Cambio Campo - Montano: "Difficile fare un paragone tra il Napoli della scorsa stagione e questa Roma. Cosa mi aspetto dai giallorossi? Il pullman davanti la porta"
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Marco Campanella
Torna l'appuntamento con "Cambio Campo", la rubrica di Vocegiallorossa.it nella quale, prima di ogni partita della Roma, vi proponiamo un'intervista ad un giornalista che segue la squadra avversaria.
L’ospite di oggi è Alessandro Montano, giornalista del Radio Punto Nuovo, con il quale abbiamo parlato di Napoli-Roma.
Nella passata stagione, il Napoli ha deluso le aspettative arrivando a cambiare tre allenatori. La Roma, oggi, si trova nella stessa situazione. Trovi delle similitudini tra il Napoli dello scorso anno e il momento della squadra giallorossa?
"Difficile fare un paragone. Il Napoli veniva da uno scudetto, la Roma da un’altra stagione caratterizzata da un cambio di panchina con l’arrivo di De Rossi. Quello che resta in comune, forse, è la confusione mostrata nelle scelte e la totale assenza di leader nello spogliatoio. De Laurentiis cadde in balia non tanto dei suoi errori, quanto nel disperato bisogno di rimediarvi in qualsiasi modo. Un qualcosa che rivedo anche nei Friedkin in questa stagione, dove mi sembrano genuinamente impreparati per gestire una piazza come quella di Roma. E in questo senso, Ranieri potrà far più bene a loro che alla squadra… È una scelta disperata, ma che può pagare grossi dividendi in futuro. Alla Roma serve un uomo forte che consigli senza interessi personali la proprietà, nel bene della piazza e del club".
In questa stagione, il Napoli ha cambiato registro tornando a lottare per i vertici della Serie A grazie al lavoro di Antonio Conte. Cosa ha portato di diverso il neo tecnico azzurro? Come ha fatto ha far tornare il Napoli così in alto dopo poco tempo?
"Conte ha riportato la cultura del lavoro al centro di tutto. È forse l’unica cosa che accomuna questo Napoli a quello di Spalletti. In campo va chi se lo merita e basta vedere Ngonge: sembrava destinato ad essere svenduto, ora è alla pari di Neres nelle gerarchie di Conte. Il Napoli è tornato in alto grazie ad un atteggiamento diverso. La fase difensiva è stata rivista, ma è come questa squadra rincorre e si spende in campo l’uno per l’altro che fa spavento. È chiaro che non balzi dal decimo al primo posto nel giro di pochi mesi senza qualche compromesso. Per mettere a posto la difesa, Conte sta sacrificando qualcosina in attacco. È un Napoli che ruba meno l’occhio, ma a cui è veramente difficile far gol. La speranza è che presto l’attacco giri come gira la difesa...".
Il Napoli al momento è primo in classifica, credi nella vittoria dello scudetto? Solo così si può perdonare la passata stagione?
"Sarebbe da ipocriti non credere allo scudetto. È una Serie A senza corazzate e, con i nuovi formati della UEFA, fare le coppe è un fattore di usura senza precedenti. Il Napoli ha una rosa più attrezzata di quella del 2022-2023 e basta vedere come ha digerito l’assenza di Lobotka nel tris con Milan, Atalanta e Inter. Un qualcosa che neanche quel Napoli avrebbe potuto fare con questa scioltezza. Poi ci sono anche gli episodi: se Calhanoglu segna il rigore, avremmo vissuto un’altra sosta… La scorsa stagione è stata già perdonata, comunque. I mea culpa di De Laurentiis, i colpi di mercato, ma soprattutto una società finalmente strutturata e affidata ad un corpo tecnico e dirigenziale da grande club: il Napoli ha rinnegato alcuni dei propri difetti storici e alcune delle linee guida fondanti di questa squadra, pur di mettersi alle spalle tutto. C’è molto anche della paura di ADL di non centrare la nuova Champions e di dare un bacio a centinaia di milioni di euro, ma per una volta vediamola in maniera romantica. In fondo le sue lacrime al ventennale di presidenza, ci hanno mostrato un De Laurentiis primo tifoso e primo tormentato di questo Napoli".
Secondo te, non partecipare alle coppe europee sarà un fattore a favore del Napoli per quest’anno? In ottica futura, anche per la Roma sarebbe la miglior cosa per ripartire alla grande nella prossima stagione?
"Non c’è nulla di gratificante nel non partecipare alle coppe. E non lo consiglierei alla Roma, che negli ultimi anni è stata tra le italiane più continue in Europa per traguardi e risultati. Come dicevo prima, il gestire un solo impegno settimanale può essere una manna dal punto di vista fisico e della prevenzioni agli infortuni, ma a volte dimentichiamo che i campioni hanno sempre fame di partite. E che un risultato in coppa può svoltarti completamente la stagione, per morale e traguardi. Dire il contrario sarebbe come la volpe che non arriva all’uva…".
In estate, il Napoli ha puntato fortemente su due ex Roma: stiamo parlando di Romelu Lukaku e Leonardo Spinazzola. Come si stanno comportando fin qui in azzurro? Qual è il tuo parere a riguardo?
"Lukaku sta diventando un piccolo mistero. Da sosta a sosta ha segnato 1 solo gol: quando non entra nel tabellino dei marcatori o degli assistman, il Napoli fa una difficoltà tremenda ad andare oltre i risultati di misura. Ci vorrà tempo prima di rivederlo al top della forma e non è detto che il top sarà quel Lukaku visto con Conte a Milano. Forse questa squadra ha un gioco offensivo già troppo Lukaku-centrica per quelle che sono le attuali condizioni del belga. Su Spinazzola, c’è poco da dire: sta pagando l’exploit di Olivera davanti a lui. Ora con la Roma sarà verosimilmente titolare e avrà una buona chance da giocarsi".
Dopo Daniele De Rossi e Ivan Juric, la Roma ha deciso di affidare la propria panchina a Claudio Ranieri. Che ne pensi di questa scelta? Riuscirà il tecnico a risollevare le sorti giallorosse? Che squadra ti aspetti al Maradona?
"Parto dall’ultima, mi aspetto il pullman. Ed è anche giusto così: la Roma deve fare punti e morale, quale miglior occasione di una prestazione del genere in casa della capolista? Fare peggio di Juric sarebbe impossibile, bisognerebbe avere un cammino da rischio retrocessione e non può essere il caso della Roma. Ranieri è un lord della panchina, un allenatore scafato che sa esattamente come uscire da una fossa simile. È l’uomo che riesce a vedere la luce, laddove tutti gli altri non vedono altro che il buio. Spero per il mister che la Roma si affidi a lui e che lo lasci entrare nello spogliatoio, come fecero entrare Mourinho al suo primo anno. Altrimenti sarà l’ennesimo capro espiatorio di un gruppo che fatica ad assumersi le proprie responsabilità".