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Brescia, Cellino: "Lotito dice che io non voglio giocare per la salvezza? Lui sta facendo fuoco e fiamme per lo scudetto..."

di Marco Rossi Mercanti

Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, il presidente del Brescia Massimo Cellino ha ribadito la sua opposizione alla ripresa della stagione:

Che messaggio vuol mandare a chi pensa alla ripresa del campionato?
«Pensano solo ai loro interessi economici e alle Coppe. Ma sul campionato italiano non decide la UEFA, decide l'Italia. Per riprendere la A dovrà terminare entro il 30 giugno. Ci fanno giocare ogni due giorni? O la UEFA ha anche il potere di allungare le giornate e farle diventare di 72 ore? Se vuole fare qualcosa di utile la UEFA mandasse a Brescia bombole di ossigeno e respiratori, gliene saremmo grati».

Allenamenti dopo il 13 aprile?
«Qui a Brescia abbiamo i camion che trasportano i morti.  Siamo al centro dell'epidemia, sono date tutte sballate. I miei giocatori vengono da 45 giorni di totale attività, serve un mese di allenamento solo per rimetterli in forma. Altrimenti si rischiano di rompere tutti. Nei giorni scorsi ho messo a disposizione il centro sportivo per allenamenti individuali di singoli giocatori seguiti a distanza da un preparatore e un medico. Dopo neanche mezz'ora di corsa due si sono stirati. Rendo l'idea?».

Lo scontro con Lotito?
«Me l'ha urlato l'altro giorno: "tu non vuoi giocare per salvarti". Da che pulpito, lui che fa fuoco e fiamme perché pensa di vincere lo scudetto. A me di retrocedere non frega nulla: finora ce lo siamo meritato e anche io ho le mie colpe. Faccio un discorso generale. Per finire a giugno ci aspetta un tour de force impossibile e rischioso, per prolungare la stagione serve cambiare tutte le regole nazionali e internazionali: contratti dei giocatori, bilanci, scadenze con le banche, calciomercato, preparazione, inizio della nuova stagione. Un caos assoluto. Per che cosa?».

Se si dovesse riprendere, cosa intende fare?
«Questa stagione non ha più senso. Ci siamo fermati, nessuna squadra tornerà come prima, gli stadi a porte chiuse, in più c’è il rischio per la salute degli atleti. Per me tornare all’attività è una pura follia. Se ci costringono sono disposto a non schierare la squadra e perdere le partite 3-0 a tavolino per rispetto dei cittadini di Brescia e dei loro cari che non ci sono più».


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