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Villar: "Mi aspettavo di giocare di più all'inizio, la svolta è stata Roma-Parma 3-0. Devo migliorare tecnicamente. Mancini parla tantissimo in campo". VIDEO!

di Marco Rossi Mercanti

Il centrocampista giallorosso Gonzalo Villar ha rilasciato un'intervista durante il format "Table Talk", dove racconta la sua esperienza alla Roma mentre gioca a ping pong. Queste le sue parole:

Messi o Ronaldo?
“È una domanda difficile. Per me Messi è il calciatore più forte della storia per quello che ho potuto vedere. Aggiungerei poi Pelé, Maradona ma sono troppo giovane e non li ho mai visti giocare. Per me il più forte della storia è Messi. Ma in una partita secca, che sia semifinale o finale di Champions League, scelgo sempre Ronaldo. Alla fine scelgo lui”.

Come va la tua avventura alla Roma?
“Nei primi mesi che ero qui, mi aspettavo andasse un po’ meglio. Mi aspettavo di giocare un po’ di più, poi è scoppiata la pandemia e si è fermato tutto. Al rientro mi sentivo molto carico, ho giocato poco per le prime dieci partite, poi c’è stata la partita decisiva. La ricordo ancora oggi, era il 22 novembre e giocavamo in casa contro il Parma. Era la mia prima partita da titolare in Serie A e penso che in quel match, scusa se sono poco modesto, ho giocato molto bene e abbiamo vinto 3-0. Da quel momento è stato un crescendo, se devo tirare le somme dico che è stato un anno incredibile. Venivo dalla Segunda Division, ora qui alla Roma ci sono persone che tengono moltissimo a me e mi dimostrano il loro affetto”.

Sei molto amato dai bambini…
“Ne parlo spesso con i miei amici. È normale che ti chiedano un autografo, ma vedere ragazzi che comprano la tua maglietta e spendono soldi per questo è una cosa emozionante. Recentemente ho postato su Instagram un video a riguardo, di questo bambino che scartava emozionato il regalo e dentro c’era la mia maglia. Non te lo aspetti”.

Cosa mi dici dei tifosi della Roma in generale?
“Ma qui non esistono, nessuno ti ferma per fare una foto (ride, ndr). Non mi rifiuto mai di fare una foto con loro, ci sono passato anche io dopotutto. Alcune volte non si fermavano e questo un po’ mi dispiaceva, quindi io lo faccio volentieri per i tifosi”.

L’Italia è diversa rispetto alla Spagna?
“Quando sono arrivato in albergo, mia madre si è lamentata perché un giornalista l’aveva spintonata per avvicinarsi e farmi una foto. Ho chiamato mio fratello maggiore per dirgli che qui starebbe bene anche lui. Ora mi sono abituato, ma all’inizio vedevo tante telecamere che mi seguivano e giornalisti che mi fermavano per farmi una foto. La società mi aveva chiesto di non parlare perché la prima intervista dovevo rilasciarla alla Roma. È stato incredibile, sono sincero perché non me l’aspettavo”.

Quanto è stato difficile scegliere di venire alla Roma?
“Non è stato facile, avevo anche altre offerte da squadre di Liga, ma la Roma è stato il club che mi ha voluto più di tutti. Mi ha convinto a venire perché mi voleva fortemente, mi ha anche chiamato Fonseca per spiegarmi perché mi volesse. D’altronde, se non piaccio all’allenatore, non gioco ed è stato importante parlarci. Abbiamo parlato un quarto d’ora, lui è stato sincero con me. Mi aveva già visto durante le vacanze di Natale e ha detto che sarei stato utile, avevo tutte le carte in regola per stare alla Roma, per essere un giocatore importante della Roma, avevo determinate caratteristiche che mancavano alla squadra in quel momento”.

Ti senti migliorato?
“A livello individuale sì, anche se preferirei non considerare la gara contro il Milan. Non ho giocato bene, è stata una giornata di quelle che non ne hai proprio, giornata storta che capita”.

Che sensazione si prova giocare tutte queste partite?
“Non hai tempo per rilassarti, magari giochi bene la domenica e poi hai tempo per riposarti quasi una settimana. In genere tre partite si fanno in tre settimane, ora le giochiamo in 7 giorni, praticamente domenica-giovedì-domenica. In una settimana le cose possono cambiare velocemente”.

Con tutte queste partite hai cambiato metodo di recupero?
“Fisicamente sono una bestia ora (ride, ndr). Fisicamente sono migliorato, devo migliorare la parte tecnica, sono ancora un po’ limitato tecnicamente”.

Parli spesso con Borja Mayoral e Pedro, che cosa vi dite?
“Io e Borja abbiamo instaurato un ottimo rapporto sin da subito. Parliamo di molte cose, della partita, delle condizioni del campo, di ragazze, di macchine, parliamo un po’ di tutto”.

Quando inizierai a segnare?
“Ecco, parlavamo delle cose in cui devo migliorare… Per me non è tanto difficile segnare, è complicato crearmi le occasioni per andare a segno. Quest’anno gioco spesso accanto a Veretout, è lui il calciatore che s’inserisce in area e va anche in gol. Io tengo più la posizione per una questione di equilibrio. Se giochi a due, uno sale e uno resta basso”.

Mancini è il compagno che parla di più in campo?
“Per me parla un po’ troppo (ride, ndr). Si arrabbia spesso, è un grande giocatore ma parla veramente tanto in ogni momento della partita. Urla sempre, anche se ha davanti Mkhitaryan, Pedro o Dzeko.


https://www.youtube.com/watch?v=DJjZrbUwaPw


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