Ci si muove a scatti
Fonte: L'editoriale di Alessandro Carducci
È curioso osservare la pazienza mostrata con Ivan Juric con la frenesia che ha guidato il club all’esonero di Daniele De Rossi. Una Roma a doppia velocità, una Roma che si muove a scatti, così come mostra di fare ormai da un po’.
SI MUOVE A SCATTI - Non dà la sensazione di fluire, ma di qualcosa di macchinoso. D’altronde, anche il mercato si è mosso a scatti, senza linearità: da una parte, l’abbondanza di centrocampisti e trequartisti. Dall’altra, la miseria di esterni. A questo si aggiungano le dichiarazioni di Juric, capace prima di difendere la prestazione contro l’Elsfsborg per poi lui stesso dire che non bisogna più cercare giustificazioni nelle prestazioni quando non si vince. Si passa poi dal dire che Cristante ha un’intelligenza fuori dal normale fino al metterlo in panchina dopo la mezz’ora di Firenze. Sembra tutto un grande caos dove tutto è lecito e, soprattutto, dove tutto è possibile. Un mondo dei sogni, dei balocchi, ma alla rovescia.
IL TIFOSO SI SENTE PERDUTO - Se a tutto ciò si aggiunge la mancanza di un punto di riferimento si può capire lo stato d’animo del tifo romanista, che si sente perso, non sentendosi rappresentato né dalla proprietà, né dall’attuale dirigenza (non ce ne voglia Ghisolfi, tutt’ora sotto esame da parte del popolo e considerato più una vittima che un carnefice, almeno al momento). Dopo l’addio del CEO greco e la fredda lontananza della proprietà, la Roma si regge su pochi, abili, valorosi e va avanti come può, come riesce, e la classifica è uno schiaffo forte in faccia a chi pensa di conoscere in maniera approfondita una materia – il calcio – apparentemente banale, ma fatta di sfumare che, se non percepite, rischiano di far sprofondare tutto. Con buona pace dei “trofei” da raggiungere “in questa stagione”.