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La Roma torna a quattro: i punti di forza e un grande problema del nuovo modulo

di Emiliano Tomasini
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Emiliano Tomasini

Dopo più di un anno dall’ultima volta, contro la Sampdoria la Roma è tornata a giocare dal primo minuto con la difesa a quattro. Il tabù è stato sfatato a causa di un’emergenza quasi totale, tra squalifiche e infortuni, Mourinho poteva infatti contare sui soli Smalling e Llorente. Nel corso della stagione proprio l’allenatore portoghese aveva spiegato che le caratteristiche dei suoi centrali di difesa lo “costringevano” a giocare a tre, senza Mancini, Ibanez e Kumbulla è stato però possibile – oltre che necessario – rivedere in campo una linea difensiva composta da quattro uomini.

L’esperimento è sicuramente riuscito, la difesa ha contenuto bene la Sampdoria, ma nell’analisi va certamente tenuto conto di due fatti: uno, la Samp ha il peggior attacco del campionato; due, i blucerchiati hanno giocato in dieci per quasi tutto il secondo tempo. Tenuto conto di ciò, è giusto analizzare alcuni aspetti positivi emersi con il nuovo schieramento. In primo luogo, la catena di sinistra formata da Spinazzola ed El Shaarawy è stato senza dubbio un grande punto di forza. Entrambi hanno corsa e buon dribbling, contenerli è difficile per qualsiasi avversario. Con El Sha che parte largo e poi si accentra, Spina ha la possibilità di sovrapporsi, mettendo in difficoltà il terzino avversario, che non sa chi seguire tra i due. Avere entrambi in campo dal primo minuto è un lusso che possono permettersi poche squadre.

Oltre ai due italiani, chi ha ben figurato è certamente Diego Llorente. All’esordio da titolare in Serie A, lo spagnolo ha giocato un’ottima gara e a fine partita ha ricevuto anche i complimenti di Mourinho. Rispetto a Mancini e Ibanez ha meno irruenza e fisicità, ma può contare su una maggior qualità. Tatticamente è più ordinato e ha dimostrato di sapersi muovere molto bene in una linea a quattro. Anche il centrocampo è sembrato a suo agio con una linea a quattro alle proprie spalle. Matic ha giocato la solita gara di esperienza, Wijnaldum è riuscito ad avere più libertà di spingersi in avanti, Pellegrini ha fatto bene da collante tra centrocampo e attacco.

Analizzati i punti di forza del nuovo modulo, bisogna far notare anche alcune difficoltà che sono emerse. In particolare, il punto debole del nuovo schema sembra essere la fascia destra. Zalewski si è – nuovamente – adattato e ha giocato nell’ennesimo nuovo ruolo della sua giovane carriera: il terzino destro. È evidente però che il polacco non sia un terzino. Da ala è diventato un esterno a tutta fascia, compensando le sue lacune difensive con la corsa e buone qualità offensive, il terzino è però un ruolo differente. Nel calcio moderno ai terzini non è più richiesto di difendere e basta, ma è evidente che un buon terzino deve saper difendere, cosa che non è di certo un punto di forza del classe 2002. La sensazione è che Zalewski possa giocare terzino destro in gare come quella contro la Samp, dove la Roma è chiamata a fare la partita e l’attacco avversario non è particolarmente temibile. Contro squadre più in forma e con esterni offensivi di grande talento, il polacco non sembra in grado di ricoprire questo ruolo. Con Karsdorp infortunato e Celik ormai in fondo alle preferenze di Mourinho, se si volesse continuare con la difesa a quattro, quello del terzino destro resterebbe dunque un problema da risolvere.


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