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Fenerbahce, Dzeko: “Potevo lasciare la Roma dopo il primo anno, ma volevo dimostrare chi fossi. L’esonero di De Rossi? Mi ha sorpreso”

di Marco Campanella

Edin Dzeko è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport in qualità di doppio ex di Roma e Inter. Ecco uno stralcio delle sue parole: 

Scelga un Roma-Inter.
"Il primo dopo il passaggio all'Inter, vittoria per 3-0 e un mio gol. Ma no, non per quello. Da fuori magari non s'è visto, ma avevo il fuoco dentro, sentivo i tifosi di entrambe le squadre dalla mia parte. Tornavo nel mio stadio, l'Olimpico è stato il mio stadio: un'emozione fortissima, mai provata". 

Lei ha sfiorato scudetto e Champions con l'Inter. E con la Roma non è riuscito ad alzare trofei. Ci spiega qual è la differenza fra vincere e non riuscirci?
"Sicuramente alla Roma sentivo che sarebbe stato più difficile vincere rispetto a quel che invece ho avvertito nell'Inter. Sullo scudetto sfumato in nerazzurro, dico che è mancata un po' di convinzione, arrivata dopo Istanbul. E poi quell'anno abbiamo deciso di tenere in piedi tutte e due le competizioni, Champions e campionato. Mi riferisco alla gara di Liverpool, ci portò via tante energie per il mese successivo: avessimo dato più attenzione alla Serie A, sarebbe andata diversamente. Potevo festeggiare pure io la seconda stella...". 

Cosa pensa di Dovbyk?
"Io più di tutti so quanto sia complicata la Serie A. Lui lo scorso anno è stato capocannoniere in Spagna, all'inizio ha avuto un po' di difficoltà, ma ha fatto come me, non ha mollato e ora gli viene tutto più facile. Sono felice per lui".

Quanto la ferirono quelle critiche a Roma del primo anno?
"Per fortuna, non mi sono mai fermato a pensare. E non ho mollato. Avrei potuto, lo sa? Sarei potuto andar via, sarebbe stata la scelta più semplice, altri al posto mio l'avrebbero fatto. Ma io volevo dimostrare alla gente che non era Edin, quello lì. Mi sono detto 'resto, non voglio finire la mia esperienza in Italia così, sono meglio di quel che avete visto".

Infatti l'anno dopo è diventato capocannoniere.
"Beh, con Spalletti fu facile". 

Proseguiamo con gli allenatori? Mancava Mourinho alla sua lista di grandi maestri. 
"Per la verità, l'ho avuto anche alla Roma per un mese, prima di andare all'Inter. Non fu felice della mia partenza e me lo fece sentire. Ci sono state cose che non dipesero né da lui, né da me, all'epoca. José è un uomo e un grandissimo allenatore da carisma incredibile. Anche da avversario, quando lui parlava, io ero lì ad ascoltarlo. La sua parola ha un valore enorme. E sono molto orgoglioso di essere allenato da lui qui al Fenerbahce". 

Ha idee di cosa sia successo a Roma con De Rossi?
"Eh Daniele... parlare di lui è facile, ma in questo momento no, è difficile. Per me è soprattutto un amico. Sono stato molto sorpreso dal suo esonero, come per la verità lui anche dell'addio di Mourinho. Io non ho avuto De Rossi come allenatore, ma ho parlato con i miei ex compagni a Roma, ho sentito cose positive, ma di più, mi hanno parlato di un grande tecnico. E se tu dici queste cose dopo solo due mesi di lavoro, vuol dire che la stoffa c'è. Tornerà a lavorare presto".


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