Lino Banfi: "Da quando la Roma è guidata da presidenti stranieri non ho più affetto"
Lino Banfi, attore e tifoso della Roma, ha concesso un'intervista ai microfoni de Il Corriere della Sera. Eccone uno stralcio:
Il film "L'allenatore del pallone" allora non fu considerato un capolavoro…
«Da un po’ di anni Oronzo Canà mi dà soddisfazione. L’hanno visto quasi tutti i calciatori nel mondo. Mi ricordo quando Ancelotti – che io conoscevo bene e frequentavo Trigoria – andò ad allenare il PSG: gli scrissi un telegramma in francese: “Mister ricordati il 5-5-5”. Lui appese il telegramma e tutti i giocatori ridevano come matti perché si ricordavano lo schema di gioco di Oronzo».
Ma come è nato davvero “L’allenatore nel pallone”?
«Su un aereo Roma-Milano. Sedevo di fianco al grande Nils Liedholm: lui sapeva che ero romanista sfegatato e parlavamo spesso di calcio. Mi disse con quel suo accento tipo don Lurio: “Hai mai pensato di fare un film su un allenatore di calcio?”. E io dissi: “No. Sono pure grasso. Come faccio?”. E lui: “Tu assomigli a un vero allenatore, Oronzo Pugliese, molto buffo».
Però Banfi il mondo del calcio non ha più nulla a che fare con quella storia che ha raccontato lei…
«Vero. Il presidente deve essere della stessa città della squadra. Deve andare negli spogliatoi e parlare la stessa lingua. Da quando la Roma viene guidata da presidenti stranieri, non ho più affetto. E poi non c’è più l’attaccamento alla maglia».