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Roma Cesena 1982 83: Pruzzo brinda al ritorno di Conti e Ancelotti

di Massimiliano Spalluto

Contro il Cesena, quel 17 ottobre 1982, la Roma targata Viola si ritrovò per la prima volta al completo in una stagione da tutti, poi, ricordata come “magica”. Undici campioni che inseguivano un sogno: riportare il tricolore a Roma dopo quarant’anni. L’abbraccio ideale dell’Olimpico servì a cementare un gruppo già fortissimo e motivato; il meraviglioso pubblico giallorosso intravide, con un’intuizione supportata dalla consapevolezza di avere una società solida e ambiziosa, la possibilità di mirare ad altissimi traguardi finalmente alla portata della compagine capitolina. Un gioco sapientemente architettato dal “barone” Liedholm e magistralmente applicato dai suoi uomini potevano finalmente far sognare ad occhi aperti il tifoso romanista. Quella domenica in particolare, sesta giornata di campionato, il pubblico ritrovò in un colpo solo il suo campione del mondo, Bruno Conti, e Carletto Ancelotti, tornato in campo dopo un bruttissimo infortunio che lo tenne lontano dai campi di gioco per un anno esatto. Conti esordiva in quel campionato dopo aver estasiato gli spettatori del “mundial” spagnolo ed essere stato acclamato, a furor di popolo, come il vero ispiratore del trionfo della nazionale guidata da Bearzot. Con le sue giocate funamboliche e la sua capacità di intuire gli sviluppi del gioco il calciatore di Nettuno riscosse l’ammirazione degli addetti ai lavori di tutto il mondo ed in particolare di Edson Arantes do Nascimento, in arte Pelè. Il tre volte campione del mondo con la nazionale verde-oro incoronò il giocatore giallorosso come il vero “eroe” dello strepitoso mondiale che la nazionale azzurra seppe aggiudicarsi. Diversa fu la storia di Carlo Ancelotti: il calciatore di Reggiolo, durante Roma – Fiorentina sesto turno della precedente stagione, a seguito di un brutto intervento del viola Casagrande, si infortunò gravemente al ginocchio destro. Esattamente un anno dopo, sempre sesto turno di campionato, Ancelotti era pronto per fare il suo rientro sul terreno di gioco, sospinto dall’incoraggiamento dei tifosi giallorossi.

LA GARA Nils Liedholm, dopo la vittoria ottenuta in trasferta al San Paolo di Napoli la domenica precedente, per consolidare il primato in classifica schiera la seguente formazione: Tancredi, Nela, Vierchowod, Di Bartolomei, Falcao, Maldera, Iorio, Prohaska, Pruzzo, Valigi, Conti. Per il Cesena, mister Bolchi risponde così: Recchi, Benedetti, Arrigoni, Buriani, Oddi, Ceccarelli, Filippi, Piraccini, Schachner, Genzano, Garlini. Ad arbitrare l’incontro il signor Lo Bello di Siracusa. Fin dalle prime battute dell’incontro la squadra del presidente Viola domina incontrastata. Al 10° la svolta del match: Conti, in uno dei suoi soliti ubriacanti dribbling viene stretto da tre avversari in prossimità dell’area di rigore; punizione accordata dall’arbitro siciliano. S’incarica della battuta lo stesso campione del mondo che pennella in area un pallone a dir poco invitante sul quale “bomber” Pruzzo si avventa di testa anticipando il portiere bianconero Recchi. Il suo perfetto colpo di testa, oltre a sorprendere parzialmente gli operatori televisivi, regala alla sua squadra il gol del vantaggio. 1-0. Cesena frastornato ed il suo centravanti, l’austriaco Walter Schachner non sembra per nulla in giornata, annullato benissimo da Nela e da Vierchowod che si alternano nel contenerne i pochi tentativi di sfondamento operati a danno della difesa giallorossa. La Roma sfiora ripetutamente il gol in varie circostanze; Iorio, Di Bartolomei, Falcao spediscono a lato di poco e Recchi, in alcune occasioni, compie dei veri miracoli per evitare il doppio vantaggio giallorosso. Il tempo si chiude con i giallorossi avanti grazie alla marcatura del centravanti di Crocefieschi. Alla ripresa del gioco il mister bianconero Bolchi lascia negli spogliatoi Filippi sostituendolo con Gabriele. La musica non cambia. Il Cesena è lontano dal compiere quello scherzetto che le era riuscito l’anno precedente quando riuscì a sbancare l’Olimpico con un gol realizzato sfruttando un errore della difesa. Ora la situazione è completamente diversa. Gli uomini di Liedholm sono concentratissimi. Al 27° doppio avvicendamento deciso dal tecnico giallorosso: Chierico entra in sostituzione di Conti e finalmente, dopo un anno di calvario, ecco entrare Ancelotti pronto a rilevare Herbert Prohaska. Roma ancora all’attacco. Appena entrato Odoacre Chierico chiama ad una difficile deviazione in angolo l’estremo difensore cesenate. Dopo 2 minuti il biondo giocatore della Roma serve una palla d’oro a Falcao che costringe Recchi ad una nuova deviazione in corner. Le occasioni continuano a fioccare e Pruzzo, uomo-partita fino a quel momento, si dà molto da fare anche distribuendo palloni ai compagni. Ultima carta giocata da Bolchi: D. Rossi al posto di Arrigoni al 34°, ma la Roma amministra bene in vista anche dei prossimi impegni di coppa U.E.F.A. con gli svedesi del Norkkoeping, andata dei sedicesimi di finale sempre sul terreno amico dell’Olimpico e poi per la domenica successiva che la vede impegnata a Torino con la Juve di Trapattoni che stenta a decollare in campionato. La partita termina: Roma batte Cesena 1-0. 3 ammoniti ( i bianconeri Garlini e Filippi ed il giallorosso Maldera); conto dei corners 4-3 per la squadra di Liedholm ma la superiorità dei giallorossi è stata netta. Nella stessa giornata l’Inter non va oltre il pareggio interno con il Napoli sprecando un doppio vantaggio (conseguito grazie ad Oriali al 60° e Altobelli su rigore al 67°) facendosi raggiungere nei minuti finali dalle reti dei partenopei Criscimanni all’86° e il pareggio di Marino 3 minuti dopo; il Torino supera la Sampdoria 3-0 grazie ad una tripletta di Franco Selvaggi, ex giallorosso; il Verona  vince a Pisa con una rete di Penzo. La classifica dopo la sesta di campionato recita così: Roma punti 10, Torino, Sampdoria, Verona 8, Juve, Pisa, Inter 7 … chiude il Cagliari con soli 3 punti.
In tribuna, un po’ come “osservatore speciale”, è presente l’avvocato Agnelli che, intervistato, si dichiara “preoccupato” in vista dello scontro previsto per la domenica successiva. Ad impensierirlo, ovviamente, è lo stato di forma della squadra giallorossa che cercherà di non concedere nulla ai bianconeri piemontesi. La Juve, quel pomeriggio, non è riuscita ad andare oltre il pareggio a reti inviolate ad Udine, “graziata” anche da un errore dagli undici metri dell’ex Franco Causio.
La preoccupazione dell’avvocato era giustificata; riguardo alla sfida della domenica successiva, la Juve riuscì a prevalere ribaltando il vantaggio siglato da Chierico e chiudendo sul 2-1, soffrendo non poco contro una Roma determinata a vendere cara la pelle. Per l’esito finale di quella indimenticabile stagione, però, la squadra bianconera non potè opporre molto contro la continuità degli uomini di Liedholm che riuscirono a dominare tutto il torneo cucendo finalmente, sulla gloriosa casacca giallorossa, un tricolore che mancava dal 1942.
 


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