Parole da capitano
Fonte: Il podcast di Alessandro Carducci
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È un periodo molto complicato per Lorenzo Pellegrini, a tutti i livelli. In campo, non sta offrendo la migliore versione di sé, complice anche qualche piccolo acciacco, ma è soprattutto fuori dal campo che la situazione è degenerata. Guerre puniche e omicidio di Cesare a parte, il capitano giallorosso viene ritenuto responsabile più o meno di tutto ciò che di male sta capitando alla Roma negli ultimi tempi.
LA RESPONSABILITÀ DI ESSERE CAPITANO - I fischi sono una costante per chi è capitano e, quindi, responsabile di un momento negativo della squadra. Critiche e fischi sono toccati a tutti, soprattutto a chi si ama maggiormente, soprattutto a chi porta la fascia essendo romano e romanista. Un doppio onore ma, anche un doppio onere. Una grossa responsabilità, soprattutto dopo due capitani, due leggende, come Totti e De Rossi. Una responsabilità non facile da portare sulle spalle ma è il ruolo che Pellegrini vuole avere nella Roma e, nelle interviste di ieri, si è fatto carico del momento della squadra e ha accettato tutte le critiche per le prestazioni e per il momento della squadra. Più difficili da accettare le voci che, come una lama nel burro, penetrano con estrema facilità tra la gente. “Ha fatto fuori Mourinho, poi De Rossi”. Lui e Cristante sono diventati il bersaglio preferito quando qualcosa non viene digerito ma non si sa bene con chi prendersela. Eppure, poche volte nella storia del calcio i giocatori hanno pubblicamente fatto capire di non aver gradito l’esonero di De Rossi, una scelta della società non condivisa dalla squadra.
PAROLE DA CAPITANO - Ieri Pellegrini ha parlato da capitano, ha detto chiaramente che la squadra non si aspettava e non sentiva il bisogno di cambiare allenatore e lo stesso Juric ha pubblicamente dichiarato di aver trovato i calciatori estremamente dispiaciuti per l’accaduto. Eppure, Pellegrini è ormai l’usato garantito per trovare un colpevole. Sta lì, è un facile bersaglio, un reietto, “Dagli all’untore”, avrebbe detto il Manzoni e tutti che si accodano. Eppure, è il capitano della Roma, uno dei tanti figli di questa città. Da criticare, spronare, anche punzecchiare quando non gioca all’altezza, ma mai da scaricare.