Il solito salto di qualità che non arriva mai
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Marco Campanella
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La sconfitta contro il Sassuolo allo Stadio Olimpico, per la Roma, non è una semplice caduta nel proprio cammino, bensì un'ulteriore manifestazione del solito difetto: il non riuscire a portarsi a casa punti pesanti, in momenti chiave della stagione. Con la sconfitta dell'Inter a La Spezia e il pareggio della Lazio contro il Bologna, la gara contro i neroverdi era da vincere. Senza "se" e senza "ma", considerando anche le due splendide vittorie contro Juventus e Real Sociedad da cui i giallorossi arrivavano all'appuntamento. Solo con il bottino pieno dallo Stadio Olimpico, la Roma avrebbe potuto agganciare il secondo posto in classifica con 50 punti, dando un forte segnale alle rivali, dato che anche loro tentennano. Non è la prima volta che i giallorossi falliscono una più che ghiotta occasione di mettersi in tasca punti Champions importanti: solo poche settimane fa, la Cremonese riuscì a conquistare la prima vittoria in Serie A dopo quasi 30 anni, proprio contro la Roma non in grado di sfruttare la sconfitta dell'Inter a Bologna, la caduta dell'Atalanta a San Siro nello scontro diretto con il Milan e a non rispondere alla vittoria in extremis della Lazio contro la Sampdoria. Anche in quel caso, i capitolini arrivavano da due vittorie consecutive in cui hanno fornito anche ottime prestazioni: contro l'Hellas Verona per 1-0 e la remuntada contro il Salisburgo per 2-0 che ha significato passaggio del turno in Europa League. Un loop, quindi, che potrebbe costare caro alla squadra di José Mourinho. Proprio il tecnico, dopo la vittoria contro i baschi, ha chiaramente detto: "Facciamo fatica ad avere la continuità di sapere che in una settimana dobbiamo vincere tre partite di fila". Teoria, la sua, puntualmente confermata. La Roma sembra non avere quella forza mentale richiesta per tirare fuori gli attributi nel momento decisivo della stagione. La cosa strana, però, è che questa caratteristica è sempre stata la chiave dei successi proprio di José Mourinho nel corso della sua gloriosa carriera, che ha messo più volte in secondo piano uno stile di gioco non esaltante. Seppur lo Special One è riuscito - come confermato da più giocatori nel corso di diverse interviste - a cambiare la mentalità quotidiana della squadra e a unire gruppo, società e piazza in un'unica grande famiglia, ha ancora però da lavorare sulla fatica mentale con la quale i suoi giocatori arrivano a certi appuntamenti, soprattutto dopo vittorie appaganti. Per esempio, nelle prime quattro giornate di campionato, la Roma riuscì a mettersi ben 10 punti su 12 in tasca, grazie alle tre vittorie contro Salernitana, Cremonese e Monza e il pareggio in mezzo contro la Juventus, facendo ben sperare i tifosi per il cammino. Alla quinta giornata, però, arrivò la sconfitta pesantissima per 4-0 in casa dell'Udinese, seguita pochi giorni dopo da quella in Europa League in Bulgaria contro il Ludogorets. Stessa cosa è successa anche tra fine ottobre e inizio novembre: tre vittorie consecutive (2 in Europa League e una contro l'Hellas Verona) e poi i giallorossi hanno fallito l'appuntamento più importante per i tifosi, perdendo il Derby contro una Lazio priva di Immobile e Milinkovic-Savic. Un altro dato interessante da analizzare in merito a questo discorso è che la Roma in campionato è riuscita una volta sola a collezionare tre vittorie di fila, a cavallo tra l'ottava e la decima giornata, nonostante ci siano stati filotti di partite abbordabili.
L'unica consolazione per José Mourinho è che anche le rivali non brillano in fatto di continuità di risultati: l'Inter ha già raggiunto quota 8 sconfitte in campionato; Lazio e Atalanta che ogni tanto perdono punti per strada; il Milan che ha smesso di giocare per un mese a inizio 2023; e la penalizzazione della Juventus che non va mai dimenticata. Con un po' più di maturità e quel famigerato salto di qualità che tormenta i tifosi della Roma da anni, adesso la squadra di Mourinho poteva sicuramente avere nelle sue mani il proprio destino. In questo discorso, l'unico contento è sicuramente il Napoli che sta volando a +18 dal secondo posto sia per propri meriti e sia per manifesta incapacità delle altre squadre a stargli dietro.