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Lo scudetto può attendere ma al verbo vincere a Dybala si illuminano gli occhi

di Luca d'Alessandro
Fonte: Il podcast di Luca d'Alessandro

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Dopo la trattativa lampo che lo ha portato in Portogallo c'è stato il giorno della presentazione ufficiale per Paulo Dybala. Tra domande più o meno scontate a essere importanti sono state, ovviamente, le parole del nuovo numero 21:  
"Credo che sia presto. C'è tanta voglia, la Roma ha vinto un trofeo importante per le ambizioni del futuro. Ci sono degli obiettivi importanti: ci piace vincere, dobbiamo pensare di partita in partita e vedere. Ci sono squadre che ora sono più avanti, ma dobbiamo pensare a lavorare". 

Parole che evidenziano come Dybala soltanto non basta alla Roma per tornare, almeno sulla carta, a essere una seria competitor per lo scudetto. Una cosa che forse neanche Friedkin ha mai chiesto a Mourinho allo stato attuale delle cose e con un mercato ancora tutto da scrivere. 

Certo che lo sforzo proferito da tutti i componenti del club: General Manager, allenatore, presidenza è incentrato a ridurre quel concetto di tempo necessario a tornare ai massimi livelli (perché la Roma ha già vinto) espresso da Mourinho nella conferenza stampa di presentazione della scorsa stagione. A Dybala e qui servirebbe l'aiuto delle immagini si illumina il volto alla pronuncia del verbo vincere:
"Sì, ho chiesto cosa volevamo vincere. A entrambi piace vincere".

Mourinho ha portato fin da subito la sua mentalità vincete, Dybala, oltre alle giocate, porterà quella mentalità vincente antipatica ai colori giallorossi, di cui tanto si vantano in casa Juventus. Per vincere in fondo, è più facile riuscirci con gente abituata a farlo. 


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