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Una situazione ingarbugliata la cui soluzione è tanto facile da sapere, quanto difficile da realizzare

di Luca d'Alessandro
Fonte: Il podcast di Luca d'Alessandro

Come si risollevano le sorti della Roma? Questa sembra essere la domanda per eccellenza per una squadra che, al terzo allenatore a novembre, non sembra riuscire a superare il momento di crisi. La risposta è lapalissiana ed è: vincendo le partite. Il punto è che, spesso, anche quando la soluzione è scontata, non è così facile da ottenere. Un po' come durante una situazione che non si riesce a controllare o che ci agita, quando la soluzione ai problemi è quella di stare tranquilli, ma soltanto il sentirsi dire: "Sta tranquillo", alimenta ulteriormente il tutto. 

Ranieri, che finora sta svolgendo il ruolo del medico curante in una fase ancora di studio del paziente, sta provando a sistemare le cose in base alla propria esperienza di allenatore. Il mister sta usando una tecnica volta a pungolare i calciatori, cercando in loro una reazione da una parte, dall'altra vuole far ritrovare loro la giusta serenità. 

Il mister è arrivato in un momento difficile dal punto di vista dei risultati, del morale e del calendario. La gara col Napoli è già stata archiviata con una sconfitta e sia contro il Tottenham che contro l'Atalanta, sicuramente, la Roma non parte coi favori del pronostico. Anzi, qualsiasi risultato positivo sarà visto come una vittoria, intesa come primo passo per rialzarsi e ripartite. 

La chiamata alle armi, alle proprie responsabilità è stata fatta nel post-gara del Maradona da Ranieri. Il tecnico sa che può permettersi di dire certe cose, non come per esempio Juric: "I big devono avere personalità per aiutare se stessi e gli altri". Tra i big ci sta capitan Pellegrini, ancora una volta al centro delle discussioni dopo la sostituzione nell'intervallo del match contro il Napoli. Con lui si torna al discorso iniziale, perché da una parte è facile fare una diagnosi su cosa non vada del suo rendimento in campo, dall'altra parte è altrettanto facile sapere quale sia la soluzione, dall'altra parte ancora è estremamente difficile creare le condizioni affinché il problema si risolva. Anche perché il tutto diventa una sorta di cane che si morde la coda: "I big devono aiutare se stessi e gli altri. Pellegrini (un big) non è così sgombero di pensieri e dobbiamo aiutarlo". 

Una situazione ingarbugliata a cui c'è una sola medicina, anch'essa talmente banale da essere, al momento estremamente complicata: rendere al meglio in campo. La forza per farlo però va trovata dentro se stessi. 
 


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