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Stadio della Roma, Veloccia: "Domani la conferenza dei capigruppo calendarizzerà la delibera, la porteremo a casa in 10-15 giorni"

di Gabriele Chiocchio

L’assessore all’Urbanistica del Comune di Roma Maurizio Veloccia è intervenuto ai microfoni di Radio Romanista per parlare del progetto del nuovo Stadio della Roma a Pietralata, per il quale le varie commissioni stanno fornendo il loro parere in questi giorni.

Si stanno rispettando le tempistiche, ma si parla poco dei costi. Dal punto di vista della contestualità del completamento dei lavori necessaria per l’apertura dello stadio, assegnare appalti a terzi potrebbe creare discrepanze e problemi di tempistica?
“Stiamo parlando di un progetto grande, complesso e costoso, ad oggi è il progetto più importante che c’è su Roma di invetimento privato. Il lavoro di questi mesi è stato importante, perché è stato dato un ordine di priorità alle questioni sottolineate dagli uffici. Non c’è stato il tentativo di utilizzare questa occasione per chiedere altro, ma per circoscrivere le condizioni imprescindibile perché il pubblico interesse sia garantito. Il tema dell’ospedale Pertini sempre accessibile, quello del rafforzamento del trasporto pubblico su ferro, il tema dei parcheggi, sono tutte questioni di buonsenso, che la Roma già sapeva dovessero essere dei requisiti da rispettare. I costi di queste infrastrutture non possono che essere sostenuti da chi propone il progetto. Ovvio che se ci fossero state richieste fuori dal contesto o improponibili sarebbe venuta meno la logica che sta alla base di un progetto che prevede la realizzazione del solo stadio. La cosa importante e innovativa è che realizziamo solo lo stadio, non palazzine, centri commerciali o direzionali. Non scambiamo opere pubbliche con la moneta urbanistica, ma le cose fondamentali, da garantire ai cittadini, devono essere garantite e verranno circoscritte nella delibera. Per quanto riguarda la realizzazione delle opere, ci dovrà essere una gara che non dovrà essere per chi realizzerà lo stadio, ma per chi ne sarà il concessionario. Essendo su suolo pubblico, dovremo mettere a gara il progetto e teoricamente può partecipare chiunque. Il concessionario dovrà occuparsi delle opere e dovrà seguire il codice dei contratti: non sarà il Comune a fare le gare, ma sarà il concessionario che dovrà farlo seguendo le regole di trasparenza. Bisognerà fare una gara, un capitolato, un’attività pubblicistica e poi dovrà gestire tutte le attività di appalto, sarà lei la responsabile della realizzazione delle opere. Non ci saranno ritardi, perché le opere saranno realizzate dal concessionario, con le regole pubbliche”.

La necessità di un parere finale del Comune, rende quello del pubblico interesse sub iudice?
“Nella delibera è precisato che la Conferenza di Servizi decisoria è il luogo in cui si decide se si fa o meno l’opera. Stiamo decidendo se ci sia un’interesse pubblico, poi se lo stadio si farà si deciderà nell’ambito di una conferenza tecnica. Roma Capitale parteciperà a questa Conferenza con il Sindaco, che deve essere autorizzato a partecipare dall’Assemblea Capitolina. Noi abbiamo aggiunto che questa non sia una delega burocratica, ma che si basa sul fatto che gli uffici di Roma Capitale abbiano fatto un’istruttoria sul progetto che corrisponda. Il ruolo dell’Assemblea è quello di ratificare questa verifica, è un passaggio importante, ma che non si basa più su una scelta politica dell’Assemblea, che invece si fa in questa fase, ma si basa sulla verifica che quelle prescrizioni siano state assolte, una verifica tecnica”.

C’è sempre stato un grande dialogo tra le istituzioni e i tecnici della Roma. In questa fase questo dialogo è rimasto costante? La Roma si sta già adeguando alle indicazioni che stanno arrivando?
“Il dialogo con la Roma c’è, c’è stato, stiamo lavorando affinché si circoscrivano e si rendano chiare a tutti le condizioni: questo fa bene anche alla Roma, stanno già lavorando sui tantissimi pareri che sono giunti, ma avere un’indicazione dell’Assemblea Capitolina su quei principi, quelle questioni inderogabili, credo aiuti il soggetto proponente. Molte delle criticità sono note e la Roma ci sta già lavorando, stiamo sollecitando la Roma a lavorarci: sul tema della mobilità serve un lavoro condiviso con chi gestisce la mobilità a Roma. Si sta lavorando sul reperimento di ulteriori parcheggi, è evidente che dobbiamo rafforzare e tentare di trasformare anche dal punto di vista culturale i tifosi, da persone che vanno sempre in macchina a persone che utilizzano i mezzi pubblici, ma c’è una percentuale di tifosi che continuerà ad andare con i propri mezzi e dobbiamo garantire parcheggi sufficienti. La Roma conosce queste questioni, abbiamo sempre tentato di garantire la massima disponibilità delle informazioni, perché altrimenti si creano delle contronarrazioni. È evidente che oggi dobbiamo passare a un progetto preliminare a un progetto completo e definitivo, sarà un lavoro che non richiederà qualche giorno, ma diversi mesi”.

Ci ha detto che adeguare il progetto alle prescrizioni richiede tempo. Si è fatto un’idea di quanto tempo potrebbe servire alla Roma per presentare il progetto definitivo?
“Il progetto definitivo non può avere elementi di approssimazione. Il consiglio che do al proponente e fare le cose affinché la Conferenza decisoria possa andare bene, spedita, non si debba sospendere. Non so dare dei tempi, penso qualche mese. Spero che entro l’anno si possa avere il progetto definitivo, stabile, strutturato e che possa avere assolto a tutti gli obblighi richiesti dai vari pareri prescritti e si possa andare con fiducia in Regione”.

Sarebbe soddisfatto se la Conferenza si chiudesse entro l’anno?
“Sì, io sarei soddisfatto. È un tema che vedremo il giorno dopo, quando ci metteremo a lavoro per la seconda fase”.

È soddisfatto del dialogo avuto con i consiglieri?
“Sì, abbiamo anche ricevuto dei pareri positivi da parte di alcuni membri delle opposizioni, la disponibilità a lavorare da chi non ha dato parere positivo. Sono soddisfatto del lavoro fatto in maggioranza, da parte di tutti i consiglieri non c’è mai stata una richiesta che non fosse legata al merito. Spesso ci sono queste narrazioni, su qualsiasi questione si debba affrontare c’è un piano formale e uno informale, posso garantire che non ci sono stati. Posso garantire che c’è stato un piano di merito, con una grande attenzione da parte dei consiglieri; da qualcuno c’era l’aspettativa che ogni problema potesse essere risolto in questa fase, da parte di qualcuno c’era la ricerca della perfezione, sappiamo che dobbiamo partire dall’as-is, dall’esistente. Oggi abbiamo l’Olimpico, non abbiamo uno stadio in cui si va tutti in treno, con 20.000 parcheggi… dobbiamo trovare un giusto compromesso tra la sfida di avere uno stadio moderno e averlo al centro della città, garantendo sicurezza e vivibilità e avendo la consapevolezza di migliorare la situazione attuale. Sono stato al derby e a Piazzale Clodio bisognava fermarsi. Non vogliamo replicare questa situazione, serve un termine di ragionevolezza, che c’è stata da parte di tutti. Gli emendamenti che verranno fatti saranno sul pezzo e nel merito, che tutelano ancora di più l’interesse pubblico”.

La delibera arriverà in Aula la prossima settimana per poi essere calendarizzata. È ragionevole pensare che la seconda settimana di maggio sia quella buona?
"Domani c’è la conferenza dei capigruppo, che deciderà il giorno di calendarizzazione. Ogni giorno è buono, ci sono dei provvedimenti già istruiti in Assemblea, ma nei prossimi 10-15 giorni porteremo a casa questo risultato, che è un risultato di tutta la città. Su questa opera c’è una grande attenzione, e noi abbiamo avuto uno spirito costruttivo, che non fa voli pindarici che in passato non ci hanno portato a una soluzione positiva”.

L’ospedale vicino è un’opportunità.
“Sicuramente, non soltanto per lo stadio in quanto tale ma perché ci permetterà di completare un quadrante di una città che è un cantiere interrotto da troppi anni. Con questa occasione possiamo riqualificare un intero quadrante”


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