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La Roma torna a Tirana, cosa è cambiato in 15 mesi

di Marco Rossi Mercanti
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Marco Rossi Mercanti

Nuovo appuntamento con i podcast di VoceGialloRossa.it: ogni giorno, dal lunedì al venerdì, approfondiremo con le voci dei nostri redattori uno dei temi più importanti della giornata.

Sabato alle 20:00 si chiuderà il precampionato della Roma con l’amichevole in Albania contro il Partizani. Un match dal sapore speciale perché segna il ritorno della squadra giallorossa a Tirana, sede della finale della 1ª edizione della Conference League. Sembra passata un’eternità, ma in realtà sono appena 15 i mesi di distanza dal successo contro il Feyenoord, che ha regalato alla Roma un trofeo europeo che mancava da 61 anni.

Nonostante sia trascorso così poco tempo, ci sono tanti cambiamenti all’interno dei capitolini. A livello di rosa, il primo nome che balza alla mente è quello del match-winner Zaniolo, che ha lasciato la Capitale nell’ultima sessione invernale di calciomercato per approdare al Galatasaray.

Oltre all’italiano, altri giocatori che sono scesi in campo con il Feyenoord e oggi hanno lasciato Roma sono Mkhitaryan, Oliveira, Veretout, Vina, Shomurodov e Ibanez, di cui si aspetta ormai solo l’ufficialità del suo passaggio in Arabia Saudita. Considerando anche i panchinari di Roma-Feyenoord, troviamo Fuzato, Maitland-Niles, Perez e Felix, tutti e quattro lontani dalla Capitale.

Ampliando il discorso a chi, invece, è ancora a Roma, troviamo Bove che da oggetto semi-misterioso è diventato una valida alternativa a centrocampo. Per Karsdorp, al contrario, la situazione è praticamente l’opposta perché l’olandese è passato da insostituibile a cedibile, con tanto di incomprensioni con Mourinho nella passata stagione post Sassuolo-Roma.

Dopo il gran primo anno e il calo avuto nel secondo, Abraham è fuori per infortunio e tornerà solo nel 2024, sorte simile all’idolo di casa Kumbulla che, dopo aver assistito a Roma-Feyenoord dalla panchina, sabato seguirà il match da casa per proseguire la riabilitazione.

Infine, Partizani-Roma sarà una gara emotivamente diversa rispetto alla finale di Conference League non solo per la valenza, ma anche per ciò che si respira fuori dal campo. La vittoria contro il Feyenoord ha segnato il punto più alto della gestione Friedkin, con l’entusiasmo alle stelle esploso nuovamente qualche settimana dopo con l’annuncio di Dybala.

Adesso, invece, questa gioia sembra essere parzialmente scemata a causa di una campagna acquisti che stenta a decollare. Nonostante gli arrivi di Aouar, Ndicka, Kristensen e il ritorno di Llorente, i tifosi stanno aspettando ancora un centrocampista e almeno una punta in grado di rinforzare adeguatamente la rosa a disposizione di Mourinho, in modo da poter arrivare in fondo a una competizione per il terzo anno di fila.


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