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Carraro torna a parlare di Roma-Juve del 2005: "Mi infuriai con Bergamo"

di Redazione Vocegiallorossa

Franco Carraro, ex presidente della Figc oltre che di Lega Calcio e Coni ed ex Sindaco di Roma, ha parlato ai microfoni de Il Fatto Quotidiano. Di seguito uno stralcio dell'intervista.

Calciopoli scoppiata per colpa sua?
«Nel giugno del 2004 maturo la convinzione che Bergamo e Pairetto debbano essere avvicendati perché la carica di designatore non deve, a mio parere, superare i 5 anni. Senza dire nulla a nessuno, chiamo Collina. Gli propongo di smettere di arbitrare, di fare il designatore unico a partire dal 2004-2005 e gli dico che un giorno potrebbe diventare presidente federale. Collina mi dice di no, ma si rende disponibile per la stagione 2005-2006. Decido di pazientare e commetto l’errore fatale: Bergamo e Pairetto, non so come, vengono a sapere della mia iniziativa e tutto precipita. Consolidano il loro rapporto con Moggi, andando al di là del consentito, con tutto quel che ne consegue. Io avrei dovuto seguire la mia intuizione e, malgrado il no di Collina, cambiare comunque il designatore».

Tuttavia le intercettazioni la sorprendono mentre supplica i designatori di non favorire troppo la Juve: le sembra normale?
«Come ho detto, la situazione a un certo punto è peggiorata. Alla vigilia di una partita importante, Roma- Juve, sento che l’arbitro designato (Trefoloni, ndr) si è dato malato e mi preoccupo; anche perché al suo posto ne viene spedito uno non fra i migliori (Racalbuto, ndr). E a Bergamo dico: “Almeno nei casi dubbi, mi raccomando: non si favorisca la Juve”».

Invece Roma-Juventus finisce 1-2 nella bufera... Poi lei chiama Bergamo e dice: “Ma allora io non conto un cazzo”. Posso dirlo? Non ci fa una bella figura.
«In realtà quella volta mi infuriai. Non c’era il Var e la prassi, su un fallo al limite dell’area, era dare punizione: non protestava nessuno. In quell’occasione invece l’arbitro diede il rigore e io, che ero alla televisione, mi imbestialii: con Bergamo volarono parole grosse».


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