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Abete: "Scarsa esperienza dei nostri giocatori a livello mondiale"

di Giulia Spiniello

"C' è grande tristezza per il risultato fortemente negativo della Nazionale. Abbiamo il dovere e la necessità di ripartire". Queste le prime parole di Giancarlo Abete, presidente della Figc, il giorno dopo l'eliminazione degli azzurri sconfitti 3-2 dalla Slovacchia nell'ultima gara del girone.

"Ho fatto una scelta, quella di Marcello Lippi, che non rinnego. Dopo gli Europei 2008 abbiamo preso il tecnico che ci ha fatto vincere il Mondiale. Mi assumo completamente la responsabilità per la scelta del tecnico, che ha tutte le autonomie decisionali per il proprio ruolo. Questo è accaduto per Roberto Donadoni e accadrà per Cesare Prandelli, fa parte della linea politica della federazione. La mia gratitudine non verrà mai meno, il mondo del calcio non riuscirà a cambiare il mio modo di essere, non ci sarà mai nessuna logica di cinismo e di voltagabbana.La tristezza e l'amarezza è un fatto soggettivo ma ripartire è un obbligo che prevede l'assunzione e la condivisione di responsabilità. Il primo luglio presenteremo Cesare Prandelli, il giorno dopo è in programma il consiglio federale''. ha annunciato poi il presidente della Figc.

"Bisogna avviare - ha aggiunto ancora Abete - una riflessione sulla crisi strutturale del calcio italiano. Il problema nazionale riguarda la competitività campionato, c'è difficoltà nel ricambio. Hanno difficoltà i club e anche le nazionali, vedi, oltre alla maggiore anche l'Under 21. Non credo che sia stato un problema per i giocatori sapere che al termine del mondiale Lippi sarebbe andato via. La situazione era chiara, non c'è stato alcun allontanamento del tecnico ma una sua precisa volontà di lasciare. Spero che al ritorno della squadra in Italia non ci siano insulti, sarebbe segno di incultura''.

Tornando sul nuovo tecnico Abete ha detto ''Prandelli è un'operazione a lungo periodo, finalizzata a mondiali 2014. E' stato scelto per le sue abilità tecniche oltre che per le doti caratteriali''.

"Non penso che ci sia stata una situazione in cui la Federazione non abbia sostenuto, appoggiato e condiviso le linee d'indirizzo della nazionale - aggiunge ancora su Lippi il numero uno del calcio italiano che dice di non aver pensato alle dimissioni, perché "Scegliere Lippi non è da dimissioni: è una scelta legittima da parte del presidente della Federazione". Abete si è detto sereno per il futuro. "Non sono certo attaccato alla poltrona, rispondo alla mia coscienza".

"Non penso sia un problema di preparazione fisica. E' chiaro che la riflessione di carattere generale è legata alla scarsa esperienza dei giocatori a livello mondiale". Il presidente della Federazione ritiene che il mancato successo contro la Nuova Zelanda abbia fatto perdere fiducia ai giocatori. "Il primo tempo contro la Slovacchia ha lasciato tutti stupefatti. Non faccio valutazioni tecniche, ma non si è riusciti a fare neanche due passaggi. C'è stato un assoluto crollo della capacità di affrontare l'evento. La realtà richiede una capacità di analisi. Se vi posso fare una preghiera - ha detto Abete rivolgendosi ai cronisti - è di dare il massimo sostegno a Cesare Prandelli, che ha assunto un impegno importante e gravoso. Tutti dobbiamo essere consapevoli di questo e l'assunzione di responsabilità di Lippi non sia un alibi per il calcio italiano".

"Se qualcuno è contento è un problema suo e dei valori in cui crede". Ma il presidente della Federazione non crede ci sia qualcuno realmente delice dell'eliminazione, "ma se ci fosse - dice - può godere della mia solidarietà umana. Io preferisco essere molto triste per quello che è successo, e penso di condividere questo sentimento con il 99% degli italiani".

 


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