.

Stadio della Roma - Il Codacons ricorre al Tar, ecco tutte le motivazioni

di Redazione Vocegiallorossa

È stato depositato l’annunciato ricorso del Codacons contro il nuovo Stadio della Roma che sorgerà a Tor di Valle. L’associazione dei consumatori ha infatti formalmente impugnato dinanzi al Tar del Lazio tutti gli atti amministrativi relativi alla realizzazione dell’opera, chiedendone l’annullamento "alla luce sia di evidenti profili di illegittimità, sia dei costi a carico della collettività legati ad infrastrutture accessorie allo Stadio che saranno interamente finanziate dai cittadini".
Si legge nel ricorso del Codacons:
“È precipuo interesse dell’Associazione ricorrente occuparsi e fare chiarezza su alcuni profili e determinati aspetti salienti del procedimento che riguardano il progetto della realizzazione dello Stadio della Roma a Tor di Valle, consegnato dal Soggetto proponente Eurnova S.r.l. e che determina importanti riflessi sulla vita sociale ed economica dei cittadini. La Determinazione G18433 del 22 dicembre 2017, nonché le successive note oggetto di odierna impugnazione, sono assolutamente illegittime poiché assunte dall’Amministrazione regionale in aperta violazione delle norme in materia di conferenza di servizi di cui agli artt. 14 e ss. della L. n. 241/90, nonché delle disposizioni di cui all’art. 1, commi 304-305, L. 27 dicembre 2013, n. 147 (cd. “Legge sugli stadi). Con la Determinazione impugnata, del tutto irritualmente, l’Amministrazione regionale ha demandato alle Amministrazioni interessate la verifica della documentazione progettuale, unitamente alla Determinazione stessa e al complesso degli atti in essa richiamati, mettendoli a disposizione delle stesse mediante il deposito nella piattaforma BOX, per una verifica di rito rispetto all’ottemperanza delle prescrizioni impartite, ad esito della quale dovrà essere trasmessa all’Amministrazione Capitolina che, poi, dovrà predisporre dichiarazione di sintesi. Le dinamiche e le modalità operative osservate nella specie hanno, di fatto, trasformato la stessa conferenza di servizi da luogo di semplificazione e accelerazione in strumento per dilatare o distorcere il processo decisionale e ciò si palesa assolutamente illegittimo. La conferenza di sevizi approva infatti un progetto che non può certamente dirsi “definitivo”, demandando ad un termine indefinito (in sostanza sine die) la conclusione della conferenza di servizi stessa”.

Altro profilo critico rilevato dal Codacons nel ricorso è quello relativo alla realizzazione del Ponte di Traiano. Si legge nell’atto:
“Non si comprendono le ragioni per cui si debba realizzare con soldi pubblici un’opera a completo beneficio di un’attività commerciale di una società, peraltro, quotata in Borsa. Appare illegittima la circostanza per cui il nulla osta sarebbe stato fornito dalla stessa Amministrazione Capitolina allorquando ha dichiarato che lo Stadio della Roma servirebbe alla città, perché di interesse pubblico e, dunque, sarebbe lecito intervenire con fondi pubblici per migliorare la viabilità. Inoltre, si apprende che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sta valutando la possibilità di finanziare la nuova infrastruttura (il Ponte di Traiano) con fondi Cipe. Dunque un’opera interamente privata (comprensiva di un centro commerciale) finanziata da fondi pubblici che potrebbe dare il via ad una serie di richieste future dei privati di farsi finanziare la propria opera mediante soldi pubblici, dato il precedente dello Stadio della Roma”.

Prosegue il Codacons: “Oltre ad una palese elusione dei tempi previsti per legge per una definizione certa dei lavori concernenti la Conferenza dei Servizi, allo stato attuale, si prevede che lo Stadio possa essere realizzato entro settembre 2019, con contestuale apertura, mentre, il potenziamento della ferrovia Roma-Lido con rifacimento della stazione di Tor di Valle (intervento da ben 260 milioni di euro finanziato dalla Regione Lazio) sarà realizzato in maniera indipendente dalla costruzione dello Stadio e altrettanto indipendenti saranno la costruzione del Ponte dei Congressi e la costruzione del Ponte di Traiano.
Ebbene, non vi è traccia di una evidente fase istruttoria che colleghi l’impianto sportivo e la risoluzione del problema della viabilità che, per definizione, è volta ad accertare i fatti e ad acquisire gli interessi, pubblici e privati, oggetto di valutazione da parte della P.a., ai fini dell’adozione di una decisione e della relativa motivazione. La mancanza di idonee infrastrutture, infatti, non garantisce la tutela dell’incolumità dei cittadini/tifosi avventori dello Stadio né l’ordine pubblico durante lo svolgimento delle manifestazioni sportive”.


Altre notizie
PUBBLICITÀ