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La scelta comunicativa di Juric

di Gabriele Chiocchio
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio

La partita di domenica scorsa contro il Venezia non è decisamente stata una delle migliori prove offerte dai giallorossi, anche oltre possibili attenuanti come i postumi di coppa o una rosa non bene assortita per Juric. Con un po’ di sfortuna in meno, gli uomini di Di Francesco avrebbero potuto portare via i tre punti dall’Olimpico come ha fatto l’Empoli, che, a conti fatti, ha sofferto anche più dei lagunari, che hanno avuto il solo demerito di non riuscire a leggere le palle alte su cui Pisilli ha giganteggiato, finendo per colpire in modo decisivo Joronen.

La differenza tra Roma-Venezia e Roma-Empoli, oltre che negli allenatori che si sono seduti sulla panchina lato Curva Sud, sta dunque quasi solo nel risultato e questo è segno di una squadra che di lavoro ne deve fare ancora tanto. Juric lo ha ammesso nelle interviste del postpartita, ma anche voluto sottolineare - decisamente oltremisura - il buono che i suoi uomini hanno tirato fuori nella situazione di difficoltà in cui ci sono trovati. La scelta del croato è stata quella di porsi a difesa del suo gruppo, un po’ come faceva chi lo ha preceduto, almeno all’inizio: l’ex Torino è ancora nella primissima parte della sua avventura in giallorosso e ha valutato che bastonare i suoi, come in passato ha invece fatto altrove, non fosse la scelta migliore, preferendo provare a tenere alto il morale dopo una prestazione che resta negativa.

Chi si aspettava qualcosa di diverso è rimasto deluso, ma va ovviamente tutto parametrato al contesto: per Juric la Roma è una grande occasione piovuta un po’ dal cielo e rischiare di perderla per essersi messo contro un gruppo di calciatori che - per stessa ammissione del tecnico - è rimasto deluso dall’avvicendamento in panchina sarebbe un autogol abbastanza evidente. Come però è evidente che qualcosa non va e che qualcosa andrà modificato, perché se “bastano” quarantacinque minuti di buon livello contro l’Athletic Club per sfiancare la squadra al punto di faticare a opporre resistenza al Venezia tre giorni dopo (a fine settembre), allora il modo attuale di “fare calcio” della Roma non è probabilmente quello più adatto in una stagione lunga e che prevede tre competizioni (come mai nella storia di Ivan Juric). Intanto, abbiamo capito qualcosa in più della sua strategia comunicativa: la curiosità sta nel vedere cosa succederà se certe prestazioni dovessero ripetersi ulteriormente.


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