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Pellegrini: "Mi dà fastidio sentire che uno scudetto a Roma ne vale dieci da un'altra parte. Ho sbagliato a rispondere duramente ai tifosi, ma non sopporto se colpiscono la mia famiglia"

di Danilo Budite

A segno nelle ultime due partite di campionato, Lorenzo Pellegrini ha concesso un'intervista al Corriere della Sera questa mattina in edicola. Di seguito uno stralcio delle sue dichiarazioni:

Domani c’è Atalanta-Roma. Al 90′ sapremo cosa è veramente la Roma?
"C’è una cosa che mi dà fastidio: sentir dire che uno scudetto a Roma ne vale dieci da un’altra parte. Io non voglio vincere uno scudetto che ne vale dieci, io ne voglio vincere dieci. Poi so benissimo che farlo o non farlo dipende da tante situazioni, tanti dettagli. Questa è la mia mentalità. Vorrei vincere anche quando gioco con mia figlia".

A Roma, come dimostra Daniele De Rossi, si rischia di fare una gran carriera ma di non vincerlo mai, lo scudetto. È pronto al sacrificio?
"A parte che ha conquistato un Mondiale, che poco non mi sembra… Daniele non ha vinto, ma ha sempre giocato per vincere. Non conosco persone più competitive di lui. Non ha fatto una scelta di comodo, ci ha provato perché qui aveva il cuore. Vincere a Roma, per un romano romanista, è un’emozione unica".

Recentemente ha avuto uno scontro sui social con i tifosi che, sparando fuoco amico, l’hanno criticata…
"Tutti i calciatori leggono le pagelle dei giornali e guardano i commenti social. Io sono un rosicone, come si dice a Roma, ma sono anche un autocritico. Non me la prendo fino a quando non mi toccano la famiglia. Ho sbagliato a rispondere in quel modo, però questo non lo sopporto e non faccio sconti. Possono pensare di conoscermi come calciatore, ma non come uomo. Per me la famiglia è tutto. Sapere che mia moglie è parte attiva di tante iniziative benefiche della Roma mi rende orgoglioso".

Pallotta non c’era mai e Friedkin sempre. Serve il padrone che guarda?
"Con Pallotta avevo un bel rapporto ma fa piacere vedere la proprietà presente".


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