbligo di arrivare in Champions? Pensa di aver consegnato a Mourinho una squadra che può lottare per la Champions? Mourinho ha detto che giocatori come Dybala e Renato Sanches stanno qui anche per la loro storia di infortuni, per lei è un complimento o vedo come uno sminuire?
“La prima cosa che voglio dire è che sarà impossibile uscire da questa conferenza con il minimo feeling tra me e Mourinho. Voglio avere molta attenzione a quello che dico, non voglio che possa uscire da qui uno scontro tra me e Mourinho. Tutto quello che pensiamo ce lo diciamo in faccia e siamo motivati per la società. Sul tema della Champions, dal primo giorno che sono arrivato qui ho capito che la Champions è la prima ambizione per questa squadra, anche per me lo è. Dopo se arriviamo o meno poi è un altro tema, se siamo obbligati? Sono parole che non uso. Quando vado a prendere giocatori come Wijnaldum, Dybala, Lukaku, Tammy tu devi dirgli qualcosa. Tu pensi che verrebbero se non lottassero per obiettivi come la Champions? Non è così. Dal mia punto di vista è questa la logica, non penso che io e l’allenatore siamo in disaccordo. Sul terzo tema degli infortuni voglio dire due cose: con tutto rispetto per la Roma e per i suoi tifosi è ovvio che non siamo il Manchester City. Potevo pure prendere Rice, ma non si può. Dobbiamo sapere la realtà. Un altro tema è quello degli infortuni. Oltre Dybala, che è stato per noi fondamentale, noi siamo riusciti a mettere in condizione fisica ottimale dei giocatori che avevano tanti problemi fisici. Come Zaniolo, Smalling, Dybala. Se andrà male con Renato Sanches c’è un responsabile: Tiago Pinto. Io sono ossessionato da quel giocatore. Al Benfica l’ho voluto prendere e non ci sono riuscito. In passato alla Roma l’ho voluto prendere e non ci sono riuscito. Ora invece ci sono riuscito. Se avrà problemi in futuro è colpa mia. Sono convinto che con questo allenatore, con questo staff tecnico e medico e con tutto quello di cui Renato ha bisogno intorno possiamo tirare fuori il meglio di lui. Abbiamo fatto anche un contratto dove deve giocare un tot di partite per poterlo prendere”.
In questa stagione resterà la stessa linea degli arbitri dello scorso anno?
“Non voglio entrare in guerre, non voglio fare polemiche. Dobbiamo sentire quello che dicono gli arbitri e loro devono sentire noi. Personalmente ho un po’ smesso, quindi non ti saprei rispondere bene a questa domanda. Oggi non capisco nulla, quindi faccio fatica a rispondere. Non riesco a capire la differenza tra Zaniolo a Napoli e Rui Patricio contro il Milan. Non è una critica a nessuno. Il potere decisionale dentro il campo è minore. Quello che noi aspettiamo dagli arbitri è sempre lo stesso: giustizia. Oggi sono ancora giovane ma faccio fatica a capire la strada che il calcio segue”.
Da Scamacca a Lukaku passando per Marcos Leonardo, come mai avete cercato tutti questi giocatori con caratteristiche diverse? La storia di Beltran con la Fiorentina?
“Faccio una battuta: ho 38 anni, sono divorziato, non ho figli, sono abituato a prendere i no. Quindi non è un grande problema. Non ho seguito attentamente tutti i nomi che sono stati accostati alla Roma. Tu hai parlato di due giocatori che avevamo trattato e di cui avevamo interesse. Scamacca era un giocatore con il quale stavamo parlando, poi per ragioni ovvie e pubbliche non siamo riusciti. Marcos Leonardo è un obiettivo. Noi lo seguiamo da 15-16 mesi: non dico che era una situazione fatta ma era un accordo fatto tra le tre parti. Abbiamo avuto la sfortuna che un club storico come il Santos lotta per non andare in B, l’allenatore è stato licenziato. Hanno venduto due ragazzi giovani e la situazione si è complicata. Io ho dovuto rispettare tutto ciò ma continua a essere un obiettivo, è un giocatore che conosco molto bene. Tutti voi avete riconosciuto che questo mercato è stato difficile per tutti i club che cercavano un attaccante. Penso che tutti i tifosi della Roma siano contenti che sia arrivato Lukaku il 28 agosto, piuttosto che Tonino. Sul tema della Fiorentina, mi dispiace ma non so di cosa parli. Beltran è un giocatore che noi conoscevamo ma non so cosa sia successo con la Fiorentina”.
Come è andata con Matic? Frattesi lo volevate prendere davvero?
“A voi piace parlare dei miei insuccessi (ride, ndr). Su Matic, non voglio dire tante cose. Mi dispiace e non me l’aspettavo. Le ultime due settimane di Matic non me le sarei aspettate, ma su queste cose sono diverso da voi. Io prendo il lato positivo: poco dopo abbiamo preso Paredes. Come ha detto anche il mister, se un giorno Matic vorrà spiegare spiegherà. Frattesi? Ho sempre detto che fosse uno dei miei preferiti, poi ognuno di noi è libero di fare scelte. Non ho rimpianti, voglio bene a questi giocatori perché mi sento anche un po’ italiano. Sono grandi giocatori e spero che le cose andranno bene. Abbiamo preso comunque anche dei soldi da quella trattativa”.
Sono soldi che entreranno e sono già utilizzabili?
“Questa è una delle cose delle quali ho bisogno di spiegare. Noi dentro i paletti UEFA abbiamo due cose diverse:una di queste è il settlement agreement, a causa del quale possiamo spendere per due anni fino al 70% ricavi e siamo tutti allineati tra di noi. Come quando sono andato in fretta per fare i 34-35 milioni entro l'ho fatto per rispettare questo piano e stiamo messi bene da questo punto di vista. Tutti quei soldi che fanno parte della futura rivendita rientrano in questo piano. Ma dopo c’è un altro strumento, il transfer balance: uno strumento che monitora i giocatori della lista A UEFA da un anno all’altro. Ovviamente è molto difficile mettere tutto questo in ordine. Abbiamo fatto 15 milioni di euro per futura rivendita tra Ünder, Calafiori, Frattesi, Antonucci. Zaniolo no, perché è andato in prestito. Questi soldi non rientrano nel transfer balance. Abbiamo fatto 18 milioni di euro con Volpato, Missori e Tahirovic. Questi ragazzi pure se sono andati in panchina loro erano in lista B, quindi non contano nel transfer balance. Ho litigato una settimana con Luis Campos per Paredes: lui voleva una cifra e io un’altra. Alla fine siamo riusciti a fare 2 milioni e mezzo di trasferimenti e 2 milioni di euro di bonus. Ma quei 2 milioni e mezzo di bonus sono difficili: deve giocare 80 partite da titolare. Nel transfer Balance loro mi contano al 100%, il costo di Paredes sono 4 milioni e mezzo. Non vengo qui a fare il Calimero, a dirvi che questo è male o bene: io sono totalmente d’accordo con i principi UEFA, con quelli della sostenibilità anche. Con questi strumenti il nostro lavoro diventa molto difficile e infatti due nostri giocatori non possono rientrare nella lista A di quest’anno proprio per queste limitazioni. Volevo fare chiarezza su questa cosa tecnica, è davvero difficile arrivare fino in fondo con una squadra ancora più forte. Il mio lavoro è magari più difficile di quello che sembra”.
Qualcuno ha scherzato sul suo cambiamento fisico da quando arrivato ad ora. Questioni esterni e portiere?
"Pure io ho capito questo, sono diventato diverso ma sono dimagrito e ho successo. Sono stanco, non lo nascondo. È difficile stare tre mesi sotto questa pressione ed ansia senza dormire e mangiare, non mi condiziona molto la pressione esterna ma voglio fare le cose fatte bene. Infatti dopo la conferenza vado in Portogallo. Penso sia normale il giudizio delle persone su queste tre partite, per fortuna e speriamo avremo 54 partite da fare. Abbiamo Spinazzola, Zalewski, e gli altri che hanno qualità, possono fare meglio come tutti noi, ma sono troppo affrettati i giudizi per tre partite. Avremo margine di crescita, siamo motivati per far meglio e lo faremo, sono sicuro. Sul portiere ancora di più. Quando sono arrivato qui la situazione portieri era un problema. Rui è stato il migliore della Conference, poi nei top della Serie A per clean sheet, ora che non è stato al livello ci facciamo domande. Se giochiamo male, lo facciamo tutti. Ho fiducia in tutti i giocatori al 100%. Se qualche agente di un portiere ti ha detto che li ho chiamati, è una bugia".
Non è pericoloso per i giocatori avere allenatore e GM in scadenza?
"Su questi temi dei rinnovi ne parliamo nei posti giuste e non qui. Sono sicuro che in questo momento siamo tutti concentrati su un obiettivo: fare del nostro meglio durante la sosta e non è semplice perché abbiamo perso molti giocatori. Poi migliorare quello che dobbiamo quando ci ritroveremo tutti, insieme e uniti come una famiglia. Ho detto quello sulla situazione dell'allenatore, figuriamoci se mi preoccupo della mia. È l'ultima delle mie preoccupazioni".
La trattativa più difficile che ha dovuto affrontare?
"Sono veramente fortunato, l'ho detto nell'ultima conferenza stampa. Durante la prima estate non potevo uscire di casa dopo la partenza di Dzeko ed è arrivato Abraham, poi Dybala e quest'anno Lukaku. Sono trattative diverse, persone diverse, la cosa principale è far sentire i giocatori a casa e farli sentire importanti. Non è tema di soldi e contratto, ma far capire che Roma è un club importante dove possono sentirsi importanti. Per me è difficle dire quale sia stata la più difficile. Sono scaramantico, in tutte le sessioni mi piace portare uno così e vediamo nelle prossime. Sono molto fortunato".
Si è parlato di Dybala in Arabia Saudita, avete mai avuto paura di perderlo?
"Pensavo che la domanda fosse se anche io andassi in Arabia. Su Paulo io mi ricordo che nella conferenza stampa dello scorso anno ero molto contento di averlo portato, poi mi avete fatto tre domande sulla clausola e anche in tutta la stagione se n'è parlato. Noi abbiamo un grande rapporto con lui e i suoi agenti. Lui oltre a essere un giocatore favoloso è un professionista fantastico. Abbiamo una grande comunicazione. Quello che invito a fare è godersi Dybala. Poi per il futuro se ne riparlerà nei momenti giusti. Vi invito a fare una riflessione: quanto si è detto e scritto che sarebbe andato via? Penso che anche voi dovete fare una riflessione sul perché si alimenta questa cosa. Lui è qui adesso. Negli ultimi due anni e mezzo non ho mai venduto aspettative fake. Sono molto contento per lui e di lui, faremo di tutto per continuare insieme".
Il mercato georgiano?
"Kvara è molto forte. Oggi lo scouting è più democratico, si sono tanti giocatori di Paesi non conosciuti circa 10 ani fa e oggi sono importanti anche perché tutti i club cercano di fare il meglio possibile con le minori risorse. La cosa più interessante nel calcio è che il calcio è più democratico".
Non le chiedo il voto, ma quanto è soddisfatto? C'è un rimpianto?
"La stagione scorsa avete dato un voto molto buono, si vede alla fine. Voglio essere sempre coerente con quello che dico, ho sempre detto che il mercato è il 20-30% del successo sportivo, il lavoro quotidiano è più importante. Da quando i Friedkin hanno preso il club chiaramente hanno fatto investimenti importanti, farlo evolvere dal centro sportivo allo stadio, e la squadra deve essere riflesso di questa strategia e ambizione più delle interviste e delle parole. Dobbiamo mettere i fatti. Nel mio lavoro cerco di fare il meglio e garantire migliori condizioni della scorsa stagione, se mi chiedete se sono contento? Ho sofferto tanto e lavorato tanto, non siamo mai contenti. Ho imparato male dal mio vecchio presidente che quando chiudo una trattativa potevo far meglio. Non sono mai felice. Penso che abbiamo fatto un buon lavoro per rendere giustizia all'ambizione della proprietà".
Scorrettezza per Zapata da parte dell'Atalanta?
"Ho anche i miei difetti, sono testardo. Durante una trattativa ho qualità e difetti e ho una cosa magari non molto apprezzata in Italia: ho un orientamento tedesco, se dico una cosa è quella e basta. Non parlerò mai di scorrettezza, Atalanta e Gasperini possono prendere una scelta. Non posso nascondere di aver parlato con Zapata, non siamo riusciti a prenderlo e abbiamo trovato altre soluzioni. Ripeto: abbiamo parlato con lui, è stata una trattativa e alla fine non è andata in porto e non dirò mai che non lo abbiamo preso per scorrettezza".
Un punto in tre partite, cosa sta succedendo?
"Ripeto: quando perdiamo lo facciamo tutti, quando vinciamo altrettanto. Non siamo contenti della situazione, ma non c'è motivo di panico. Sono state tre partite, difficili poiché il mercato è aperto, c'è confusione e ci sono problemi. Ma siamo consapevoli del valore che abbiamo, che possiamo fare meglio. Sono motivato e carico per tranquillizzare tutti, avremo le condizioni per migliorare dopo la sosta. Facendo paragone con mercato e risultati, ogni tanto manca un po' equilibrio e so che qui è difficile a Roma mantenerlo. Il giorno in cui abbiamo preso Azmoun ho ricevuto 100 messaggi su Instagram e mi dicono di andarmene e che sono scarso, scarso continuo a esserlo. Poi prendiamo Lukaku e mi dicono che sono il Re di Roma, sono solo un ragazzo normale che fa il suo lavoro. Sui risultati è un po' lo stesso: c'è frustrazione quando non facciamo le cose fatte bene. C'è frustrazione ma mancano 35 partite. I giocatori hanno qualità, l'allenatore ha le sue caratteristiche che sapete, siamo consapevoli del momento ma siamo carichi e motivati per trasformare il problema in una situazione positiva. Tranquilli".
🟨🟥 LIVE | La conferenza stampa di Tiago Pinto https://t.co/QJzYp59AGz
— AS Roma (@OfficialASRoma) September 5, 2023