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Raggi sullo stadio della Roma di Tor di Valle: "Grillo mi chiamava per capire come mai non riuscivamo a fermare il progetto"

di Luca d'Alessandro

Nel corso del processo sullo Stadio della Roma, che coinvolge circa 20 indagati tra imprenditori, consiglieri e deputati, è stata ascoltata l’ex Sindaca di Roma, Virginia Raggi: “Il timore di richieste di risarcimento fu determinante nel cambiamento di posizione fra i consiglieri del M5S sullo stadio della Roma. Di fatto nel movimento si erano creati due fronti. Lo stesso Beppe Grillo mi chiamava per capire come mai non riuscivamo a fermare il progetto e gli spiegai che c’erano stati problemi interni alla maggioranza e al M5S. Inizialmente tutti nel M5S eravamo contro lo Stadio, ma i timori di richieste risarcitorie portarono a un cambiamento graduale di posizione". 

Continua l'ex sindaca: "De Vito, come me era contrario ma prendevamo atto che la maggioranza si stava sgretolando e che non c’erano i numeri in aula per arrivare ad annullare la delibera dell’ex sindaco Marino. Io cercavo di tutelare la posizione iniziale del M5S e quindi pensammo di tagliare le cubature del progetto iniziale, mi sembrava una strada obbligata, riducendo l’impatto. Così arrivammo all’idea di ‘uno Stadio fatto bene’. La consideravo una scelta del meno peggio. Certamente però io come sindaco non potevo prescindere dalla posizione dell’avvocatura capitolina che prospettava il rischio di richieste risarcitorie da parte della AS Roma”.


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