Lazio-Roma 1960: Manfredini dominatore del derby
Fonte: Vocegiallorossa.it
Era la Roma del presidente Anacleto Gianni quella che si accingeva ad affacciarsi agli anni sessanta con l’orgoglio ed il carattere rimasto immutato dai tempi di Campo Testaccio. L’allenatore dei lupi capitolini era Alfredo Foni, alla sua seconda stagione sulla panchina giallorossa. Quel torneo iniziò sotto i migliori auspici: nelle prime sei giornate la Roma aveva collezionato 4 vittorie, 1 pareggio ed 1 sconfitta con all’attivo ben 16 reti contro 6 subite. Pedro Manfredini, centravanti giallorosso, aveva messo la firma su otto reti siglando ben 2 doppiette precisamente alla prima di campionato in trasferta a Bari (0-3) e nella gara successiva cancellando l’Udinese con un secco 6-1.
LAZIO-ROMA Si arrivò così alla settima giornata, il 13 novembre, in calendario c’era il derby ospitato dai cugini. La Lazio scese in campo così: Pezzullo, Bizzarri, Eufemi, Carradori, Janich, Fumagalli, Mariani, Pozzan, Rozzoni, Franzini, Visentin. La Roma schierò nell’occasione: Cudicini, Fontana, Corsini, Pestrin, Losi, Guarnacci, Orlando, Lojacono, Manfredini, Schiaffino, Selmosson. Designato ad arbitrare l’incontro fu il signor Rigato di Mestre. Giornata di pioggia quel giorno ed il terreno era pesante. Ventesimo minuto: contropiede velocissimo di Selmosson che con un passaggio coglie Manfredini a tre metri dal portiere Pezzullo, Roma in vantaggio. Dopo due minuti il centravanti colpisce ancora di testa sfruttando una punizione di Lojacono, ma l’arbitro annulla per fuorigioco. La seconda segnatura non tarda comunque ad arrivare. Dopo soli due minuti, al 24°, un veloce scambio Schiaffino – Selmosson e successivo passaggio al numero 9 giallorosso che insacca per la sua doppietta momentanea. Lazio incapace di reagire ed anche frastornata da quella partenza ubriacante degli uomini di Foni. Al 36°, in evidente stato confusionale, la difesa biancoceleste commette un altro errore: malinteso tra Bizzarri e Carradori che mette in moto “Raggio di luna” Selmosson. Visto libero Pedro Manfredini lo raggiunge con un passaggio preciso e, di nuovo solo davanti al malcapitato Pezzullo, sigla la sua terza tripletta stagionale in sole sette gare. Partita virtualmente conclusa. Si va negli spogliatoi con un divario schiacciante tra le due formazioni, sia nel gioco che nel punteggio. Nella ripresa la squadra giallorossa non volle infierire oltre sui cugini e si limitò ad amministrare fino al 37° quando Orlando, sebbene mezzo infortunato, chiuse le marcature dell’incontro: 0-4. La squadra di Foni era un rullo compressore mentre la Lazio era in evidente difficoltà. Notizie confortanti arrivarono da Padova. L’Inter, impegnata contro i padroni di casa, dopo essere passata in vantaggio con Masiero all’undicesimo del primo tempo non seppe resistere al ritorno dei patavini. Allo stesso minuto della ripresa subì il pareggio di Milani. Al 17° Tortul segnò il gol della vittoria per i biancorossi veneti. Grazie a quel risultato sorprendente la Roma si ritrovò sola in testa alla classifica con 11 punti davanti ad un terzetto di squadre a 10. Si iniziò a sognare nella capitale.
IL TRIONFO ARRIVÒ IN EUROPA Purtroppo la testa della classifica non durò a lungo malgrado le prodezze di “Piedone” Manfredini che già la domenica dopo, il 20 novembre, firmò la quarta tripletta della stagione nella gara interna con il Padova vinta 3-1. Vari infortuni, tra cui quelli del portiere Cudicini , di Guarnacci e di altre pedine fondamentali, pesarono sul rendimento della squadra. Anche incomprensioni tra il Mister ed i giocatori, spesso dovute a ritiri forzati mal digeriti dai campioni giallorossi, crearono un certo malumore nell’ambiente. La Roma quell’anno terminò il suo campionato al quinto posto preceduta nell’ordine da Juve, Milan, Inter e Sampdoria. Sulla sponda biancazzurra del Tevere, invece, si assistette ad una vera e propria disfatta: la Lazio concluse il suo campionato mestamente all’ultimo posto con soli 18 punti, staccata di ben 7 lunghezze dal Napoli penultimo che concluse il torneo a 25 punti. A fare compagnia alle due squadre del centro-sud nel cadere nel baratro della retrocessione fu un’altra squadra meridionale, il Bari, a seguito di uno spareggio con Lecco ed Udinese.
Ma quella stagione fu indimenticabile per un altro importante successo conseguito dai giallorossi: il trionfo nella terza edizione di Coppa delle Fiere, poi divenuta Coppa UEFA ed attuale Europa League. Infatti un successo europeo, nel corso di mezzo secolo di storia giallorossa successivo a quella stagione, non fu più raggiunto, malgrado le due finali giocate in tempi più o meno recenti. Il calendario della manifestazione era alquanto singolare: dopo le eliminatorie, i quarti e le semifinali, disputate rispettivamente contro Union St. Gilloise, Colonia ed Hibernian Edimburgh la finale del torneo, con le gare di andata e di ritorno, fu disputata tra settembre ed ottobre del 1961. L’andata si giocò precisamente il 27 settembre a Birmingham e finì 2-2 mentre il ritorno avvenne il giorno 11 ottobre a Roma: 2-0. Con un autogol ed una bellissima segnatura di Pestrin i giallorossi, a cui si era aggiunto nella rosa l’ex interista Antonio Valentin Angelillo, centrarono il successo nella manifestazione. Il Birmingham era sconfitto. Sulla panchina giallorossa sedeva in quella nuova stagione 1961/’62 l’ex allenatore del Real Madrid Luis Carniglia che, nella stagione successiva, ad inizio novembre, fu a sua volta rimpiazzato dal suo predecessore Alfredo Foni.