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Perché non richiamare De Rossi?

di Alessandro Carducci

Nuovo appuntamento con i podcast di VoceGialloRossa.it: ogni giorno, dal lunedì al venerdì, approfondiremo con le voci dei nostri redattori uno dei temi più importanti della giornata.

I Friedkin sarebbero a Ladispoli per scegliere il prossimo allenatore della Roma. La proprietà sarebbe arroccata in un hotel irraggiungibile e inavvicinabile. Un modo per difendersi e difendere le trattative per il nuovo allenatore da occhi indiscreti, per carità, ma anche un simbolo di come le cose siano profondamente cambiate negli ultimi mesi. Appena un anno fa, i Friedkin erano sbarcati trionfalmente nella Capitale portando Romelu Lukaku, davanti a migliaia di persone in festa. Sembra, ed è, passata un’eternità. L’esonero di José Mourinho ha fatto profondamente vacillare la considerazione della proprietà da parte della tifoseria. Lo scempio dell’esonero di Daniele De Rossi ha fatto saltare il banco e l’aria a Roma è pesante: manca un CEO, manca un Direttore Tecnico e, al momento, manca soprattutto l’allenatore.

LE PROSSIME MOSSE - Ora i Friedkin sembrano voler fare le cose con calma, senza la cieca frenesia che ha guidato le ultime decisioni: la decisione da prendere è importante, molto importante: prendere un altro traghettatore o un allenatore con cui costruire qualcosa? E perché non richiamare De Rossi, l’ipotesi più logica, l’allenatore che ha guidato l’ultimo calciomercato e che era ben voluto da tutti i giocatori? Sarebbe anche l’ipotesi più economica, non dovendo così pagare l’ennesimo allenatore. Il terzo cambio in panchina dell’anno solare è comunque sintomo di una profonda crisi strutturale della società. Programmazione e frenesia sono due concetti totalmente opposti, che si sono fatalmente intersecati negli ultimi mesi, portando allo sfascio della peggiore stagione degli ultimi 20 anni. Se non si sistema ciò, se non si dà solidità e competenza alla dirigenza, la nave può solo affondare, facendo naufragare tutto.


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