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Gandini: "I tanti cambi al vertice? Non mi permetto di giudicare, ma è la stabilità che fa crescere i progetti"

di Ludovica De Angelis

Umberto Gandini, AD della Lega Basket ed ex dirigente di Roma e Milan, ha concesso un'intervista a La Gazzetta dello Sport parlando della società giallorossa e di quella rossonera a pochi giorni dal match tra le due compagini.

Gandini, qual è la prima differenza che ha trovato fra Milano e Roma?
“Per prima cosa il legame che unisce il tifo giallorosso alla squadra. Solo in pochi posti al mondo l’ho riscontrato a questi livelli. In rossonero, una cosa del genere non c’è stato neppure negli anni d’oro. E forse è vero che questo tipo di pressione fa sì che nella Capitale sia più difficile vincere. Poi c’è un altro aspetto: pur nella rivalità, fra Milan e Inter c’è collaborazione – guardate l’esempio dello stadio – e questo rende più facile avere un peso politico maggiore anche in Lega. Tra Roma e Lazio, invece, è un rapporto che ha più alti e bassi, anche se ora c’è più comunanza d’interessi”.

Lei ha avuto due presidenti: Berlusconi e Pallotta. Davvero la presenza fisica fa tanto?
“Berlusconi nel 1994 è diventato Presidente del Consiglio, perciò – pur non facendoci mai mancare il suo supporto – il vero punto di riferimento è stato Galliani. Ma guardi che Pallotta, oltre ad avere investito tanto, ha sempre avuto un forte desiderio di vincere. Non c’è riuscito, ma non l’ho mai sentito assente“.

Come giudica i tanti cambi al vertice vissuti dal club nei nove anni di gestione Usa?
“Non mi permetto mai di giudicare le azioni della proprietà. Di sicuro, però, la stabilità è una delle condizioni che aiuta a portare avanti un progetto“


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