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Una bugia che è tornata a essere una bugia. La mossa di Ranieri e il gol che rimette Pellegrini al centro di Roma

di Alessandro Carducci
Fonte: Il podcast di Alessandro Carducci

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Il calcio non è solo tattica e tecnica, è anche fatto di momenti, di centimetri, di sguardi, di sensazioni. L’allenatore bravo, quindi, non è solo colui che conosce tutti i calciatori, i punti forti e deboli di tutti gli avversari o tutte le tattiche possibile, ma è soprattutto colui che si dimostra più bravo a gestire un gruppo di persone.

LA GESTIONE PELLEGRINI - E così Claudio Ranieri ha tenuto in naftalina Lorenzo Pellegrini per settimane. Non uno qualunque, ma forse il giocatore più divisivo degli ultimi anni in casa Roma. Divisivo non per colpa sua, attenzione, ma perché gli sono state attribuite diverse nefandezze, dall’esonero improvviso di Mourinho a quello di De Rossi. Se Jaime Lannister del Trono di Spade era conosciuto per essere lo sterminatore di Re, Pellegrini era diventato nell’immaginario popolare lo sterminatore degli allenatori. Follia, soprattutto pensando a De Rossi. Ma tant’è. In politica, così come nella vita, una bugia ripetuta tante volte alla fine diventa una verità e così è stato anche per Pellegrini, il quale ha faticato a reggere il peso di quanto stava accadendo attorno a sé. Ecco che Ranieri l’ha protetto lasciandolo un po’ fuori, in modo che sfiammasse il livore nei suoi confronti, per poi ritirarlo fuori a sorpresa, fidandosi del suo istinto, così come quando sostituì all’intervallo di un derby sia Totti, sia De Rossi. Sembrò una follia, fu la mossa vincente. Come quella di mettere Pellegrini.


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