Empoli, Andreazzoli: "A Roma sono passato per inadeguato, fenomeno e di nuovo inadeguato"
Il tecnico dell'Empoli Aurelio Andreazzoli ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Queste uno le sue parole:
La personalità dell’Empoli dipende dalle certezze che dà il gioco?
"Esatto. I giocatori non dimenticheranno mai il modo in cui hanno vinto in casa di Juventus e Napoli. E così sfideranno la Roma con la fiducia di batterla".
Lei ha allenato Totti e De Rossi. Vero o falso che un maestro di calcio farebbe fatica in un grande club perché i campioni storcerebbero il naso?
"Falso. Io con Totti e De Rossi mi sono trovato benissimo. Dipende da che persona sei: i ragazzi ti inquadrano in fretta. Prima di essere un allenatore, io sono un uomo con i miei comportamenti e la mia sensibilità. Il rapporto con la squadra è come quello con i figli, solo che nello spogliatoio sono venticinque. Serve sempre un indice di attenzione altissimo. E sa qual è la principale difficoltà di questo lavoro? Far sentire la mia squadra più forte di quello che è".
Perché dell’esperienza con la Roma viene ricordata solo la finale di Coppa Italia e non tutto il resto, come la vittoria sulla Juventus e la rimonta in classifica?
"Perché il mondo del calcio spesso manda messaggi superficiali per arrivare alla pancia del tifoso. Un giudizio oggettivo dipende dalla voglia di trasmettere la curiosità, le difficoltà, le bellezze. A Roma passai da inadeguato a fenomeno e poi di nuovo a inadeguato: non ci restai male perché do peso solo al giudizio di chi mi conosce".
Il mister toscano è intervenuto anche a Il Corriere dello Sport:
Sabatini?
"Bravi come lui a usare le parole non ce ne sono. Quello che penso di Sabatini è difficile da esternare. Bravi come lui a usare le parole non ce ne sono. Lo amo e lascerei dentro questa frase tutto il resto. È un piacere parlare di calcio con lui, oltre a entrare dentro la materia ti fa vivere le sensazioni, è difficile da spiegare".
Mourinho?
"Fu molto carino all'andata, disse che gli faceva piacere conoscermi. Ci salutammo con un abbraccio".