.

Bianchi: "Per competere con la Juventus alla Roma serve il colpo alla Batistuta"

di Luca d'Alessandro

Ottavio Bianchi, ex allenatore della Roma, è stato intervistato da Il Messaggero. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:

 

Anche la Roma vende i migliori e si rinnova in ogni stagione. La squadra, però, non è sempre competitiva. Conosce bene la Capitale: dov'è il problema?
«L'ambiente. Se a Bergamo vendono qualcuno bravo, la gente non dice niente. Roma è Roma, non puoi sbagliare una partita. Ai giovani vanno concessi gli errori, li fanno pure i vecchi. E invece se non giochi bene una gara, sei bocciato. Pazienza zero».

La Roma adesso è più giovane. E più italiana.
«Come piace a me, è il mio calcio. Poi il campione lo vai a prendere all'estero. Ma la base deve essere indigena. Ora tutti si stupiscono di Zaniolo. Io, conoscendo la Capitale, mi preoccupo. Non va esposto mediaticamente. Se ha una calo, possibile per un giovane, può andare in panchina. Senza, però, aprire dibattiti in radio o televisione».

Come valuta Di Francesco?
«Bene con il Sassuolo. Con la Roma meglio in Europa: squadra più libera. È fondamentale che non si faccia condizionare e porti avanti il suo calcio. Io venni a Roma solo perché c'era Viola. Mi disse che ai tifosi e ai giornalisti avrebbe pensato lui. Io feci solo l'allenatore. Grande persona l'ingegnere, mi chiese la salvezza: per questioni politiche, la Roma avrebbe faticato. Mi fece nomi, cognomi e indirizzi. Arrivammo in finale di Coppa UEFA e vincemmo la Coppa Italia. Peccato lui non ci fosse più, sarebbe stato orgoglioso. Alzò la coppa la signora Flora, fu la mia stagione più bella».

Come si rinforza una squadra che vuole sfidare la Juve?
«Ok i giovani, ma poi per vincere serve Batistuta. A Trigoria ne sanno qualcosa. ok Florenzi, Cristante, Pellegrini e Zaniolo. Poi, però... il colpo grosso. Ricordo che cosa mi spiegò invece Tapie, l'ex presidente del Marsiglia, invitandomi a Parigi da dirigente del Napoli: il campione puoi venderlo, ma due anni prima devi prendere il sostituto per farlo crescere accanto al big da cedere. E chiari con chi vuole partire: via a fine anno solo se fai una grande stagione. Ci guadagnano il club, il tecnico e il giocatore».


Altre notizie
PUBBLICITÀ