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In attesa del colpo di scena

di Alessandro Carducci
Fonte: Il podcast di Alessandro Carducci

Per i Friedkin, è la prova più difficile da quando guidano la Roma. Il 2024 è un anno certamente complicato per la proprietà americana, che ha dovuto fare i conti, per la prima volta, con il dissenso e le proteste da parte dei tifosi, per la prima volta da quattro anni a questa parte, da quando gli attuali proprietari rilevarono la Roma dal contestatissimo James Pallotta. È certamente un destino molto comune ai presidenti, quello di essere contestati. Toccò anche al compianto Franco Sensi, che poi vinse uno scudetto, e alla figlia Rosella.

QUANDO IL GIOCO SI FA DURO... E se è vero che i giocatori si vedono nei momenti decisivi, più duri, nella capacità di reagire alle situazioni peggiori, allora è vero anche per i Friedkin. Finora, la reazione alla situazione di crisi è stata insufficiente. Troppo il tempo passato prima di prendere il successore di Tiago Pinto, troppo il tempo che sta trascorrendo per il nuovo CEO, una figura possibilmente forte e autorevole di cui la Roma, adesso, avrebbe terribilmente bisogno.
Se lo scorso gennaio la crisi fu gestita portando De Rossi a tamponare la ferita per l’addio di Mourinho, non è avvenuto lo stesso a settembre, con Juric a rischio stritolamento nel tritacarne di proteste e di rabbia dopo l’addio di De Rossi. I Friedkin ci hanno abituato a colpi di teatro improvvisi (o improvvisati, a volte), e ci aspettiamo qualcosa del genere anche adesso. Servirebbe, però, anche solo un’umile presa d’atto della situazione, delle scuse, delle parole sincere che possano arrivare ai tifosi, al contrario di quei freddi comunicati che trasudano un distacco siderale dal cuore della gente.
In attesa del prossimo colpo di teatro, sperando in una calata tra la gente, parole semplici ma sentire. Basterebbero a placare l’ira della gente? Forse no, ma aiuterebbero.


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