Quella discrepanza tra giudizio tecnico e giudizio popolare su Cristante
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Luca d'Alessandro
L'appeal mediatico per i calciatori spesso fa la differenza più del rendimento in campo. A volte basta un giudizio di una persona che sposta l'opinione, a volte il malcontento generale dovuto da prestazioni non all'altezza delle aspettative dei tifosi ha dai capri espiatori sui quali ricadono le frustrazioni.
In questo particolare momento, uno dei calciatori meno tollerati dai tifosi della Roma è Cristante. Forse solo Pellegrini è più inviso del numero 4. Bisogna dire che è un malcontento ciclico e si è lontani dal momento in cui l'amante di ogni romano portava il cognome di Bryan.
Cristante, tuttavia, è il giocatore che mai come nessun altro rappresenta un paradosso tra l'opinione pubblica dei tifosi e l'opinione tecnica degli allenatori. Nella Roma degli ultimi tempi infatti, dove si sono succeduti allenatori, presidenti, calciatori, direttori sportivi, amministratori delegati e chi più ne ha, più ne metta, la vera costante è rappresentata proprio da Bryan Cristante.
Da quando è arrivato in giallorosso, portato da Monchi come il centrocampista italiano che più avesse segnato in Serie A, Cristante ha avuto come allenatori: Di Francesco, Ranieri, Fonseca, Mourinho, De Rossi e ora Juric. Tutti loro non solo lo hanno messo sempre o quasi in campo, ma ne hanno parlato estremamente bene: "Bryan è fondamentale per il nostro equilibrio, riesce a leggere molto bene le situazioni di gioco e a fare sia il regista che il mediano con grande qualità. È uno che non si tira mai indietro, anche nei momenti di difficoltà, e questo lo rende speciale.". Così lo definì quel Di Francesco, prossimo avversario, col Venezia, della Roma in Serie A. "Bryan mi piace perché è sempre pronto a fare sacrifici per la squadra e a giocare in tutte le posizioni. È un giocatore intelligente e un grande esempio di professionalità e di grande onestà". Gli fa da eco anche l'attuale tecnico del Milan, Fonseca. Per Mourinho era il "suo sergente di ferro. Un punto fermo su cui mi posso fidare a occhi chiusi". Di recente, forse un'altra di quelle situazioni che ha incrinato il rapporto con la tifoseria, Cristante ha avuto una discussione in allenamento con De Rossi, ma lo stesso allenatore, da giocatore della Roma disse di volere "cento giocatori come Cristante" perché "anche se non è nato qui, quando va in campo ci mette l'anima".
A far storcere il naso alla lettura delle formazioni di Roma-Udinese è stato quello di ascoltare il nome di Cristante tra i titolari e non quello di Koné. Se la partita sotto l'aspetto tattico può scorrere via senza soffermarcisi troppo, le parole di Juric possono arrivare in maniera più diretta: "È un uomo di ordine che capisce cosa sta succedendo e che dirige tutti i movimenti".
Un en plein di consensi da parte dei tecnici avuti che non basta a placare la contestazione della gente, stanca di arrivare sesta/settima in classifica, come se la colpa fosse del calciatore e non di chi, in tutti questi anni non sia stato in grado di portare nella capitale giocatori che tutti i vari allenatori della Roma avrebbero potuto preferire a Cristante e non il contrario.