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Nuovo stadio, Veloccia: ''Noi continuiamo a credere in questo progetto e a lavorare per aiutare la Roma''

di Giuseppe Dibitetto

L' Assessore all'Urbanistica del Comune di Roma, Maurizio Veloccia, ha parlato del nuovo progetto dello stadio della Roma durante la trasmissione Te la do io Tokyo. Di seguito le sue parole.

Ora che non c'è più Lina Souloukou, con chi parlerà per lo stadio della Roma?
"Con gli altri, con chi la sostituirà. Noi in passato abbiamo avuto diversi incontri con lo staff tecnico, con la dottoressa Bernabè, con l'avvocato Vitali, non credo che mancheranno gli interlocutori. L'importante è lavorare e che la Roma ci presenti al più presto questo progetto. Dopo l'incontro in Campidoglio col Sindaco, da settembre sono ricominciati i lavori tecnici, domani consegneremo le aree che sono state liberate ad agosto, per continuare i sondaggi archeologici e geognostici, per cui mi pare che ci sia la volontà di andare avanti, al di là delle turbolenze interne, noi continuiamo a credere in questo progetto e a lavorare per aiutare la Roma, che poi ovviamente ha la responsabilità diretta".

Il Presidente Rocca ha detto che farà il nuovo Policlinico a Pietralata. Questo potrà incidere sul progetto? 
"È evidente che qualsiasi tipo di cambiamento sull'area deve essere pesato e valutato. Quindi devo dire di sì, non posso dire di no. Quell'area ha una capacità di cubature residua ancora piuttosto elevata, per cui l'idea che possano esserci nuove strutture direzionali o in questo caso sanitaria non è un'idea incompatibile con lo sviluppo dell'area. Ovviamente poi bisognerà capire questo progetto, quando passerà da essere un'idea a qualcosa di più concreto, che tipo di conseguenze potrà avere. Ovviamente la Regione conosce il progetto dello stadio della Roma, ha sempre detto di sostenerlo e di ritenerlo un'opera importante per la città, condividendo anche il percorso fatto da Roma Capitale. Quindi tutti sanno tutto, qualsiasi progetto che modifichi l'area dovrà essere calato nel contesto che si sta sviluppando. Per cui non penso che sia un qualcosa che a oggi possa creare delle problematiche, anche perché al momento si tratta di un auspicio, un'idea. Dovremo capire poi tecnicamente cosa si deciderà".

Sembrava che settembre fosse il mese indicato per la consegna del progetto. C'è un ritardo da parte della Roma? 
"No. Quando c'è stato l'incontro in Campidoglio si è messo un punto anche a tempistiche che si erano molto protratte rispetto alle prime ipotesi che la Roma aveva fatto lo scorso anno. Voi ricorderete che dopo la delibera di Assemblea Capitolina noi abbiamo il dibattito pubblico e avevamo assicurato che questo non avrebbe provocato ritardi e anzi era giusto farlo. E poi la Roma ha avviato degli approfondimenti sul progetto e non lo ha consegnato. Ad agosto loro ci hanno detto che a settembre avrebbero rimesso in moto tutta la parte tecnica per redigere il progetto, non per consegnarlo. Quindi il completamento degli scavi archeologici e geognostici, definizione delle questioni soprattutto legate ai temi della mobilità, delle aree e dei parcheggi: su questo noi registriamo che da fine agosto/inizio settembre i tavoli tecnici sono ripresi, domani c'è la consegna delle aree che abbiamo sgomberato, lì vi sarà un nuovo tavolo tecnico sulla mobilità. Il percorso è ripreso e la Roma stessa ci ha detto che loro avevamo come auspicio di consegna del progetto la fine di quest'anno o l'inizio del prossimo. Quindi bisogna chiedere a loro se ritengono che queste date siano ancora plausibili. Dal nostro lato vediamo un lavoro che è ripreso e che finalmente viene anche seguito con continuità".

Il progetto del nuovo Policlinico cambia tutto rispetto alla costruzione di palazzine con abitazioni, il tavolo per la mobilità dovrà sapere se ci sarà un ospedale o ci saranno degli appartamenti in quell'area. 
"Assolutamente sì. Infatti anche su questo la Regione sarà chiamata spiegarci e a dirci un po' più nel dettaglio quali sono le progettualità che ha in testa. L'idea dello spostamento di una parte del Policlinico al Pertini è un'idea che il presidente Rocca ha espresso a inizio mandato, sono state fatte delle verifiche sul fatto che rimanesse nell'attuale sede, c'è questa volontà, però a oggi noi non abbiamo un'ipotesi progettuale, non abbiamo ancora nulla. Quando ce l'avremo, capiremo gli impatti. Certo, sicuramente dovremo capire già oggi come si può garantire l'accessibilità al Pertini in sicurezza, e il Pertini già esiste, non è un nuovo ospedale, e quindi mettere il cittadino, l'ambulanza, chiunque nella sicurezza di poter arrivare all'ospedale senza problemi, anche quando ci sono gli eventi calcistici o altri tipi di eventi. È già una pre-condizione che deve essere rispettata. Il tema fondamentale è che le persone possano arrivare in sicurezza al pronto soccorso".

Lei è stato presidente del Municipio XI sotto la giunta Marino, zona interessata dal progetto di Tor Di Valle. A oggi, si può dire che quel progetto era una follia? 
"(Ride, ndr) Rispondo dicendo che era un progetto molto ambizioso, mettiamola così. Era un progetto molto diverso da quello attuale. Era un progetto molto complesso. Era nel Municipio IX, però era al confine con il mio Municipio. Anche in quel caso c'era un tema di opere pubbliche che dovevano sostenere tutto l'accesso, il ponte sul Tevere, il ricongiungimento dell'Ostiense con la Via del Mare, un ponte pedonale che doveva attraversare il Tevere, opere enormi dal punto di vista degli investimenti economici. E questo il milione e passa di cubature per compensare tutto questo, per cui un impatto urbanistico non indifferente".

Dopo le vicende societarie e l'acquisto dell'Everton da parte dei Friedkin si percepisce un'aria di cambiamento. Avete ricevuto rassicurazioni sulla volontà del club di proseguire sulla strada iniziata insieme al Comune?  
"A oggi noi stimo continuando a lavorare con la società sportiva, con la parte tecnica, non c'è stato comunicato nulla rispetto a possibili cambiamenti, per cui noi abbiamo il dovere di continuare a dare tutto il supporto possibile, spiegando a tutti i tifosi e a tutti i cittadini romani che non è un'opera che realizza il Comune di Roma, è un'opera che deve realizzare la Roma, quindi noi siamo legati ai loro tempi e alla loro volontà di andare avanti. A oggi io non ho riscontri contraddittori rispetto alla riunione fatta ad agosto. Aspettiamo gli eventi, ma io continuo a essere fiducioso".


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