Fondamentale e sottovalutato: questa Roma non può fare a meno di Angelino
Prezioso, duttile e probabilmente sottovalutato. La Roma non può fare a meno di Angelino. E pensare che il riscatto del suo cartellino in estate dal Lipsia era passato quasi inosservato, con tutti gli occhi rivolti verso altri profili, obiettivi, più blasonati, ma solo sulla carta.
Un matrimonio che fa bene a entrambi. Perché questo strano spagnolo, cresciuto nella galassia City tra Manchester e New York, ha finalmente trovato quella continuità e considerazione che in precedenza aveva avuto solamente al Lipsia. Un percorso difficile da leggere, visto che nel maggio 2019, dopo una grande annata al PSV, dove viene nominato talento dell'anno dell'Eredivisie, era diventato uno dei terzini più quotati in Europa. Non a caso il City di Guardiola decise di riacquistarlo per più di 12 milioni di euro. Pensate che l'annata precedente lo aveva ceduto agli olandesi in cambio di 7, bonus compresi.
A posteriori un errore, visto che a Manchester giocherà pochissimo e sei mesi dopo volerà in Germania. Il Lipsia, come detto, prima lo acquista in prestito e poi a titolo definitivo. Eppure il matrimonio con il club della Red Bull si interrompe nel 2022, quando arrivano altri due prestiti: Hoffenheim e Galatasaray. A Istanbul però gioca pochissimo ed ecco allora l'inserimento della Roma, che con un blitz lo porta nella Capitale lo scorso 30 gennaio. Un'altra tappa per il giramondo Angelino, che a 27 ha già giocato in Inghilterra, America, Spagna, Olanda, Germania, Turchia e Italia. Il resto è storia nota.
Fondamentale per De Rossi, Juric e Ranieri. Quest'ultimo decisivo nel riportarlo nel suo ruolo, quello di esterno a tutta fascia, dopo gli esperimenti del neo allenatore del Southampton nel proporlo come braccetto di sinistra nella difesa a tre. Nonostante all'ex Torino ricordasse Dimarco. Ad Angelino adesso manca solamente il gol e forse qualche assist in più, 5 in 43 partite al momento: numeri che però non bastano a spiegare la sua importanza nel nuovo corso giallorosso, considerando anche la sua capacità nel giocare sempre in verticale. Se è vero che "c'è una Roma con Dybala e una senza", questa Roma non può permettersi di fare a meno di José Ángel Esmorís Tasende da Coristanco, semplicemente Angelino.