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Elfsborg-Roma 1-0 - Scacco Matto - Tanto possesso palla per non fare nulla

di Alessandro Carducci

La Roma crolla in casa dell'Elfsborg per 1-0 e complica il suo cammino europeo.

POSSESSO PALLA - I padroni di casa lasciano alla Roma il possesso palla, un po' come accaduto nel match contro il Venezia, ma i giallorossi non sanno come sfruttarlo. Tanti passaggi orizzontali, tante giocate improvvisate e imbucate centrali estremamente leggibili dalla difesa svedese. A destra, Abdulhamid è inizialmente impresentabile e sbaglia qualsiasi pallone toccato, mentre a sinistra Angelino è meno preciso del solito. Chi dovrebbe dare imprevedibilità sbaglia in più occasioni. Parliamo di Baldanzi e Soulé: meglio il primo, che però provoca il rigore, mentre il secondo si incaponisce con le conclusioni dalla distanza e sbaglia parecchi palloni. Shomurodov riceve pochi palloni e incide pochissimo.

LA RIPRESA - L'Elfsborg è una squadra tecnicamente abbastanza modesta, eppure i capitolini anche nel secondo tempo faticano a rendersi pericolosi. Sentendo Juric a fine gara, sembra che la Roma abbia perso di misura con il Manchester City. In realtà, i capitolini rientrano in campo nella ripresa con lo stesso spirito della prima frazione di gioco. Tanta buona volontà, il dominio del campo ma la difficoltà ad arrivare a dama.

ELFSBORG ATTENDISTA - Dopo un primo tempo con l'alternanza tra pressing e un atteggiamento prudente, con un 5-3-2 in fase di non possesso, gli svedesi nella ripresa arretrano ancora di più. Sanno che la Roma dovrà scoprirsi e lasciare ancora più spazi e allora difendono con un 5-4-1 che chiude tutti gli spazi, cercando di pungere in contropiede, senza grossi risultati. La Roma cerca di risalire il campo con uno-due o cercando l'uomo libero tra le linee sulla trequarti e, nonostante l'Elfsborg sia molto chiuso, spesso lo trova ma spreca molte occasioni potenziali. Spesso, i capitolini provano a mettere un cross dal vertice dell'area, ma con scarsi risultati. 

LE SOSTITUZIONI - L'ingresso dei big ha dato forza alla squadra. Juric ha provato a risolvere la situazione menttendo nella ripresa un po' di titolare. Per la precisione, Dybala, Pellegrini, El Shaarawy, Dovbyk e Cristante. Preoccupa che la gara assomiglia molto a quella contro il Venezia, con la differenza che, in quell'occasione, un tiraccio di Cristante si è infilato in rete mentre, in Svezia, la conclusione di Pellegrini ha preso la traversa. Due episodi che hanno deciso le due gare, ma rimane la sensazione di una squadra che fatica tremendare a dare un senso al possesso palla, subendo invece in contropiede. Un qualcosa su cui Juric dovrà necessariamente lavorare.


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