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Bove è l'emblema della stagione disastrosa di questa Roma. Difficile continuare con Juric

di Luca d'Alessandro
Fonte: L'editoriale di Luca d'Alessandro

La disfatta della Roma contro la Fiorentina è l'ennesima figuraccia della squadra in questa annata. Non si salva nessuno e non perché è una frase fatta, ma perché è così: passivo pesante, squadra che rimane in 10, che non è mai in campo, con il mister costretto ai cambi dopo pochi minuti del primo tempo, con il punteggio sul 2-0. Chissà se i Friedkin stiano già pensando un nuovo cambio in panchina, se torneranno sui propri passi e richiameranno De Rossi, se valuteranno una nuova opzione (magari più blasonata) o vorranno continuare con la loro scelta. A vedere Fiorentina-Roma sembra evidente come Juric difficilmente possa continuare. Tanti i motivi, ma sembra raccontare una cronaca di una morte annunciata. Il presente è questo, con la Roma 11ª a 6 punti dalla zona Champions, ma con scarse prospettive di rimonta. Un presente che è frutto di un passato in cui si è fatto tremendamente male. La domanda provocatoria può essere questa: cacciare Juric per riprendere De Rossi che ha messo alla porta il Bove visto contro la Roma ha senso? Al di là di questioni di cuore, Bove è l'emblema di come si siano fatte valutazioni errate a 360°: valutazioni tecniche con conseguente calciomercato in cui si è speso tanto e la resa è stata poca, fino ad arrivare all'esonero del mister di Ostia che ha spaccato piazza e spogliatoio. Per fare un altro esempio, la Roma di De Rossi, stando a quanto raccontato da Ghisolfi doveva passare alla difesa a 3 ed ecco che a fine mercato sono arrivati gli svincolati Hermoso e Hummels. Espulso in 5' il primo e autogol per il secondo (un altro che era un caso il perché non giocasse). Fondamentalmente tutto quello che si poteva sbagliare lo si è sbagliato. Per fortuna si è a ottobre e c'è possibilità di raddrizzare le cose. Come? Il compito spetta alla società e ai giocatori. La prima è chiamata a metterci la faccia, tornare presente e prendere quella decisione che rialzi la stagione e che, in un certo senso metta i giocatori di fronte alle loro responsabilità, senza più alibi. Anche perché andare a chiedere scusa ai tifosi ogni partita, senza poi dare tutto in campo ha poco senso. 


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