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Stadio - Veloccia: "La volontà della Roma è quella di accelerare"

di Redazione VG

Maurizio Veloccia, Assessore all'Urbanistica di Roma Capitale, è stato intervistato da Rete Sport. Queste le sue parole:

L'incontro di ieri?
"È stata una giornata importante, con la Roma schierata al completo, dalla proprietà, alla dirigenza, tutti i tecnici italiani e stranieri per cercare di accelerare il progetto sul nuovo stadio".

Il 2027 è ancora una data realistica?
"Questa è una domanda complicata, noi come amministrazione abbiamo dimostrato di mettercela tutta per accelerare gli iter amministrativi. A maggio del 2023 abbiamo dato il pubblico interesse con un lavoro molto interno degli uffici tecnici. Questo periodo che è passato ha allungato le tempistiche, non so rispondere sulla data, anche perchè è la Roma che costruirà lo stadio. È stato definito un cronoprogramma che da settembre porterà a costanti incontri tra i tecnici per avere entro la fine dell’anno il progetto definitivo, che per sua natura è inappellabile, quindi ci sono tanti nodi da verificare, dettagli tecnici, le opere da realizzare. La volontà esplicitata dalla Roma è quella di accelerare".

Come mai l’investimento è salito a quasi un miliardo di euro?
"La motivazione è abbastanza semplice: la Roma ci ha spiegato che l’obiettivo è fare uno degli stadi più moderni e belli del mondo, quindi per quanto concerne i materiali, l’aspetto architettonico, le dinamiche ambientali, l’utilizzo di materiale pregiato dal marmo, al bronzo per richiamare l’architettura dell’antica Roma. C’è la volontà di costruire un’opera iconica che porta all’aumento dei costi. Poi ci sono delle soluzioni tecniche che avranno un impatto economico importante, per esempio per quanto concerne l’insonorizzazione dello stadio all’esterno, mantenendo però un’amplificazione interna per rendere l’effetto di un catino".

Sul traffico e la mobilità, quanti tifosi potranno arrivare senza automobili?
"Lo abbiamo inserito come una prescrizione, condizione che dovrà essere rispettata. Vogliamo che almeno la metà degli spettatori possano arrivare con i mezzi pubblici: trasporto su ferro, metro, autobus e accessibilità pedonale importante dai quartieri limitrofi. Questo perché in primis un’opera pubblica oggi deve a Roma e in tutto il modo esser fatta per esser raggiunta o a piedi, o in bicicletta, o con trasporto pubblico. Bisogna migliorare da questo punto di vista le infrastrutture, ma lì a Pietralata ci sono già diversi servizi dalla ferrovia regionale alla metro B".

Gli effetti sociali di quest’opera?
"Sicuramente l’effetto positivo è che in quel quadrante c’è un grande fermento urbanistico, quest’opera ci permetterà di riqualificare quell’area, perché lì c’è un buco dove dovevano essere edificati uffici e altre opere che non sono mai stati realizzati. Tra l’università e la Roma, quel quadrante sarà finalmente riqualificato in termini di studio, scienza, ricerca e sport. Poi c’è l’aspetto della viabilità che sarà ammodernata, sarà rivisitata e migliorata, con un effetto. Su una singola opera si tratta del più grande investimento economico della storia di Roma. Sul piano politico non ho mai avvertito ostilità della Regione Lazio sul progetto dello stadio, ritengo che come il Comune, anche la Regione beneficerà di questa opera. Penso che in generale su questi grandi investimenti, su queste grande opere, bisogna remare dalla stessa parte dialogando al meglio tra Comune, Regione e Governo".

Le problematiche legate agli espropri saranno superate in tempi utili?
"Sapevamo dall’inizio che noi abbiamo il 99% di aree pubbliche e una piccolissima parte di aree che dovranno essere espropriate e una parte piccolissima di aree che è stata occupata. I tempi della giustizia a volte non aiutano molto, ma abbiamo ricevuto già delle buone risposte in merito, ci sono dei percorsi già attivati che porteranno a sciogliere questi nodi. Abbiamo una prospettiva di diversi mesi per raggiungere l’obiettivo, abbiamo fiducia di raggiungerlo e rendere fruibile al 100% l’area".


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