Nessuno vuole la palla più di lui in Serie A, ecco il regista esterno giallorosso
Fonte: Il podcast di Alessandro Carducci
La prima mossa del calciomercato della Roma, ricorderete, è stata la definizione dell’acquisto di Angelino, fortemente voluto dal fu De Rossi. Lo spagnolo, arrivato tra lo scetticismo di qualcuno, ha fin da subito la fiducia dell’ora tecnico giallorosso, diventando fondamentale anche per Juric.
Titolare inamovibile, Angelino ha anche il merito di avere un’ottima capacità di recupero. Nonostante il suo ruolo sia parecchio dispendioso, ciò gli consente di essere quasi sempre a disposizione, in salute e, più o meno, in condizione.
IL REGISTA ESTERNO – Juric l’ha recentemente definito il suo Dimarco. Sicuramente Angelino è centrale in questa Roma: è il calciatore con più passaggi in campionato. Vuole la palla, vuole averla addosso, toccarla, giocarla e lo sa fare bene. È primo per progressive passes in campionato, quei passaggio cioè che spostano la palla in avanti verso la porta avversaria. Angelino ragiona, lo sa fare bene, è bravo nel calcio associativo, a giocare nello stretto, ma anche nella trasmissione lunga del pallone. Un vero e proprio regista esterno su cui la Roma si appoggia spesso e volentieri. Contro il Monza, Cristante l’ha spesso coperto mentre lui, sulla carta braccetto sinistro, si alzava comportandosi da esterno offensivo. Un’attitudine che si andrà a incrementare con Juric per dare più imprevedibilità e pericolosità alla manovra giallorossa, sovraccaricando la fascia per far collassare le difese avversari.
DUELLI AEREI – Una piccola curiosità sui colpi di testa. Dopo la gara contro l’Athletic Club, Juric aveva dichiarato che Angelino salta e, anche se piccolino, prende tante palle di testa. E, in effetti, Angelino è nel 70° percentile tra i terzini dei 5 campionato top europei per quanto riguarda i duelli aerei vinti. Il che significa che la media di duelli vinti è superiore al 70% dei terzini europei. Nulla di strano, se non fosse che Angelino è alto circa 171 cm, un giocatore ritenuto quindi molto basso per gli standard dei calciatori moderni, difficoltà sopperita da un’ottima capacità nell’elevazione da parte del terzino spagnolo.