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Napoli-Roma 1-0 - Scacco Matto - Addio alla costruzione dal basso e la ricerca di una solidità perduta

di Alessandro Carducci

La prima Roma di Claudio Ranieri cade al Maradona a causa del gol dell'ex Lukaku, nella ripresa.

INTASARE LE VIE CENTRALI - Il piano gara è abbastanza semplice: intasare le vie centrali per mandare il Napoli sugli esterni. La Roma si schiera con un 4-4-1-1 che può anche essere letto come un 4-2-3-1, a seconda delle fasi di gioco. In difesa, spazio a Celik, Mancini, Ndicka e Angelino, riportato sulla linea difensiva. Koné e Cristante occupano la parte centrale del campo con El Shaarawy e Pisilli esterni. Pellegrini agisce dalle parti di Dovbyk.
Proprio loro due hanno il compito di schermare Lobotka mentre i due centrocampisti giallorossi prendono le mezzali del Napoli. Almeno per vie centrali, i campani trovano effettivamente difficoltà, rendendosi però pericolosi sugli esterni. 

IL PROBLEMA DELLE FASCE - Da sottolineare l'equilibrio che Ranieri cerca di dare sugli esterni. Al terzino più offensivo, Angelino, accoppia un giocatore meno offensivo come Pisilli (meno offensivo rispetto ai vari Zalewski ed El Shaarawy). Al terzino più difensivo, Celik, il tecnico romano accoppia un giocatore con attitudini offensive come El Shaarawy. Il problema è che manca l'intesa rispettivamente tra Celik-El Shaarawy e Angelino-Pisilli, non essendo abituati a formare delle catene. Sulle ali, quindi, la Roma va presto in difficoltà, iniziando fin dai primi minuti con Kvaratskhelia lasciato libero da El Shaarawy. Pisilli, dall'altra parte, va in particolare in affanno anche perché ha contro la coppia Di Lorenzo-Politano.

NO ALLA COSTRUZIONE DAL BASSO - Niente rischi per i capitolini: Svilar, in più di un'occasione, ha beatamente lanciato lungo senza fronzoli e senza continuare il lavoro di De Rossi e, in parte, quello di Juric. Tutto abbastanza prevedibile, ovviamente, ma la Roma ha faticato tremendamente a sviluppare azioni fluide.

PASSAGGIO A TRE - Nella ripresa, Ranieri prova a cambiare le carte in tavola e torna al 3-5-2, togliendo Pellegrini ed El Shaarawy in favore di Baldanzi e Hummels. Celik e Angelino si alzano a centrocampo mentre Pisilli viene tolto dalla fascia e torna mezzala. Baldanzi scende sempre in campo dando l'impressione di voler spaccare tutto, ma questa volta conclude poco, risultando evanescente e sciupando un'occasione clamorosa. Il gol preso è frutto della dormita di Angelino e della decisione sbagliata presa da Hummels, preoccupato di farsi autogol, mentre Dovbyk prende la traversa. Per il resto, tanta fatica e tanto lavoro per Ranieri per una Roma a tratti spenta. I giallorossi continuano a faticare a trovare linee di passaggio pulite e questo si traduce in una difficoltà estrema per Dovbyk nel rendersi realmente pericoloso. 


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