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Fortino giallorosso

di Alessandro Carducci

Nuovo appuntamento con i podcast di VoceGialloRossa.it: ogni giorno, dal lunedì al venerdì, approfondiremo con le voci dei nostri redattori uno dei temi più importanti della giornata.

Zero tiri in porta subiti contro lo Spezia. Dodici dall’inizio del 2023, considerando che solo contro il Milan la Roma ne ha presi cinque. Sette tiri in porta subiti, quindi, contro Bologna, Genoa, Fiorentina e Spezia.

OCCASIONI REALI - Tra l'altro, i tiri in porta significano tutto e niente. Zero occasioni concesse allo Spezia. Vediamo Roma-Fiorentina: al 22’ un tiro da distanza siderale da parte di Amrabat, facile preda di Rui Patricio, poi appena due reali occasioni per i viola ma a gara ormai finita, negli ultimi minuti e con il risultato già in cassaforte.
Passiamo alla gara contro il Genoa: alla mezz’ora un brivido ai giallorossi, con il tiro di Yalcin che prende male la mira da ottima posizione. Ci spostiamo poi direttamente nella ripresa con un contropiede mal sfruttato da Coda. Infine, un tiro velleitario dalla distanza di Aramu, facilmente bloccato da Rui Patricio.
Saltiamo la gara contro il Milan, giocata non bene dalla Roma, e passiamo alla prima gara del 2023 contro il Bologna, dove troviamo qualche occasione in più: alla mezz’ora, ci prova Orsolini in semi rovesciata, con palla alle stelle. Infine, una conclusione dalla distanza di Arnautovic, a lato. Nella ripresa, un batti e ribatti in area giallorossa, occasione questa molto pericolosa, e poi due ottime occasioni proprio negli ultimi secondi.

IMPIANTO DIFENSIVO - Questo quanto ha rischiato la Roma nelle ultime cinque gare. Merito della squadra e del muro eretto da José Mourinho. Squadra non spettacolare, certo, ma è rognoso e difficile avvicinarsi alla porta giallorossa. Partiamo da dietro: i tre centrali stanno giocando tutti bene, aiutati certamente da un sistema di gioco che non li abbandona mai. Un conto è fare il difensore di una squadra zemaniana, dove tutti sono votati all’attacco e il difensore è sacrificato e dato in pasto alle belve. Un conto è farlo in una squadra organizzata, dove l’obiettivo primario è non concedere nulla all’avversario. Una squadra, la Roma, che difficilmente si allunga e questo facilita il compito di Smalling, Ibanez e Mancini. L’inglese, tra l’altro, sta giocando ad altissimi livelli e superarlo è veramente difficile. Il brasiliano viene ormai celebrato da tutti, da Mourinho in giù, essendo migliorato in marcatura, nella concentrazione e continuità anche durante la gara, oltre alle sue sgroppate da centrocampisti e ai suoi gol di testa da bomber. Prestazioni individuali che si incastrano in un sistema che stritola il gioco avversario, distruggendolo, destrutturandolo e costringendo gli avversari a una fatica immane, a una guerra di logoramento per conquistare metri di gioco.
La trincea giallorossa sarà ora messa a dura prova dall’avversario peggiore: dovesse superare anche l’esame Napoli, allora ci sarebbe da essere veramente ottimisti.


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